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Altro scippo al Sud. Milano candidata a sede del Segretariato economico dell’UpM

Un altro scippo al nostro Sud, nel silenzio assoluto e compiacente dei politici meridionali troppo impegnati in questa torrida estate a trattative ed incontri per salvare il proprio traballante potere, davanti al baratro che decenni di gestione supina e clientelare gli ha ormai aperto davanti.

Come sia possibile che l’Italia candidi Milano come sede del Segretariato Economico per l’Unione per il Mediterraneo (UpM) resta per noi un mistero.

La candidatura arriva dopo la decisione, assunta dal vertice dei Ministri degli Affari Esteri dell’UpM (svoltosi lo scorso novembre a Marsiglia) di inserire tra i progetti prioritari, il tema della creazione di un Segretariato Economico.

"L’Italia è al centro dei rapporti economici e finanziari del Mediterraneo -spiegano in conferenza stampa- e Milano si conferma come l’anello di congiunzione ideale tra l’economia mediterranea e quella europea. Per questo dobbiamo porci obiettivi sempre più ambiziosi, riprendere lo ’Spirito di Barcellona’ per dare una spinta alla creazione di un’area di libero scambio mediterranea, perché Milano e l’Italia siano al centro dello sviluppo Euromediterraneo".

In altre parole all’estero le sedi designate per precedenti incontri sono, com’è logico, città di mare mentre da noi non si privilegiano certo Napoli, Palermo, Bari o le tante città che si affacciano sul mare con importanti porti in tutta la penisola, ma si sceglie Milano, città i cui abitanti non si sono mai dichiarati mediterranei ma han sempre ben specificato di essere e sentirsi mitteleuropei, città a cui, grazie ad un’intesa bipartisan durante il precedente governo, è già stato assegnato L’EXPO 2015 con i relativi finanziamenti a pioggia.



Putroppo la politica italiana di destra e sinistra è ormai solo e sfacciatamente milanocentrica, grazie soprattutto all’opera che sta svolgendo la Lega Nord in parlamento a vantaggio dei propri territori. E il Sud?

Al Sud e alla sua popolazione, una parte della quale continua comunque a votare per il partito milanese del Premier o addirittura per la Lega Nord o per personaggi che hanno permesso la devastazione dei propri territori o per chi, malgrado professi una richiesta d’autonomia strumentale ai propri scopi, fa parte integrante di questo Governo e ne ha avallato le scelte tutte a svantaggio del Sud a cominciare dallo scippo dei fondi Fas, al Sud ormai non restano più neanche le briciole.

Una spaccatura della Nazione in due che in qualsiasi paese farebbe gridare allo scandalo, ma che qui, alle prese con una popolazione telenarcotizzata, permette di far passare anche le scelte più deliranti, come quest’ultimo pernacchio al Sud sulla scelta della sede italiana del Segretariato dell’UpM.

In vana attesa di un impossibile sussulto di dignità da parte degli attuali gattopardi meridionali, sarà bene continuare a percorrere la strada tracciata e cioè continuare il lavoro di penetrazione sui territori e unire le forze autenticamente meridionaliste per riuscire, quanto prima, a scalzare questa classe politica, per poterci così riprendere ciò che ci spetta di diritto.

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