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Arizona, l’assurda disputa sull’ordine di esecuzione di un condannato a morte

La data è fissata: 6 aprile, il giorno in cui lo stato dell’Arizona potrebbe mettere a morte Aaron Gunches, condannato nel 2008 per l’omicidio dell’ex marito della sua fidanzata.

 

È una vicenda paradossale. Nel 2007 Gunches aveva rinunciato a tutti gli appelli a sua disposizione e, lo scorso anno, aveva chiesto che venisse fissata la data dell’esecuzione.

Poi, con l’elezione della nuova governatrice e di una nuova procuratrice statale, due democratiche intenzionate a sospendere provvisoriamente le esecuzioni, ha cambiato idea, impressionato anche da una serie di esecuzioni particolarmente cruente.

Il 20 gennaio di quest’anno, la procuratrice Kris Mayes ha presentato una mozione per ritirare l’ordine di esecuzione.

Troppo tardi, ha risposto la Corte suprema dell’Arizona: una volta emesso un ordine di esecuzione, non si torna indietro. Al massimo, si può valutare se Gunches – secondo determinati parametri – possa o meno essere messo a morte. Ma un ricorso in questo senso non è stato ancora presentato.

La governatrice Katie Hobbs ha replicato che non se ne parla: l’esecuzione non ci sarà. Forse.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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