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Anche negli USA i media attaccano la scuola pubblica

Negli Stati Uniti come Italia, come altrove, il mondo della finanza e delle corporation opera attivamente per la distruzione dell'istruzione pubblica o almeno per la sua riduzione ai minimi termini. Una grande conquista della modernità viene presentata alla stregua di un lusso bizzarro, gli insegnanti e gli addetti all'istruzione come dei parassiti mantenuti dal denaro altrui. Nell'episodio dal quale è tratto il video qui sotto John Stewart mette in evidenza gli espedienti retorici e le evidenti incongruenze nei discorsi di alcuni noti commentatori di FOX News, perfettamente sovrapponibili alle baggianate con le quali Berlusconi, Gelmini, Tremonti e i relativi codazzi, giustificano l'identica tendenza nel nostro paese. Così come l'informazione di FOX News è perfettamente sovrapponibile all'informazione cucinata dai dipendenti di Berlusconi e altri. In questo caso si parla di insegnanti, la classe di dipendenti pubblici ai quali i governatori repubblicani preferiscono chiedere "sacrifici" viste le finanze in dissesto. Una classe di sfortunati, che già negli anni grassi aveva dovuto subire i tagli praticati comunque al bilancio dell'istruzione. E se ne parla male, proprio come in Italia. Ad esempio, quando ci sono da difendere gli sgravi fiscali concessi da Bush alle coppie di americani che hanno un reddito di superiore 250.000 dollari, recentemente rinnovati da Obama, i commentatori di FOX News presentano questi contribuenti come persone sulla soglia dell'indigenza. Ma allo stesso tempo denunciano come scandalosamente ricchi gli stipendi da 50.000 dollari (lordi) degli insegnanti. Ovviamente quegli sgravi fiscali fanno guadagnare milioni di dollari ai milionari, il vero bottino che difendono questi commentatori, spesso ugualmente milionari, non certo il benessere delle famiglie da 250.000 dollari. I fannulloni di Brunetta non sono solo un'invenzione del nostro ministro, il delirio prodotto dal ministero Gelmini non è solo figlio di un'incapace promossa al dicastero per meriti oscuri, la macelleria sociale di Tremonti non è solo il delirio del commercialista del capo. Gli stessi commentatori che hanno difeso i bonus milionari degli amministratori delegati e dei banchieri, dicendo che dando loro meno milioni i migliori talenti sarebbero fuggiti (ma mai curandosi di rivelare dove) e l'economia sarebbe andata in rovina, dichiarano scandaloso che agli insegnanti si offra qualche centinaio di dollari all'anno di benefit e incentivi. 

È il finto liberismo delle libere volpi nel libero mercato, per il quale qualcuno può possedere l'acqua che tutti devono bere e il privilegio di sporcare l'aria che tutti devono respirare per vivere. O elevarsi al di sopra delle leggi, di fronte alle quale tutti dovrebbero essere uguali e uscire più ricco di prima dai peggiori fallimenti. Non è un caso, una moda, sono azioni coordinate e ripetute instancabilmente da anni, per portare maggiori vantaggi e ricchezze a una cerchia privilegiata di soggetti, sottraendole necessariamente alla maggioranza. Alla stragrande maggioranza, vista e verificata l'assoluta mancanza di misura negli appetiti di questa classe privilegiata, che non sembra davvero avere limiti alla capacità di accumulo e concentrazione delle ricchezze. È il dramma di una classe dirigente cosmopolita, distaccata dalle responsabilità e dalla realtà, incapace di auto-disciplinarsi e del tutto sorda ai problemi e alle necessità collettive. Una classe omogenea che finanzia questi show di pessimo gusto e sostiene al potere dei perfetti Nessuno, che sono ben contenti di assumersi il ruolo di boia dello stato sociale e liquidatori dei beni comuni, in cambio di ricompense alle quali non potrebbero mai aspirare per qualità diverse dall'avere un prezzo. Non accade per caso, è la grande rapina, il sacco della cosa pubblica, che non può compiersi sotto gli occhi di cittadini consapevoli e di istituzioni efficienti, bisogna buttare giù i muri dell'edificio e ridurne gli abitanti allo sbando, distrarli con la rissa rumorosa, impaurirli con nemici immaginari, conservarli nell'ignoranza e frastornarli dicendo tutto e il suo contrario, aizzarli l'uno contro l'altro fino a spingere i poveri in competizione con i più poveri. Fino a che il mondo diventa quello che (non) vediamo in televisione. Proprio per questo alla fine Stewart non fa ridere per niente, ci mostra cose che sappiamo da tempo e che sono sotto gli occhi di chiunque voglia vederle. Non c'è il complotto misterioso, è una truffa che si consuma ormai da anni alla luce del sole e dei riflettori in televisione. Non si può dire di non saperlo e nemmeno riderci sopra.

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