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Africom pianta le tende alle Seychelles

Il Comando generale delle forze armate per il continente africano, Africom, mobilita uomini e mezzi per proteggere dalla pirateria l’industria turistica delle Seychelles. E a difesa dei turisti a cinque stelle non saranno lesinati i più sofisticati sistemi di guerra. Così, dal prossimo mese di ottobre, un numero imprecisato di velivoli senza pilota UAV “Reaper” sarà trasferito nell’arcipelago che dista più di 1.000 miglia dalle coste dell’Africa meridionale. “Le Seychelles hanno un ruolo è importante per assicurare la libertà di navigazione a beneficio di tutte le nazioni”, ha dichiarato Vince Crawley, portavoce del Comando Africom di Stoccarda. “Sono una piattaforma ideale per osservare i vasti corridoi marittimi dell’Oceano Indiano ed assistere i nostri sforzi contro la pirateria”.

I “Reaper” saranno utilizzati in missioni d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento. Con una lunghezza di 20 metri, questi velivoli possono volare per 30 ore consecutive ad una velocità di oltre 440 chilometri all’ora, con un raggio operativo di 4.800 chilometri. Dotati di sofisticate telecamere e numerosi sensori per captare qualsiasi oggetto si muova nell’oceano, i “Reaper” sono guidati a distanza utilizzando stazioni terrestri e satellitari. Utilizzati per la prima volta nel conflitto afgano, gli MQ-9 “Reaper” dell’US Air Force continuano ad operare dalla base aerea di Kandahar per missioni di spionaggio e attacco con missili e bombe a caduta libera. Il Comando di Africom assicura comunque che i velivoli senza pilota destinati alle Seychelles non saranno armati. “I Reaper saranno ospitati presso l’aeroporto internazionale di Mahe, la capitale”, ha spiegato Vince Crawley. “E saranno in un numero sufficiente per avere costantemente un aereo in volo a copertura del centinaio di isole che compongono l’arcipelago”.
 
A supporto della missione degli UAV giungeranno a Mahe 75 militari statunitensi. Il Comando per le operazioni navali in Europa ed Africa, “NAVEUR NAVAF”, con sede nella città di Napoli, ha pure deciso di dislocare a tempo indeterminato nelle Seychelles due velivoli da pattugliamento marittimo P-3 Orion, attualmente operativi nelle stazioni aeronavali di Sigonella e Diego Garcia. “Il trasferimento dei nostri P-3 Orion rafforzerà notevolmente la conduzione delle operazioni di sorveglianza delle acque territoriali delle Seychelles da parte degli aeri senza pilota”, ha dichiarato il generale William Ward, comandante di Africom.
 
La presenza militare USA è stata richiesta dalle autorità governative locali dopo gli attacchi pirati ai danni di alcune imbarcazioni in navigazione tra le isole. Lo scorso mese di aprile, il presidente delle Seychelles, James Michel, aveva interrotto una visita ufficiale in Giappone dopo che due unità nazionali erano state sequestrate a largo delle isole Comoros. Qualche giorno dopo, la nave da crociera MSC “Melody”, in rotta da Durban (Sud Africa) verso Genova con oltre 1.000 passeggeri e 550 membri d’equipaggio, veniva avvicinata da un’imbarcazione pirata che però veniva individuata e prontamente bloccata da una fregata spagnola. “Simili incidenti – ha dichiarato il presidente Michel - sono pericolosi non solo perchè sono atti di terrorismo, ma perchè potrebbero spingere le navi da crociera fuori dalle nostre acque territoriali e ferire gravemente il turismo nazionale”.
 
La dipendenza del paese dalla valuta straniera è totale. Incapaci di pensare a qualsivoglia forma di sviluppo autocentrato o perlomeno ad una diversificazione delle fonti d’ingresso economico, per le autorità di governo la difesa del turismo di lusso diviene vitale, a costo di accelerare il trasferimento di isole ed isolotti ai privati e dare il via alla militarizzazione USA dell’arcipelago. Già un anno prima della crisi legata ai pirati somali, il tasso di occupazione del settore alberghiero aveva subito una flessione del 60-65 per cento. A favore delle Seychelles è intervenuto il Fondo monetario internazionale con un credito di emergenza, mentre il Club di Parigi ha annullato il 45% di un debito di 215 milioni di euro.
 
In funzione anti-pirati, le Seychelles hanno dotato la propria Guardia Coste di due moderne imbarcazioni veloci. Hanno inoltre chiesto a diversi paesi di trasferire loro unità militari a presidio delle acque territoriali. L’autorità legislativa ha già approvato un patto di “cooperazione militare” con le forze armate USA, mentre il Dipartimento della Difesa ha stanziato a favore del paese 300.000 dollari per il triennio 2008-2010 nell’ambito del programma di addestramento “IMET International Military Educations and Training”. Consiglieri militari e personale specializzato del “Combined Joint Task Force – Horn of Africa (CJTF-HOA)”, il reparto interforze USA di stanza a Gibuti, operano a fianco dei militari locali sin dal 2005. Nel maggio 2009, gli uomini del Comando Africom di Stoccarda hanno tenuto un ciclo settimanale di conferenze ed incontri con le autorità civili e militari locali in vista del “miglioramento delle procedure di controllo del traffico aereo” e di un “rafforzamento dell’impegno bilaterale a favore della sicurezza e dell’intelligence e ridurre l’attività criminale nell’Oceano Indiano”. Il mese successivo nei principali porti delle Seychelles hanno fatto una lunga sosta operativa le unità da guerra della Combined Task Force (CTF) 151, la forza multinazionale attivata dal comando della 5^ Flotta USA in Bahrein per pattugliare le acque dell’Oceano Indiano e del Golfo di Aden.
 
A fianco delle imbarcazioni militari delle Seychelles opera pure da qualche tempo una nave portaelicotteri della Marina indiana, armata di cannoni “Bofors” da 40 mm.. Sessanta marines francesi sono invece a bordo di una decina di grandi unità per la pesca del tonno che resteranno nelle acque delle Seychelles sino alla fine di ottobre.

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