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Alga tossica nei rubinetti di Foggia

Alghe tossiche nella diga di Occhito, una delle più grandi d’Europa, che fornisce acqua potabile e per uso irriguo e industriale a tutta la provincia di Foggia.

Finalmente dopo anni di emergenza idrica, soprattutto estiva, abbondanti piogge hanno permesso agli invasi artificiali, che distribuiscono acqua potabile per uso domestico e non solo alla provincia di Foggia, di raggiungere livelli che da anni non venivano toccati, scongiurando così il pericolo della ricorrente siccità estiva nel nord della Puglia almeno.

La diga di Occhito possiede una capacità massima di oltre 300 milioni di mc. d’acqua, ma il Servizio Nazionale Dighe e il Servizio Protezione Civile, per ragioni di sicurezza, hanno fissato il limite di esercizio in 247 milioni di mc., per cui nelle scorse settimane, anche a causa di una gestione poco attenta, per alleggerire la pressione sono stati fatti defluire milioni di mc. di acqua, provocando l’esondazione del fiume Fortore e quindi danni alle campagne a valle della diga, l’interruzione del tratto ferroviario Termoli - San Severo e dell’autostrada A14.

Comlimenti come al solito alla lungimiranza dei responsabili e soprattutto grazie per la perdita di milioni di mc. di acqua in un territorio dove certo non sarebbe male averne in abbondanza; da anni si parla della costruzione di un nuovo invaso a valle della diga di Occhito proprio per raccogliere le acque in eccesso, ma questo è un altro problema....

Ciò che più inquieta è che proprio quest’anno in cui in teoria non ci sarebbero dovuti essere problemi idrici legati alla siccità, si viene a conoscenza di un probelma legato alla qualità dell’acqua presente nell’invaso di Occhito in cui da alcuni mesi avrebbe proliferato un’alga tossica, detta comunemente alga rossa, prodotta da un batterio il Planktothrix Rubescens, che libera tossine potenzialmente pericolose per la salute umana, in quanto possono generare patologie che colpiscono il sistema epatico e gastrointestinale, ossia tumori al fegato allo stomaco e all’intestino.

Si conoscono altri casi, di cui alcuni in Sicilia, riguardo la proliferazione di questo batterio che è tipico dei paesi dell’Europa meridionale e che sembrerebbe proliferare in condiizoni di temperature basse, ciò non significa che con l’arrivo dell’estate l’alga scompaia, al contrario trattandosi di un’alga ad alta efficienza fotosintetica e che riesce a sfruttare efficacemente i nutrienti disponibili, la situazione potrebbe peggiorare.

Per il momento le cause della sua proliferazione restano ignote, probabilmente dovute a particolari condizioni chimico fisiche che lo hanno permesso, anche se non è da escludere lo zampino dell’uomo: si pensa a prodotti utilizzati in agricoltura defluiti con le abbondanti piogge nella diga, ma nulla di certo.

La domanda a questo punto sorge spontanea: si può bere tranqiullamente l’acqua del rubinetto?



I rappresentati delle associazioni ambientaliste del Wwf, Carlo Fierro e Cento Studi naturalistici, Vincenzo Rizzi e dell’associzione dei consumatori Arco, Matteo Orsino, invitano ad essere prudenti circa l’utilizzo del’acqua del rubinetto evitando di usarla anche nella preparazione di bevande calde, fino a quando la situazione non si sarà normalizzata e si avranno dati certi.

Naturalmente nessuno sembra avveritre la pericolosità della situzione, preoccupandosi di non generare "allarmismi inutili", ma in caso di incertezza non sarebbe meglio, almeno consigliare alla popolazione di non utilizzare l’acqua del rubinetto? Evidentemente sembra di no, fidiamoci... la situazioine non è d’emergenza, ma quando lo diventerà, se lo diventerà, siamo sicuri di essere messi al corrente? O si preferirà non generare allarmismi?

Nel frattempo il 18 Marzo, con disposizione presidenziale n. 49 del 18 marzo 2009, la provincia di Campobasso ha disposto in via cautelativa la chiusura dell’esercizio della pesca nella diga di Occhito, sponda molisana, e nei corsi d’acqua ad esso collegati.

La Puglia cosa fa invece, continua a bere tranquillamente l’acqua di Occhito, in via cautelativa?

Le precauzioni prese, dichiara l’assessore della Puglia alle Politiche della Salute, consistono in un costante monitoraggio e la sostituzione di 4 degli 8 filtri a sabbia e carbone attivo, ritenuti i più efficaci, si è anche provveduto ad immettere nella rete acque di altre dighe per diluire la presenza algale. Da queste dichiarazione emerge che dovrebbe esistere un monitoraggio costante (speriamo) e che comunque nell’acqua sono presenti percentuali di questi batteri, diluite e filtrate, ma comunque presenti, forse per legge saranno sicuramente trascurabili o entro i limiti, ma anche per il nostro organismo si tratta di percentuali sopportabili? un costante utilizzo di acqua non provoca depositi nell’organismo?

Ai posteri l’ardua scoperta...


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