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Agenda 2030: se per le Nazioni Unite l’Egitto crede fortemente all’attuazione dei diritti umani

Il mondo funziona così. Male. Da un lato una meravigliosa carta d'intenti. 35 pagine, sottoscritta da tutti i Paesi dell'ONU, 193, che si prefiggono, entro il 2030, di raggiungere, per un modo sostenibile, gli obiettivi lì indicati. Sono 17 con diverse sotto sezioni, per arrivare complessivamente a 169 target.

 L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015. Si legge nei siti di riferimento che l’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

Nelle premesse della carta emerge che "Deliberiamo, da ora al 2030, di porre fine alla povertà e alla fame in ogni luogo; di combattere le diseguaglianze all’interno e fra le nazioni; di costruire società pacifiche, giuste ed inclusive; di proteggere i diritti umani e promuovere l’uguaglianza di geere e l’emancipazione delle donne e delle ragazze; di assicurare la salvaguardia duratura del pianeta e delle sue risorse naturali.

"E ancora: "Il mondo che immaginiamo è un mondo dove vige il rispetto universale per i diritti dell’uomo e della sua dignità, per lo stato di diritto, per la giustizia, l’uguaglianza e la non-discriminazione; dove si rispettano la razza, l’etnia e la diversità culturale e dove vi sono pari opportunità per la totale realizzazione delle capacità umane e per la prosperità comune." Da stropicciarsi gli occhi. Ora, il fatto che questa carta sia stata sottoscritta da Paesi, complessi, come l'Egitto, è un buon segnale. Però, a tutto c'è un limite. Nella riunione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite organismo delle Nazioni Unite (UNHR) è emerso che l' Egitto "crede fermamente nell'importanza dell'attuazione del #2030agenda quale presupposto per il godimento #rights e le libertà fondamentali".

 

 
Più di 900 raccomandazioni sono state prodotte affinché l'Egitto si mettesse in regola con gli intenti dell'agenda 2030, ne sono state accolte un 40% circa, da parte dell'Egitto, e il lavoro di implementazione deve continuare e viene sollecitato
Ovviamente l'Egitto non è l'unico Paese problematico. Anche l'Italia di problemi ne ha parecchi in materia. Un migliaio le raccomandazioni per il nostro Paese. Ne ha recepite il 63% circa. Quello che ci si deve chiedere è l'Egitto, che nega di avere 60mila detenuti politici, che nega che i bambini possano essere trattati come terroristi, che nega che Giulio Regeni sia stato torturato e massacrato dai propri sistemi di sicurezza, che è ossessionato dal terrorismo, dove tutti sono terroristi, a partire dall'opposizione politica, dagli attivisti dei diritti umani, in un Paese dove avvocati, blogger, scrittori, e quant'altro spariscono nel nulla per giorni, per poi essere detenuti con le solite accuse che minano alla "sicurezza nazionale" che vedono il complotto ovunque, che continua a prorogare lo stato d'emergenza che ha come fine non dichiarato di consolidare l'attuale regime, che hanno trovato come capro espiatorio perfetto i Fratelli Musulmani accusati di essere i registi delle peggiori cose accadute da quando in Egitto c'è stato il colpo di stato, dopo il 30 giugno 2013, che porterà al potere il militare Al Sisi, che dice di credere fortemente nelle libertà fondamentali, quanto è accettabile tutto ciò?
 
No, perché se questo è il valore che viene riconosciuto all'agenda 2030,significa che alla fine dei conti quell'atto è solo carta straccia. E comunque state tranquilli, chi scrive queste cose non è pagato né dal Qatar, né dai Fratelli Musulmani, come qualcuno ha in modo ridicolo scritto. Si tratta solo di essere consapevoli da che parte della storia stare, tutto qui.
mb
 
fonte foto social

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