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A Sassari si è discusso sullo stato della Giustizia italiana

Rapporto sulla Giustizia, a Sassari l'ultima chiamata. I GIPS a convegno hanno ospitato fra i testimoni Alessandra Galli e Marco Alessandrini. L'ultimo report autorevole sullo stato della giustizia italiana è stato affrontato lo scorso venerdì sette ottobre presso l'Aula Magna dell'Università di Sassari

Le premesse non incoraggianti, anticipate dal moderatore dell'incontro Mariano Brianda, Presidente di sezione Corte di Appello a Sassari, non differiscono dall'approfondimento delle successive relazioni e dai contributi al dibattito di alcuni dei partecipanti presenti in sala. 

Affollata oltre modo da studenti e addetti ai lavori. Una partecipazione di pubblico inedita e fortemente partecipativa nel seminario organizzato dai GIPS (Gruppo di Impegno Politico Sociale) con il patrocinio della Fondazione Banco di Sardegna.

Nel segno della tradizione, l'incontro con la società civile sassarese ha offerto spazi d'intervento ad alcune testimonianze dirette selezionate fra i primi protagonisti e operatori forensi nazionali. Schietta e diretta nel linguaggio come sua consuetudine, non priva di dati sconcertanti, la cruda analisi di Mario Almerighi, di casa a Sassari (vi è nata la madre), ha avviato la serie d'interventi.

"Nell'abbondanza d'imbecillità, anche la guerra diventa strumento del consumismo e acccumulo di danaro"; ha detto fra l'altro il presidente del Tribunale di Civitavecchia che a Roma presiede una fondazione dedicata al compianto Sandro Pertini. "Chi fa il magistrato deve avere la passione per la verità"- ha aggiunto l'ex pretore d'assalto dei primi anni ottanta.

La ricerca e la diffusione della verità incontra nei vari ambiti di pertinenza elementi ostativi sempre più rilevanti. Per questi motivi, suffragati da aneddoti ed esperienze personali occorse in delicate vicende giudiziarie nazionali (malaffare e corruttele nel settore petrolifero genovese) ed internazionali (traffico illegale d'armi nel mediterraneo), ha affidato la conoscenza personale di fatti e la trasmissione della memoria alla scrittura di libri, l'ultimo "Mistero di Stato", edito per Aliberti lo scorso dicembre.

Il passaggio sull'intensa attività inquirente svolta nel 1976 con uso rilevante delle intercettazioni telefoniche, condivisa con colleghi (Falcone, Ciaccio Montalto) che pagarono con la vita il loro servizio, rimanda inevitabilmente alla stringente attualità sul noto DDL Governativo.

Il derivato scontro istituzionale fra politica e magistratura è un fenomeno più mediatico che essenziale nell'idea dell'avvocato Mariano Mameli, il quale, testimoniando l'impegno politico personale espresso nel polo di centro destra, evoca colleghi che sparsero il proprio sangue nell'esercizio del patrocinio penale, affidato anche nella procedura tecnica ai terroristi renitenti a tale opzione.

Il ricordo è per il penalista Fulvio Croce, ucciso sotto casa a 70 anni con una revolverata alla schiena, cinque giorni prima dell'udienza che lo vedeva difensore d'ufficio BR. Mameli definisce "gassosa" l'attuale società che ripete ancor di più la rottura della politica con il ceto medio, già consumatasi nel '92 con il disfacimento dei vecchi partiti nazionali di massa.

Il più grande processo penale celebrato a Sassari nel 1985 che vide oltre ottanta imputati alla sbarra e sanzionò più di novecento anni di reclusione disfacendo l'Anonima Gallurese, è ricordato con ardore e dovizia di dettagli anche tragici (l'omicidio di un pastore, testimone principale per l'accusa), da Franco Pilo, già presidente del tribunale sassarese per la sezione penale.

E' la seconda generazione, vittima diretta dell'attacco eversivo allo Stato di Diritto, a culminare con parole semplici e vibranti l'epilogo della serata. Marco Alessandrini e Alessandra Galli, figli rispettivamente di Emilio e Guido, entrambi magistrati, caduti sotto i colpi del terrorismo.

L'avvocato operante a Pescara ed il consigliere alla Corte d'Appello di Milano rappresentano il disagio di una giustizia non amministrata e governata nei modi adeguati. Situazioni dalle quali si moltiplicano tutti gli effetti sociali ed economici che concorrono all'espandersi del divario di privilegio dei pochi e iniquità per i più.

Le testimonianze che si alternano al tavolo dei relatori confermano la sete di riscatto dei cittadini ed il desiderio indomito di rinnovamento. Le presenze in sala dei giudici Claudio Lo Curto e Gianni Caria avvalorano questo comune auspicio.

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