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Afghanistan: necessari corridoi umanitari per salvare il popolo dal fascismo talebano

Vent'anni di guerra, migliaia di vittime civili e non, quasi 1000 miliardi di dollari in spese militari, per un fallimento annunciato. I talebani, che emersero dopo la caduta della Repubblica Democratica dell'Afghanistan, sostenuta dalla vecchia Unione Sovietica, e dopo la guerra disastrosa dei vent'anni, ritornano ora con forza per ripristinare il loro regime fascista. La loro marcia ha ricordato un po' quella dannunziana quando presero Fiume.

Una pagliacciata, spacciata per impresa, una passeggiata, senza alcun resistenza, che fece piombare la città in 500 giorni di dittatura. Tra olio di ricino verso gli slavi, e circa 3000 mila croati costretti a fuggire dal razzismo dei legionari, finì a colpi di cannonate e con una sessantina di vittime.

Da giorni l'occidente fa mea culpa. E va bene. Gli occidentali ricchi e non sono stati messi in sicurezza, durante la loro fuga anche degli afgani hanno perso la vita, e ora? Ora c'è una sola cosa da fare. Dialogare con i talebani per dare la possibilità al popolo afgano di fuggire in sicurezza.

Tutti i Paesi occidentali che hanno avuto un ruolo in quella guerra,dagli USA, all'Italia, dalla Germania, alla Francia, dall'Australia, alla Norvegia ed altri ancora, dovranno attivarsi per fare dei corridoi umanitari ed accogliere la propria quota di afgani. Certo, non si potrà dare asilo sicuramente a 40 milioni di afgani, sarebbe l'esodo più grande nella storia dell'umanità. Ma i processi emigratori ci saranno, i trafficanti di essere umani già sbavano, la rotta balcanica sarà una certezza. Per evitare che questo popolo debba ancora subire ulteriori ingiustizie a causa dei comportamenti assunti dalla nostra società, è il minimo che si possa fare quello di avviare corridoi umanitari per dare protezione umanitaria, internazionale, asilo politico, a chi in fuga dal fascismo talebano. Lo dobbiamo al popolo afgano.

mb

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