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Anteprima inchieste di Report: la ricostruzione dell’Ucraina e un servizio sugli allevamenti dei suini

La ricostruzione dell’Ucraina

Report è andata a visitare Rebuild Ukraine, una grande fiera tenuta a Varsavia lo scorso febbraio dove si sono incontrate domanda e offerta, come in un mercato. Essere presenti in questa fiera significa essere in prima fila per la ricostruzione di un paese ancora in guerra: noi li aiutiamo, loro fanno lavorare le nostre aziende – questo sembra il patto dietro la ricostruzione. “E’ chiaro che non sarà una donazione, come non sarà una donazione il piano Marshall” risponde a Report Walter Togni un rappresentante italiano dentro la fiera “in cambio del nostro aiuto chiediamo di poter far lavorare le nostre aziende”.

Walter Togni è stato un deputato leghista oggi è a capo della Camera di Commercio italiana per l’Ucraina: a Varsavia è riuscito a portare ben 34 aziende italiane. Aziende che fanno gruppi elettrogeni, ad esempio, che si sono presentate alla fiera in lista di attesa per una chiamata.

“Ricorda per esempio quello che successe nel 2006 con l’Iraq” racconta a Report uno di questi imprenditori: non proprio un esempio limpido, nel 2006 le aziende e i contractor americani presero possesso e controllo dei beni del paese dopo la caduta di Saddam.
 

Nel 2006 l’Italia vinse l’appalto energetico e si ricostruì tutto, dalle centrali elettriche, generatori, gruppi elettrogeni: la differenza è che in Ucraina non si sa quando inizierà questo lavoro.
 

Perché nel frattempo la guerra sta andando avanti, in un crescendo in termini di armamenti mandati dai paesi della Nato all’Ucraina, anche nell’ottica di una offensiva con cui l’esercito dovrebbe riprendersi i territori occupati dalla Russia.
Ci sono città da ricostruire, cicatrici da sanare, semmai sarà possibile: alla fiera Report ha incontrato un architetto di Bucha, Naumov, la città dove è avvenuta una delle più gravi stragi di civili, le immagini dei morti lasciati lunga le strade della città hanno fatto il giro del mondo.
 

Anche Namov è qui per la ricostruzione delle case: a Varsavia hanno portato 4 progetti e ora stanno cercando investitori e anche chi darà loro una mano per questi.
Ad organizzare la fiera è stata la Premier Expo, una società Ucraina che ha già lavorato alla ricostruzione di Sarajevo e Belgrado, dopo la guerra in Jugoslavia: “il 70% delle infrastrutture è andato distrutto, tutti i nostri sforzi sono diretti alla costruzione di case, in questo momento stiamo cercando i soldi.”
 

Tra gli stand il giornalista di Report ha incontrato anche il vicesindaco di Mariupol, una delle città martiri oggi occupata dai russi: alla trasmissione racconta di essersi spostato a Zaporižžja assieme a 120 mila persone, anche lui è qui per trovare finanziatori per la ricostruzione quando Mariupol sarà liberata.

Veniamo al ruolo dell’Italia: lo scorso aprile il governo italiano ha tenuto a Roma una conferenza bilaterale con quello ucraino sul tema ricostruzione, tra i ministri presenti c’era anche quello di Adolfo Urso, per il made in Italy. A Verona Urso ha arruolato un suo consulente, Umberto Formosa, ex ultras dell’Hellas Verona, ex segretario dell’ex sindaco Sboarina, oggi è consulente del ministero del made in Italy (ex Mise) con un incarico da 70mila euro che sorprende anche l’attuale assessore al bilancio del comune veneto, “visto che nella sua carriera è più noto come pluri daspato ..”
Al congresso per le famiglie tenuto a Verona qualche anno fa faceva quasi da scorta all’allora ministro Salvini (ministero dell’Interno).
Chi sia questo consulente del made in Italy lo racconta il giornalista Berizzi di Repubblica: “Umberto Formosa detto il picchiatore, il suo soprannome, diventa l’uomo agenda di Sboarina, dalla curva passa al palazzo..”
Che fa oggi al ministero? Luca Chianca lo ha chiesto a Formosa stesso, ottenendo una risposta laconica “non vedo perché debba rispondere a queste domande”.

La scheda del servizio: I CONSULENTI di Luca Chianca
Collaborazione Alessia Marzi, Carlo Tecce e Andrea Tornago

 

La guerra in Ucraina è ancora in corso e già si parla di ricostruzione. Dall'inizio del conflitto l'Ue, gli Stati membri e le istituzioni finanziarie europee hanno messo a disposizione dell'Ucraina 50 miliardi di euro. Secondo il World Economic Forum la somma necessaria per la ricostruzione e la ripresa dell'Ucraina si attesterebbe sui 540 miliardi di dollari. Anche se in ritardo rispetto a Francia e Germania, il governo Meloni ha organizzato la sua conferenza bilaterale a Roma, dove membri del governo ucraino hanno partecipato a una giornata di incontri con i nostri ministri per la ricostruzione dell’Ucraina.

Tra i ministri presenti Adolfo Urso, nominato al nuovo dicastero del Made in Italy per sostenere le nostre imprese e il nostro sistema paese. Ma come nasce l'esperienza del Ministro in questo settore? Urso è stato a lungo viceministro con delega al commercio estero, con più di 300 missioni internazionali in almeno 110 paesi. E oggi a dare una mano alle società che vogliono incontrare il Ministro, ci sono nuovi consulenti.

 

Le condizioni negli allevamenti

Abbiamo visto, nei servizi andati in onda in televisione, le immagini dei suini morti negli allevamenti in Emilia Romagna dopo l’alluvione e gli sforzi degli allevatori per salvarli dalle acque che hanno invaso i capannoni dove vengono fatti crescere.

Report con Giulia Innocenzi tornerà ad occuparsi di questi allevamenti, un pezzo importante dell’economia nella pianura padana, non solo in Emilia ma anche nel sud della Lombardia.
Il servizio mostrerà come venga usato in un allevamento di Cremona, con poca accortezza, il veleno per topi sparso negli spazi dove vivono i suini col rischio che venga ingerito: nelle indicazioni del veleno è scritto in modo chiaro che questo deve essere messo dentro contenitori per esche a prova di manomissione. Nell’anteprima si vedono le immagini dei topi morti lasciati dentro l’allevamento mentre, spiega Dario Buffoli veterinario e consulente per le forze dell’ordine, dovrebbero essere subito sgomberate nel più breve tempo possibile per evitare la trasmissione di malattie.
 

Ma ci sono anche i topi vivi che girano nell’allevamento e finiscono anche nel mangime dato ai maiali: entrano dai tombini e così entrano a contatti con gli animali finendo anche mangiati da loro in qualche caso, quando sono morti. Il rischio è, nel caso i topi siano morti dopo aver ingerito il veleno, che dei residui del veleno finiscano nelle masse muscolari dei maiali. Così se mangiamo il lardo ci facciamo il nostro rodenticida, conclude il veterinario.
Ancora più pericoloso è lasciare le carcasse degli animali morti all’aperto: le immagini raccolte dall’associazione Last Chance Animals (https://twitter.com/IcaEurope) mostrano un suino morto lasciato fuori da capanni per tre giorni, la legge non lo consente perché queste carcasse dovrebbero essere tenute dentro in un contenitore refrigerato.
Il servizio di Report mostrerà, in un altro allevamento del cremonese, celle frigorifere lasciate aperte con dentro gli animali morti, senza refrigerazione perché le ventole sono ferme “lasciandola aperta si consente l’arrivo di altri animali che diventano veicolo di patogeni, indirizzo che qui la biosicurezza è carente” commenta Dario Buffoli.
Il servizio racconterà anche di un allevamento nel mantovano dove viene aggiunta l’acqua ossigenata all’alimentazione dei maiali, cosa vietata dalla legge: nel video mostrato nell’anteprima del servizio si vede un operaio riempire una bacinella e versarla nel pentolone che contiene il siero di latte destinato agli animali. Il video, fatto nel 2016, riprende questa operazione su più giorni, come se fosse di routine.
Che conseguenze ha l’acqua ossigenata sui suini?

La scheda del servizio: CHE PORCI di Giulia Innocenzi
Collaborazione di Greta Orsi e Giulia Sabella

 

Sono circa 3600 gli allevamenti che fanno parte del circuito DOP del Prosciutto di Parma. A verificare che venga rispettato il disciplinare c'è il CSQA, l'ente certificatore più grande d'Italia, che ha assunto l'incarico nel gennaio del 2020, dopo che lo scandalo della genetica aveva travolto l'ente controllore precedente. Il nuovo corso doveva essere segnato da controlli rigorosi e intransigenti, ma a seguito di una segnalazione di alcuni dipendenti, il ministero dell'Agricoltura scopre che il CSQA è "più orientato ad assecondare le esigenze della filiera che preoccupato del rispetto della conformità al disciplinare" e decide così di sospenderlo. Ma a dicembre dell'anno scorso il ministero ora diretto da Francesco Lollobrigida conferma nuovamente l'incarico al CSQA per i controlli al Prosciutto di Parma per i prossimi tre anni. Sulla base di quali garanzie? Report mostrerà documenti e audio esclusivi che gettano un'ombra sull'imparzialità dell'ente. Sono casi isolati oppure rappresentativi dell'eccellenza del made in Italy?

 

La battaglia sulle etichette – terza puntata

Continua la battaglia sulle etichette dei prodotti alimentari che report ha raccontato nelle due puntate precedenti, suscitando la reazione del governo (che ha criticato il Nutriscore, difeso però da 40 scienziati ed esperti di alimentazione): questa sera si parla di Yuka, una app scaricata in tutto il mondo, e della causa intentata contro questa app dalle aziende del settore degli insaccati.

La scheda del servizio: TUTTI CONTRO YUKA di Lucina Paternesi e Giulia Sabella

 

Non solo Nutri-score e NutrInform Battery, la battaglia delle etichette diventa sempre più hi-tech. Per invogliare i cittadini a prendere confidenza con la proposta di etichetta fronte-pacco di stampo italiano, il Ministero dello Sviluppo economico ha lanciato lo scorso luglio un’applicazione per smartphone con cui scansionare i codici a barre dei prodotti, ma funziona? In Francia, invece, sulla base dell’etichetta a semaforo qualche anno fa è nata Yuka, l’app che assegna un punteggio agli alimenti segnalando anche gli additivi pericolosi, in base al principio di precauzione. Oggi più di 35 milioni di utenti l’hanno scaricata in tutto il mondo. I giudizi più severi sono riservati proprio agli alimenti ultra-processati e agli insaccati, proprio per l’eccessivo utilizzo di additivi e sale da parte dell’industria. La reazione non si è fatta attendere e la Federazione francese degli industriali della salumeria ha trascinato la start up in tribunale.

 

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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