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Anche Falsone usava Skype: ecco perché i mafiosi se ne fregano del Bavaglio

Anche Falsone usava Skype: ecco perché i mafiosi se ne fregano del Bavaglio

C’era una volta lo Zi Binnu Provenzano, arrestato il 25 aprile del 2006 dopo 43 anni di latitanza, in una masseria a pochi chilometri di Corleone tra 10 100 1000 pizzini.
 
E c’era una volta anche Giuseppe Falsone, arrestato venerdì dopo 11 anni di latitanza, in un palazzo elegante di Marsiglia, tra cinque telefoni cellulari e due computer.
 
Della notizia che tra un po’ commenterò, già ne parlai alcuni mesi fa: ho appreso dall’Adnkronos che anche Falsone per comunicare usava Skype, proprio come Roberto Settineri, come ricorderete il famoso broker di Cosa Nostra, arrestato grazie a una collaborazione tra la Polizia e l’FBI.
 
E’ curioso osservare ancora una volta, come mentre in Italia si faccia di tutto per limitare le intercettazioni telefoniche, viene trovato un altro mafioso che videochatta regolarmente.
 
Un barlume di speranza viene dal fatto che, almeno come riporta webmasterpoint, anche intercettare le telefonate su Skype è possibile: esiste un software che è in grado di farlo, grazie a due trojan che si interfacciano con le API di Skype e ne registrano il flusso audio.
 
"Ormai siamo tutti spiati!" urlò Berlusconi dieci giorni fa all’assemblea della Confcommercio, farneticando su 7,5 milioni di probabili italiani intercettati dalla magistratura.
 
E già, ormai siamo tutti spiati: chissà se sono dello stesso avviso anche Iovine, Zagaria e Messina Denaro. Intanto l’arresto di Falsone è l’ennesimo pernacchio all’inutile bavaglio.

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