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 Home page > Attualità > Società > 100 anni di Pasolini

100 anni di Pasolini

Sono tantissime le parole e le occasioni che ci riportano alla memoria Pier Paolo Pasolini al ricorrere dei cento anni dalla sua nascita, ne ho scelto alcune: “Ci sono due parole che ritornano frequentemente nei nostri discorsi: anzi sono le parole chiave dei nostri discorsi. Queste due parole sono “sviluppo” e “progresso”.

Ci spiegò, Pier Paolo Pasolini, in uno dei suoi “Scritti Corsari” che la parola sviluppo, in genere, si riferisce al processo economico e sociale che avviene in un territorio o anche nel sistema mondiale e, in generale e soprattutto con l’avvento dell’epoca moderna, a quel cambiamento che si è verificato con il passaggio da una società agricola basata sulle risorse naturali e il loro sistematico sfruttamento, a quella incentrata sull’industria e il settore terziario dei servizi a essa collegata. Il termine progresso, invece, sta a indicare l’elevazione umana e morale, legata a una concezione della storia concepita come lineare miglioramento dell’esistenza a cui approdano gli esseri umani e le comunità societarie e, delle sue espressioni sociali e persino spirituali.

Ma nel poemetto civile “Patmos”, scritto a ridosso immediato della “strage di Piazza Fontana”, Pier Paolo Pasolini ebbe occasione di ricordarci come l’Apocalisse del nostro progresso sociale sia costretto al passaggio di una cruna dell’ago strettissima, privo di un agone vero e soprattutto onesto.

(…) “L’ultimo odor di stalla e di farina

e la stoffa che fuma nelle osterie con la latrina all’aperto

dove va gente che se ne intende sull’onorabilità

e vi fa del razzismo romanico

unisce intellettuali di sinistra e fascisti a un unico culto

in via di estinzione allontanando nel cosmo il punto di vista

essi appaiono tutti raccolti a imprecare allo stesso tabernacolo;

la porta della storia è Porta Stretta

infilarsi dentro costa una spaventosa fatica

c’è chi rinuncia e da il giro al culo

e chi non ci rinuncia, ma male, e tira fuori il cric dal portabagagli,

e chi vuole entrarci a tutti i costi, a gomitate ma con dignità,

ma son tutti là, davanti a quella porta.”

 

Vale veramente la pena di soffermarci, durante quest’anno centenario, su quanto ci ha lasciato scritto questo poeta, scrittore, regista e soprattutto intellettuale. Ci farà riflettere sulla nostra condizione umana che, al di là delle epoche storiche, ci rende così fragili.

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