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Alla Binetti non piace un primario che non la pensa come lei

La deputata dell’Udc Paola Binetti non ha apprezzato affato la nomina a primario di anestesia dell’ospedale di Orvieto di Tommaso Ciacca, dirigente dell’associazione Luca Coscioni e iscritto al Partito Radicale, il quale tentò di eseguire la volontà espressa da Giovanni Nuvòli, malato di sclerosi laterale amiotrofica e ormai completamente paralizzato, che chiese più volte ai medici di staccargli il respiratore artificiale che lo teneva in vita. Ma a Ciacca, il 10 luglio 2007, fu impedito, dall'intervento dei carabinieri di Alghero e della procura di Sassari, di andare incontro alle consapevoli aspettative di Nuvòli. Pertanto Nuvòli iniziò uno sciopero della fame e della sete che lo condusse alla morte il 23 luglio 2007.

In una nota Paola Binetti così scrive, fra l’altro: “Le proposte di legge sul governo clinico e sull'etica di fine vita mostrano tutta la loro tragica necessità di essere approvate al più presto per poter contrastare scelte che non possono in alcun modo essere condivise. A maggior ragione quando si tocca con mano la discrezionalità nella nomina dei primari sembra entrare in contraddizione con i più elementari criteri di rispetto della deontologia e dell'etica medica. In Umbria, il direttore generale della Asl 4, Vincenzo Panella, ha nominato il dottor Tommaso Ciacca primario di anestesia e rianimazione presso l'ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto senza tener in alcun conto che tre anni fa lo stesso dottor Ciacca era in procinto di staccare la spina a un paziente malato di sclerosi laterale amiotrofica che aveva chiesto di spegnere la macchina che lo teneva in vita. Nessun rapporto legava medico e paziente, nulla che potesse far pensare ad una alleanza terapeutica costruita nel dialogo e nella condivisione e che si fosse aperta alla ricerca di soluzioni alternative, che non fossero quelle di evidente impronta eutanasica, ma solo la volontà ideologica di riaffermare freddamente il principio di autodeterminazione del paziente, come propone l'associazione 'Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica' (Radicali italiani) di cui il Ciacca è membro attivo. E’ chiaro a tutti che nominare come primario dell'area di anestesia un professionista che si è dichiarato disposto a staccare la spina di pazienti con cui non aveva alcun rapporto potrebbe costituire una non indifferente condizione di rischio per l'intera area di anestesia e rianimazione dell'Ospedale. Ecco perché urge sapere quali siano stati i criteri che hanno portato a questa decisione e a quale valore e tutela della vita umana ci si sia ispirati. In un momento in cui il Parlamento si appresta a varare una legge, la prima nel suo genere, che tratta di consenso informato e di alleanza terapeutica, oltre che di dichiarazioni anticipate di trattamento, questa nomina appare inopportuna nei modi e nella sostanza”.

Inoltre il consigliere regionale dell'Udc Sandra Monacelli ha presentato un'interrogazione alla presidente della giunta regionale sulla nomina di Tommaso CiaccaLa Monacelli chiede alla presidente Catiuscia Marini “Con quali criteri il Direttore generale della Asl 4, Vincenzo Panella ha nominato il dott. Tommaso Ciacca a primario di anestesia e rianimazione presso l'ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto”. Monacelli rileva come “dal comunicato che accompagna la nomina si evince che il dottor Ciacca ha riservato buona parte della propria attività lavorativa alla terapia del dolore, con numerose pubblicazioni scientifiche e partecipazioni a convegni nazionali. In tale comunicato non viene menzionato che il dottor Ciacca è un membro molto attivo dell'associazione 'Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica' (Radicali italiani)". Monacelli evidenzia poi che “sono all'esame del Consiglio regionale diverse proposte di legge riguardanti i criteri per la nomina dei direttori generali. È davvero intollerabile continuare ad assistere alla nomina di primari ospedalieri scelti dai direttori generali di turno secondo logiche assolutamente discrezionali. Una militanza così fortemente ideologicizzata potrebbe condizionare l'attività dirigenziale di una figura primariale, specialmente in un reparto particolarmente delicato quale anestesia e rianimazione, in relazione a quanto anima il dibattito relativo al cosiddetto 'fine vita', sul quale si attende ancora che il Parlamento nazionale legiferi”.

L’interrogazione della Monacelli ricalca la nota della Binetti e quindi mi limito a formulare alcune considerazioni su quanto scritto dall’ex senatrice del Pd. E’ stupefacente e del tutto inaccettabile che si possa sostenere che “che nominare come primario dell'area di anestesia un professionista che si è dichiarato disposto a staccare la spina di pazienti con cui non aveva alcun rapporto potrebbe costituire una non indifferente condizione di rischio per l'intera area di anestesia e rianimazione dell'Ospedale”. E’, a mio avviso, una dimostrazione di un profondo integralismo nonché di una volontà discriminatoria nei confronti di un medico la cui unica colpa è quella di pensarla diversamente dalla Binetti e di agire di conseguenza, con coraggio. Veramente incredibile! Spero che quanto sostenuto dalla Binetti e dalla Monacelli non abbia alcun seguito per quanto concerne la permanenza presso l’ospedale di Orvieto di Ciacca, il quale peraltro in precedenza prestava la sua attività lavorativa in un altro ospedale umbro, quello di Spoleto, e fino ad ora nessuno, nemmeno la Binetti o altri esponenti del suo nuovo partito, l’Udc, aveva avuto nulla da ridire.

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