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Anche i notai lavorano gratis

I notai sono dei professionisti spesso considerati dei privilegiati. Sono pochi e percepiscono generalmente parcelle piuttosto elevate. Tutti noi quando dobbiamo recarci da un notaio per un determinato atto siamo un po’ spaventati, così come avviene quando dobbiamo rivolgerci ai dentisti. Ci aspettiamo infatti che il nostro reddito subisca una riduzione abbastanza consistente per pagare la parcella. Ma ci sono notai particolari, i quali lavorano gratis, talvolta. Chi sono questi notai?

Ci si occupa di loro in un articolo pubblicato su redattoresociale.it. Sono 420 notai cattolici che, recentemente, hanno partecipato all’assemblea dell’associazione che li riunisce, l’Ainc. Qual è l’obiettivo di questa associazione?

Il presidente dell’associazione, costituitasi un anno e mezzo fa, con sede ad Assisi, Roberto Dante Cogliandro, ha dichiarato a questo proposito: “Vogliamo far interagire tematiche giuridiche con tematiche sociali e di carattere cattolico, avendo tra gli obiettivi la tutela della famiglia in una società in continua evoluzione”. I notai cattolici, infatti, intendono mettere a disposizione le loro competenze per migliorare la vita dei cittadini e supportare soprattutto i più deboli nella società contemporanea.

Due sono i progetti di maggiore importanza che questi notai vogliono attuare: “notai in carcere” e “notai in parrocchia”. Nel primo caso questi notai hanno sensibilizzato diverse realtà carcerarie italiane per poter dare un supporto legislativo ai detenuti su argomenti quali il riconoscimento di figli naturali, disposizioni testamentarie per chi è malato, problematiche legate agli immigrati. Fino ad ora sono riusciti a svolgere questa loro attività, gratuitamente, nelle carceri di Perugia, Spoleto, Secondigliano, Poggioreale, Pescara, Palermo e Catania.

Cosa fanno invece i notai in parrocchia? Lo spiega sempre Roberto Dante Cogliandro: “Abbiamo scritto a tutti vescovi italiani e una cinquantina di loro ci hanno risposto dando disponibilità per la turnazione gratuita di un notaio che almeno una volta al mese si reca in parrocchia per dare consulenza e aiuto alle persone in difficoltà economica, su questioni come mutui, regimi patrimoniali, compravendite di case, divisioni, testamenti e successioni”.

Le attività che questi notai svolgono nelle carceri e nelle parrocchie sono senza dubbio meritorie, vanno apprezzate e pubblicizzate. Peraltro questi notai rappresentano una minoranza nell’ambito della loro categoria (i notai nel complesso sono circa 5.000).

Rimane un interrogativo: i notai che fanno parte dell’associazione citata, nelle loro normali attività, praticano le stesse parcelle degli altri notai o invece chiedono parcelle più basse?

Io, lo devo ammettere, propendo per la prima ipotesi.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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