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11 ottobre 2012: prima giornata internazionale in difesa delle bambine e delle ragazze

Il 10 ottobre era la decima giornata mondiale contro la pena di morte, l'11 ottobre 2012, grazie all’impegno dell’Unicef, è stata proclamata la prima giornata mondiale in difesa delle bambine e delle ragazze.

”La Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze riflette la necessità di mettere al centro delle priorità di sviluppo i diritti delle ragazze”, ha dichiarato Anju Malhotra, responsabile della sezione Genere e Diritti per l’Unicef, ”Le Nazioni Unite e i suoi partner stanno lavorando congiuntamente per mostrare gli incredibili progressi fatti e per evidenziare le sfide in corso”.

L’Unicef intende approfittare di questa giornata per ricordare al mondo la terribile piaga dei matrimoni precoci, cui numerose bambine sono costrette. Le stime dell’Unicef più recenti indicano che 70 milioni di giovani donne tra i 20 e i 24 anni si sono sposate prima dei 18 anni: di queste 23 milioni si sono sposate prima di aver compiuto 15 anni. A livello globale, quasi 400 milioni di donne di età compresa tra 20-49 anni - oltre il 40%, del totale - si sono sposate bambine.

I matrimoni precoci mettono le ragazze a rischio di gravidanze precoci e indesiderate e hanno conseguenze che possono portare alla morte. Tra le madri, le morti legate alla gravidanza e al parto rappresentano un importante componente tra le ragazze di eta’ compresa tra i 15-19 anni in tutto il mondo, con circa 50.000 decessi ogni anno.

Inoltre, le ragazze tra i 10 e i 14 anni di età hanno cinque volte più probabilità – rispetto alle donne tra 20-24 anni – di morire durante la gravidanza e il parto.

”Attraverso gli impegni globali, i movimenti della società civile, la legislazione e le iniziative individuali, le ragazze fioriranno in un ambiente sicuro e produttivo”, ha detto Malhotra, ”Dobbiamo accelerare i progressi e dedicare risorse perche’ le ragazze possano rivendicare i propri diritti e realizzare il loro pieno potenziale”.

In occasione di questa importante giornata, la redazione di Sdf intende ricordare una bambina: Malala Yousafzai.

Malala non è una bambina qualsiasi, ma una studentessa nota in tutto il mondo per aver denunciato, all’età di soli 11 anni, le atrocità commesse dai talebani sugli abitanti della Swat Valley, regione al confine con l’Afghanistan occupata dai militanti dal 2007 al 2009, quando la zona fu poi riconquistata dall’esercito pakistano.

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Segnali di fumo

In seguito alla pubblicazione di un diario scritto per la Bbc sotto lo pseudonimo Gul Makai, in cui Malala condannava i crimini commessi dagli occupanti talebani, tra cui l’incendio di alcune scuole per ragazze, la ragazzina ricevette il premio nazionale per la pace e l’anno seguente fu candidata al Premio internazionale per l’infanzia assegnato dalla fondazione olandese Kid Rights.

A causa del suo impegno, Malala ha ricevuto numerose minacce che l’altro ieri sono sfociate in un tentativo di omicidio. La ragazza, di soli 14 anni, immediatamente ricoverata presso l’ospedale militare di Peshwar, ha superato la lunga notte trascorsa in terapia intensiva. Secondo quanto riferiscono i principali network, i chirurghi sono riusciti ad estrarre la pallottola conficcata nel collo ed ora Malala sarebbe fuori pericolo di vita.

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