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Alluvione in Toscana: il paravento grottesco del cambiamento climatico

Classe politica o... “Intelligenza Artificiale”?

Cosa ha il coraggio di scrivere oggi il presidente della giunta regionale Eugenio Giani dopo le ultime esondazioni? "Quello che è avvenuto stanotte in Toscana ha un nome chiaro: CAMBIAMENTO CLIMATICO".
Il richiamo del presidente Giani all’ideologia green è grottesco. Gli atti del suo governo parlano chiaro: rilancio dell’energia fossile (e tre volte inquinante!) a Piombino; sacrificio di boschi e crinali per un eolico industriale in Mugello; consumo e impermeabilizzazione anche del sottosuolo di Firenze per due tunnel a bassissima velocità.

Ciliegina, il governo della Toscana chiude ambedue gli occhi di fronte alla mancata osservanza, per la TAV, delle norme di tutela della sicurezza delle gallerie ferroviarie. Il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze denuncia infatti - nell’apparente indifferenza delle istituzioni pubbliche – una falla gigantesca nel progetto esecutivo: l’assenza dello strumento principe della prevenzione, il Piano di emergenza. In queste condizioni sono partiti da oltre cinque mesi gli avventurosi scavi TAV sotto la città Unesco! Treni, passeggeri e cittadini dovranno vedersela ancora una volta drammaticamente da soli con le conseguenze di eventi alluvionali – gli ultimi nel 1966 e nel 1992 - che Firenze conosce fin troppo bene, anche senza bisogno del ‘cambiamento climatico’. Intanto, l’unica galleria Alta Velocità già costruita è divenuta un ‘colabrodo’ prima ancora di entrare in esercizio, a Castello. Qui almeno l’ARPAT ha avviato accertamenti.

Qualche Procura vorrà andare a guardare le foto e le carte?

Persino il Consiglio comunale di Firenze non risponde alle pressanti richieste di audizione che gli indirizza ripetutamente da luglio Idra. L’associazione dal 1994 monitora i progetti e i lavori della TAV in Toscana, e per questo è stata iscritta come parte civile nel procedimento penale a carico del consorzio costruttore del pericoloso passaggio appenninico in galleria monotubo fra Vaglia e Bologna, e come parte ad adiuvandum nel procedimento contabile con cui la Corte dei Conti ha acclarato la colpa grave degli amministratori regionali del tempo (Vannino Chiti e Claudio Martini fra gli altri) e dei responsabili ministeriali centrali. Oggi così Idra scrive alle Commissioni consiliari competenti (Terza e Sesta) di Palazzo Vecchio: “Siamo tornati a chiedere per la terza volta, il 19 settembre, l’audizione richiesta. Non abbiamo ricevuto riscontri. Crediamo di avere diritto a conoscere quanto meno il motivo del Vostro silenzio. Anche per poterci così accertare che Voi siate effettivamente cittadini in carne ed ossa come noi, presenti al Vostro ruolo, dotati di buona educazione istituzionale, e non invece magari – oggi può succedere di tutto! - frutto di Intelligenza Artificiale”.

La classe politica acciaio-gas-scavi-armi-asfalto-cemento che ha amministrato e amministra il Bel Paese e la cara Toscana è all'origine delle criticità ambientali che da decenni si accumulano e ora si intensificano: come potrà mai risolverle?

Per affrontare le conseguenze della rapina ambientale, dell'abbandono e del degrado che hanno preceduto l’ennesima cosiddetta ‘emergenza’, abbiamo bisogno di un radicale cambiamento politico! Abbiamo bisogno di amministratori che ascoltano e vivono la quotidianità delle popolazioni, fuori dal fortino dei Palazzi e dal palcoscenico delle telecamere cortigiane!

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