Allman Brothers Band, un gruppo indimenticato e dallo stile ineguagliabile
Degli stati del Sud il rock ‘sudista’ fa propri, racconta ed esprime lo stile di vita, il sistema dei valori e soprattutto la ‘tradizione’ musicale di riferimento che da un lato, nella parte meridionale degli Stati Uniti come negli altri stati del Paese, è rappresentata dal Blues, dal R&R e dal R&B, dall’altro anche da generi ‘autoctoni’ molto particolari come il Dixieland e una diffusissima forma di musica country che suona particolarmente ‘swingata’. Ben lungi, però, come forse si potrebbe pensare, dal costituire una tendenza musicale geograficamente rimasta circoscritta, il rock del Sud degli States ha sempre annoverato nelle proprie file una serie nutrita di gruppi musicali internazionalmente apprezzati come i Little Feat, i Lynyrd Skynyrd,
Il rock sudista, colpito da un periodo di forte crisi a partire dai primi anni Ottanta, è oggi rappresentato da artisti eccellenti come Black Crowes, Steve Earle e il chitarrista Sonny Landreth. Gli odierni protagonisti, però, recuperano stilemi e sonorità del ‘vecchio’ Southern Rock solamente in parte.
Si tratta essenzialmente di modalità basate su frequenti cambiamenti nella struttura armonica dei brani che consente ai musicisti da un lato innumerevoli possibilità di improvvisazione, mentre dall’altro giustifica la lunghezza di molti dei brani eseguiti dal vivo dalla band. Un avvicinamento alla musica di questa glorioso gruppo non può prescindere dall’ascolto di due dei dischi della Allman Brothers Band che figurano tra i più significativi della musica americana moderna: ‘At Fillmore East’ e ‘Eat a Peach’.
Un attento ascolto dei due lavori è sempre in grado di procurare grandi emozioni all’appassionato ascoltatore ma fornisce anche l’esatta misura dell’immenso valore di strumentisti come i chitarristi Duane Allman e Dickey Betts (il primo scomparso prematuramente nell’ottobre del
‘At Fillmore East’ viene registrato dal vivo nei primi mesi del 1971 su uno dei palcoscenici più rinomati della scena rock statunitense: il Fillmore di New York, appunto, di proprietà dell’impresario Bill Graham. Si tratta di uno dei più grandi dischi registrati dal vivo che la storia della musica pop ricordi. La circostanza è dovuta non solo alla straordinaria qualità della musica che vi è contenuta (brani come Whipping post e In memory of Elizabeth Reed sono talmente carichi di estro esecutivo e di inventiva che rimarranno per sempre scolpiti nella memoria di chi li ha ascoltati e apprezzati all’inizio dei seventies e magari continua ad ascoltarli anche oggi, a distanza di quasi quaranta anni) ma soprattutto al fatto che quelle serate dal vivo finite su disco riflettono un modo di suonare il blues inedito, genialmente creativo, assolutamente originale sul piano dei fatti e, per più di un aspetto, rivoluzionario.
‘Eat a peach’ esce nel 1972 e contiene ugualmente ottimo materiale dal vivo che si alterna a canzoni inedite registrate in studio. Nell’edizione dell’album ristampata più di recente su CD sono stati aggiunti brani a suo tempo esclusi da ‘At Fillmore East’ nei quali compare ancora Duane Allman alla chitarra. Tra i vari brani una lunghissima (dura oltre trenta minuti!!) Mountain Jam dal vivo, eloquente esempio dello stile ineguagliabile della band.
Hittin’ the Note (2003) e One Way Out (2004) sono i titoli degli ultimi due dischi della ABB, gruppo che resiste ancora oggi con una rosa di componenti diversa rispetto a quella degli esordi.
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