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6 anni di Twitter: insoddisfatti grazie ai Social Media?


Uno degli sport di questi ultimi mesi di alcuni digital radical chic è quello di sparare a zero su Twitter parlando di media, informazioni e relazioni; tanto su Facebook ci sono davvero tutti ed è più facile snobbarlo per gli opinion leader o in fondo arrendersi ed usarlo a manetta.

Mentre gli intellettuali non capiscono che seppure stia diventando social-centrico tutto il proprio mondo “social” non rappresenta poi tutto il Web ma più un personal network, Twitter compie 6 anni. Il mio profilo qualche giorno fa ne ha fatti 5: se ne sono scritti di cinguettii (più o meno veri) dal mio account, più di 7000 pubblicati e chissà quanti altri letti.

 

La quantità dei tweet è stata superiore o inferiore agli SMS ricevuti e inviati da quando uso un cellulare (ossia da circa 10 anni)? E le conversazioni in che modo hanno influenzato le mie scelte?

In realtà Twitter è una newsletter: l’aspetto più interessante non è la possibilità di raggiungere in maniera diretta un audience di persone che ti sceglie (e quando qualcuno sceglie in libertà a meno che non fai o dici cazzate è quasi per sempre) e con le quali puoi interagire ma allargare, diluire e integrare le conversazioni consegnandole al mondo del Web, non solo al recinto di Facebook. E la percezione di non essere più soli ma a volte controllati dai media con una eccessiva ansia per la privacy (Johathan Franzen in Come stare soli ci ricorda che forse per la privacy era peggio quando stavamo peggio) e la deformazione dell’agenda setting fa smarrire il senso dei “follower”: seguiamo le persone che ci interessano perchè la pensano come noi oppure hanno un punto di vista completamente differente e ci offrono una visuale del mondo non quotidiana, inusuale.

Questa indigestione su Twitter di spunti brillanti, consigli, informazioni e quindi in sostanza di intelligenza collettiva crea una sorta di insoddisfazione nei confronti della realtà causata dalle ampie possibilità offerte dai social media. E allora a volte vorresti che molti follower fossero tuoi amici ma non per cullarsi in tedianti salotti elitari: in un contesto di Provincia ad esempio potrebbero essere decisamente più interessanti i follower di Twitter e cosa pensano con i loro tweet che i dicorsi dei propri amici.

E’ sempre una questione di sostanza delle nostre relazioni: i social media non fanno altro che amplificare la criticità delle nostre scelte.

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