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A Leuca, un nuovo Santuario: favorevoli e contrari

Con riferimento alle notizie, vieppiù rinfocolate nei giorni scorsi, attinenti alla realizzazione - su un’area a strapiombo sul mare e rientrante nel Parco regionale Otranto/S.Maria di Leuca - di un nuovo e più grande Santuario dedicato alla Madonna de Finibus Terrae, chiedo di voler cortesemente concedermi ospitalità per proporre e/o riproporre le seguenti riflessioni da me maturate e redatte sul tema nell’ormai lontano novembre 2007:
 
LA MADONNA DI LEUCA
Ho recentemente appreso dalla stampa che esisterebbe un progetto, avente il benestare del competente Ordinario Diocesano, per la costruzione, a Leuca, di una nuova, moderna e più grande chiesa - con annesse altre strutture, destinate a scopi religiosi, d’assistenza e d’accoglienza – che verrebbe praticamente ad affiancarsi all’antichissimo, storico e glorioso edificio dell’attuale Basilica S. Maria de Finibus Terrae.

La notizia mi ha sorpreso e stupito, e ciò alla luce di una serie di ragioni obiettive.
Il tradizionale luogo di culto, da secoli, è effettivamente méta di nutriti stuoli di visitatori, credenti e non, però - almeno secondo l’esperienza delle mie numerose e frequenti puntate a Leuca - di solito non si nota ombra di confusione o ressa o code, anzi i pellegrinaggi sembrano svolgersi in un clima di ordine e raccoglimento.

Il rilievo maggiormente indicativo in termini concreti è, insomma, che non si riscontra la minima motivazione dal punto di vista capienza e accessibilità del luogo di culto.

Inoltre, riferimento non meno valido, bisogna tener conto dell’impatto che la “vecchia” basilica, tuttora ben salda sulle fondamenta, offre da sempre allo sguardo dei visitatori, gente del posto o turisti. 

Al riguardo, vorrei ricordare il magico e fantastico colore della facciata e delle fiancate laterali esterne, una sfumatura eccezionale ed unica, calda e dolce, che rappresenta il connubio, la mescolanza fra la tinta delle rocce, disseminate nei campi e delimitanti la costa, ed il rosso vivo ed espressivo delle zolle della nostra terra. Nessuna maestria d’architetti o di geni dell’edilizia potrebbe mai realizzare una simile sintesi naturale di colore.

Vorrei ancora richiamare, a beneficio di coloro che non ne hanno familiarità o l’hanno dimenticata, l’espressione del volto della Vergine quale traspare dal secolare quadro posto alla sommità dell’altare: il viso della Madonna reca, infatti, un colorito né chiaro né roseo, ma essenzialmente bruno, tale da ricalcare fedelmente l’incarnato tipico delle donne del sud in genere e delle plaghe del nostro Capo in particolare.

Orbene, la Madonna di Leuca, che lo scrivente ha il privilegio di conoscere da un sessantennio, ha senza dubbio la sua “casa” esattamente nell’attuale chiesa, come dire che ogni sua diversa collocazione si rivelerebbe fuori posto.
A mio parere, in definitiva, sarebbe opportuno lasciar perdere il progetto della costruzione di una nuova Basilica (in questo caso, grandezza o grandiosità non appaiono per niente presupposti importanti) e destinare i fondi ivi previsti ad altre opere, utili sia per pratiche strettamente religiose, sia per la collettività.
 
Atteso che la Madonna sta davvero benissimo nell’attuale “dimora”e che non esiste alcun problema per devoti e visitatori, sembra giusto che i 7 milioni di euro di spesa contemplati dal progetto - una cifra considerevole - siano semmai destinati ad altri interventi utili.

Il buon senso, specialmente di questi tempi, deve albergare in tutti, a cominciare dal Rettore del Santuario, dal Vescovo e dal Sindaco di Castrignano del Capo (comune in cui Leuca rientra), il quale non ha motivo per temere, in caso di rinuncia, freni ai flussi turistici.
 

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