Aprile dolce dormire
Aprile dolce dormire, come dice il noto detto, ma pochi forse sanno come è quanto il sonno incida sulle nostre vite ed abbia una importanza fondamentale anche su molte nostre scelte di vita.
Nel XXI secolo abbiamo compresso un numero sempre maggiore di attività lavorative e di svago in un programma giornaliero già sovraccarico, sconfinando nella fascia notturna. Ma abbiamo dimenticato che il nostro corpo è guidato da un orologio biologico che sa quando è il momento migliore per dormire, mangiare, pensare, una regolazione interna – chiamata ritmo circadiano – che ci permette di funzionare in maniera ottimale in base alle esigenze primarie
imposte dal ci- clo giorno/notte.
Il nostro corpo, infatti, ha bisogno delle sostanze giuste nel posto giusto, nella quantità giusta, al momento giusto della giornata. Proteine, enzimi, grassi, carboidrati, ormoni devono essere assorbiti, metabolizzati e prodotti in un momento specifico per la crescita, la riproduzione, il movimento, la formazione della memoria, la riparazione dei tessuti. Senza questa scansione
precisa, la nostra struttura biologica è nel caos, vulnerabile alle infezioni, al cancro, all’obesità, al diabete di tipo 2, ai disturbi cardiaci e mentali.
Russell Foster, professore di Neuroscienze circadiane, direttore dell’istituto di Neu- roscienze
circadiane e del sonno di Oxford e capo del laboratorio di Oftalmologia dell’Università di Oxford, ha appena pubblicato per Aboca edizioni, un libro dedicato al sonno: l'arte di dormire bene.
Nel testo davvero interessante il professore ci svela la scienza degli orologi biologici
e del sonno condividendo l’esperienza maturata in quarant’anni di carriera come
specialista di questo settore, nonché gli studi che la comunità scientifica
internazionale ha condotto sui ritmi circadiani, per spiegarci come una cam- minata
all’alba possa garantire un sonno migliore, mangiare dopo il tramonto possa influire
sul nostro peso, o ci siano orari più adeguati per assumere i farmaci a seconda della
loro funzione. Ci insegna da cosa dipendono l’umore e la capacità decisionale e
come variano nell’arco della giornata, perché il rischio di divorzio è più alto tra chi fa i
turni di notte. Riflette sugli effetti del- la privazione cronica del sonno e sfata miti
come quello della melatonina, definita l’“ormone del sonno” mentre sarebbe più
corretto dire che agisce come un “indicatore biologico del buio”. In- somma, ci
illumina su come i nostri ritmi circadiani ci aiutano ad aumentare le nostre possibilità
di successo in un mondo dinamico: assecondandoli, condurremo un’esistenza più
soddisfacente, vivremo più a lungo e saremo più felici. .
Sono circa 13,4 milioni le persone nel nostro Paese affette da disturbi del sonno: una vera “epidemia”, che non va sottovalutata. Stando ai dati dell'Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (Aims), un adulto su quattro soffre di insonnia cronica o transitoria. Un fenomeno
diffuso non solo nella nostra penisola: sono infatti 790 milioni i soggetti interessati in
tutto il mondo. Ad esserne colpite sono soprattutto le donne, che rappresentano il 60% del totale, in particolare tra i 30 e i 60 anni. Secondo gli esperti, ciò può essere dovuto alle
variazioni ormonali e alla presenza della sindrome delle gambe senza riposo (più
frequente nella popolazione femminile). Ma va prestata attenzione anche ai soggetti
più fragili, sia dal punto di vista fisiologico che emotivo: tra loro, oltre agli anziani,
anche i bambini e i ragazzi.
A ciò si aggiungono purtroppo gli effetti dalla pandemia: stando ai dati del progetto "Lost in Italy" (Lockdown and Lifestyle in Italy) pubblicati ad inizio 2022, con il Covid gli episodi di insonnia sono cresciuti del 22%, mentre i casi contraddistinti da un sonno scadente sono aumentati del 128%. Ciò non riguarda soltanto il nostro Paese: secondo un’indagine condotta nel 2020 dai ricercatori del King's College di Londra, nel Regno Unito la metà della
popolazione ha evidenziato un peggioramento complessivo del riposo, mentre due
persone su cinque hanno dormito in media meno ore. Inoltre si sta indagando se i
ritmi circadiani irregolari possano accrescere le probabilità di infezione e
ospedalizzazione. Non solo. Chi è colpito dalla malattia è spesso interessato da
problemi in questo ambito: per gli esperti dell’Università di Bologna, l’insonnia è tra le
principali “sequele psichiatriche” dei pazienti di Covid, seconda solo al disturbo
d’ansia.
Non dormire, lo sappiamo, è assai problematico. A quanto pare, Adolf Hitler era un
noto insonne e alla fine si addormentava nelle prime ore del mattino. Infatti, dormiva
profondamente al Berghof quando gli alleati invasero la Francia durante il D-Day, il 6
giugno 1944. I suoi generali non avrebbero potuto inviare rinforzi in Normandia
senza il permesso di Hitler, ma nessuno osava svegliarlo, così dormì fino a
mezzogiorno. Si ritiene che questo ritardo abbia salvato molte vite e sia stato
fondamentale per l'invasione alleata.
Come ampiamente documentato dalla ricerca di Foster, il sonno permette di
consolidare la conoscenza e promuove il comportamento intuitivo. Risolvere un
problema dopo una notte di sonno è un tema ampiamente riportato, viene chiamato
insight, sono molti gli esempi famosi. Il premio Nobel Otto Loewi raccontò di essersi
svegliato con l’idea di come dimostrare che la sua teoria sulla neurotrasmissione
chimica all’interno del cervello fosse corretta; l’uomo che ha redatto la tavola
periodica degli elementi chimici, Dmitri Mendeleev, spiegò che la sua intuizione per
giungere al risultato arrivò dopo una notte di sonno; August Kekule aveva riflettuto
sulla disposizione degli atomi nella molecola del benzene, non riuscendo a trovare
una soluzione, dormì e poi si svegliò ricordando il sogno di un serpente che si
mordeva la coda, e intuì così che la molecola del benzene e costituita da un anello di
atomi di carbonio. E non è solo nelle scienze che l’intuizione segue il sonno. Sir Paul
McCartney, leggendario componente dei Beatles, si svegliò dopo una notte di riposo,
nel 1964, con la melodia di Yesterday completamente formata.
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