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Addio foresta amazzonica?

Gli ecosistemi del mondo che sostengono la vita, come la foresta pluviale amazzonica del Brasile, hanno una rapporto incompatibile con i governi di estrema destra, come quello degli Stati Uniti sotto Trump, che ha calpestato i principi dell’Agenzia Americana per la Protezione dell’Ambiente (EPA). Secondo Christine Todd Whitman, che ha diretto l’EPA sotto George W. Bush: “Non ho mai visto una guerra così orchestrata contro l’ambiente o la scienza”. [1]

Los Angeles, Stati Uniti - Robert Hunziker

Quest’articolo è disponibile anche in: IngleseTedesco

Incendi visti dalla Strada Transamazzonica BR230. (Foto di Bruno Kelly/Amazonia Real. Wikimedia Commons.)
Devastante come era Trump per l’ambiente, il presidente Jair Bolsonaro con lo slogan politico ”Rendi di nuovo grande il Brasile” (MBGA / Make Brasil Great Again) e stato ancora più distruttivo di Trump: Sta distruggendo da solo la più grande foresta pluviale del mondo. Potrebbe essere l’ecosistema più importante per la sopravvivenza dell’Homo sapiens. Con un obiettivo così devastante, Bolsonaro sta offuscando l’immagine di Trump.

Con lo slogan politico “Rendi di nuovo grande il Brasile” Bolsonaro ha negato l’esistenza di massicci incendi dolosi nella foresta pluviale amazzonica, definendo i resoconti pubblici “menzogne” nonostante i dati forniti dai satelliti controllati dal suo stesso governo che mostrano decine di migliaia di incendi in corso. Gli incendi forestali imperversano come mai prima nella storia brasiliana. Il fuoco viene appiccato intenzionalmente per creare ulteriore superficie per le coltivazioni, mentre uomini armati in scarpe da combattimento si muovono tra le ceneri fumanti cacciando e uccidendo ambientalisti ostruzionisti.

“Il Brasile è tra i paesi più pericolosi al mondo per i difensori dell’ambiente e giornalisti. Uno studio recente stima che almeno 20 attivisti ambientali siano stati uccisi solo in Brasile nel 2021”. [2]

“L’agenzia nazionale di ricerca spaziale INPE ha registrato 31.513 allarmi antincendio nell’Amazzonia via satellite nel mese di agosto 2022”. [3]

Gli incendi di Bolsonaro hanno fatto il lavoro in un modo così completo, così a fondo che la foresta amazzonica ha raggiunto il suo punto di svolta. Non c’è possibilità di tornare indietro in questo processo verso una savana arida che sostituirà la fitta foresta umida. Per decenni, gli scienziati del clima hanno avvertito che una volta persa una certa quantità di foresta, non sarà più in grado di trattenere l’umidità necessaria e rigenerare le precipitazioni per autosostenersi.

La Rete Amazzonica di Informazioni Socio-Ambientali Georeferenziata (“RAISG”), un consorzio di organizzazioni della società civile provenienti dai paesi amazzonici, utilizza i dati di copertura delle foreste per mappare la quantità di Amazzonia persa dal 1985. Vengono inoltre studiati la densità delle foreste e i modelli di precipitazioni e la capacità di stoccaggio del carbonio. Lo stoccaggio del carbonio e l’autoregolazione delle precipitazioni sono indicatori della capacità di sopravvivenza della foresta pluviale.

Il rapporto dell’ RAISG ha scoperto che il 33% dell’Amazzonia rimane incontaminata, il 41% ha registrato un basso degrado e il 26% e oltre il ripristino. Aree di fitta foresta pluviale si stanno già trasformando in savane e gli alberi del nord hanno smesso di produrre frutti. La composizione della foresta pluviale sta cambiando proprio davanti ai nostri occhi.

Secondo Marlene Quintanill di RAISG: “La risposta ecologica della foresta sta cambiando e la sua resilienza sta perdendo. Siamo a un punto di non ritorno”. [4]

Carlos Nobre, dell’Università di Sao Paulo, che da trent’anni gestisce modelli climatici per capire quando l’Amazzonia potrebbe raggiungere il suo punto di svolta dice: “Purtroppo quello che vediamo oggi non è più basato su modelli. Oggi assistiamo a osservazioni in tutta l’Amazzonia meridionale che indicano che il rischio di questo punto critico è immediato. Lo studio RAISG che mostra gli alti livelli di deforestazione e degrado è molto, molto preoccupante”.

La durata della stagione secca nell’Amazzonia meridionale, che costituisce un terzo dell’intera foresta pluviale, oggi dura da quattro a cinque mesi, cinque settimane in più rispetto al 1999. Secondo Nobre, se raggiunge cinque-sei mesi, non sopravviverà.

Cruciale per il futuro e la sopravvivenza dell’Amazzonia sono le elezioni nazionali, di cui il secondo turno è previsto per il 30 ottobre tra il presidente in carica dal 2019, Jair Bolsonaro (67), e l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva (76), in carica dal 2003 al 2011.

Secondo la rivista americana The New Republic, il futuro della Foresta pluviale amazzonica sarà deciso alle urne in Brasile: “Se accostiamo il record di Bolsonaro accanto a quello del suo sfidante, l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, è facile capire perché l’Amazzonia si sta configurando come un tema chiave della campagna elettorale. Lula, come è noto, ha ottenuto un drastico calo del tasso di deforestazione durante i suoi otto anni di presidenza (2003-2011), un’impresa che è ancora più impressionante dato che il Brasile ha aumentato le sue esportazioni di soia e carne bovina nello stesso periodo”.

Con le elezioni nazionali a meno di un mese di distanza, i sondaggi favoriscono il candidato di sinistra Lula con un vantaggio a due cifre. Tuttavia, ormai da mesi, Bolsonaro ha affermato che i dispositivi dei voti elettronici del Brasile “imperversano di frodi”. E ha detto in modo convincente ai sostenitori che i funzionari delle elezioni sono allineati contro di lui, suggerendo che questo potrebbe presagire una sconfitta. In un discorso di giugno, ha detto: “Se necessario, andremo in guerra”.

“Secondo le interviste a più di 35 funzionari dell’amministrazione Bolsonaro, generali dell’esercito, giudici federali, autorità elettorali, membri del Congresso e diplomatici stranieri, le persone al potere in Brasile sono sicure che, mentre Bolsonaro potrebbe contestare i risultati elettorali, non ha il sostegno istituzionale per organizzare un golpe con successo”. [5]

Ciò che accadrà in Brasile nelle prossime settimane determinerà il destino della foresta amazzonica. Potrebbe essere l’elezione più importante di questo decennio. A pensarci bene, in realtà, è l’elezione più significativa di questo XXI secolo. Il ruolo idrologico delle foreste pluviali per il pianeta si estende fino ai campi di mais dell’Iowa e attraverso gli oceani. L’Amazzonia incarna l’essenza della vita per la nostra biosfera. Nient’altro si avvicina così tanto al suo significato per la vita sul pianeta se non la Grande Barriera Corallina per la vita oceanica.

“La foresta pluviale Amazzonica, che rappresenta il 60% delle foreste pluviali rimanenti a livello mondiale, gioca un ruolo fondamentale nei cicli globali dell’acqua, dell’energia e del carbonio. L’evapotraspirazione (ET) è una componente chiave dell’equilibrio di acqua ed energia di superficie, attraverso cui la foresta amazzonica trasferisce un grande volume di acqua dalla superficie terrestre all’atmosfera. Pertanto, qualsiasi cambiamento dell’evapotraspirazione nell’Amazzonia può influire sul clima a livello regionale e globale”. [6]

“I comportamenti sinergici dell’Amazzonia a livello economico, forestale e climatico potrebbero portare alla sostituzione o al grave degrado di oltre la metà delle foreste ad alto fusto nel bacino amazzonico entro il 2030”. [7]

Secondo il recente articolo: Le false dichiarazioni di frode di Bolsonaro riguardano il sistema di voto del Brasile, Al-Jazeera, 6 settembre 2022, le autorità brasiliane hanno adottato le macchine di voto elettroniche per combattere le frodi di lunga data. Nelle elezioni precedenti, le urne erano giunte ai seggi elettorali già piene di voti. Altre sono state rubate e i voti individuali sono stati regolarmente falsificati, secondo l’autorità elettorale del Brasile.

Le macchine elettroniche sono state utilizzate per la prima volta nel 1996 e quattro anni più tardi si è svolta la prima votazione a livello nazionale. Oggi, i risultati di oltre 150 milioni di elettori eleggibili sono presentati poche ore dopo la chiusura dei seggi. E non è mai stata rilevata alcuna frode significativa.

I critici di Bolsonaro sostengono che la sua forte ammirazione e la sua emulazione nei confronti dell’ex presidente Trump lo hanno spinto a sfidare le elezioni ben prima della sua probabile perdita. Nel frattempo, la foresta amazzonica ha due avversari sconsiderati con un’influenza di vasta portata ed è indispensabile toglierli questo potere. Prima accade, meglio sarà per la vita”.

Il 30 ottobre, giorno del secondo turno delle elezioni brasiliane, il pianeta starà con il fiato sospeso.

NOTE (Fonti):

[1] Come Trump ha danneggiato la scienza – Perché potrebbero volerci decenni per riprendersi. Nature, 5 ottobre 2020
[2] Una violenta tragedia preannunciata in Amazzonia, NPR, 17 giugno 2022
[3] L’Amazzonia del Brasile vede i peggiori incendi di agosto, Reuters, 31 agosto 2022)
[4] La foresta pluviale amazzonica ha già raggiunto un cruciale Tipping Point, New Scientist, 5 settembre 2022
[5] La questione che minaccia le elezioni del Brasile: Colpo di stato o nessun colpo di stato? The New York Times, 22 agosto 2022
[6] Stima dell’evapotraspirazione della foresta pluviale amazzonica utilizzando il metodo della massima produzione di entropia: Lettere sulla ricerca Geofisica 10/29/2019
[7] Interazioni tra l’uso della terra Amazzonica, Le foreste e il Clima: Prospettive per il punto di svolta forestale a breve termine, The Royal Society Publishing, 27 maggio 2008

Traduzione dall’inglese di Cristiana Cocco. Revisione di Thomas Schmid.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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