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​Firenze, scoppierà un Belvedere-gate?

Idra deposita una nuova circostanziata osservazione sulla Variante Costa S. Giorgio

Ormai lo sanno anche le pietre di Firenze… Da quando è venuta a conoscenza del progetto di un ennesimo resort di lusso, in Costa San Giorgio, l’associazione Idra ha battuto tutte le strade utili a ottenere l’apertura di un processo partecipativo della cittadinanza a decisioni che inciderebbero così pesantemente sulla vita dell’Oltrarno e dell’intera città.

Gli antefatti:

- le Osservazioni depositate il 25 luglio ed il 7 settembre 2020;

- la presentazione del progetto “Laboratorio Belvedere” alla c.d. Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione, purtroppo respinto dall’Amministrazione Comunale;

- il lancio del Manifesto Boboli-Belvedere sottoscritto da oltre 600 personalità;

- la Maratona oratoria civile svoltasi a maggio sotto Palazzo Vecchio e l’invio al Sindaco e ai componenti della Giunta di una trentina di appelli di esponenti illustri della cultura da tutto il mondo.

Mai nessun ascolto da Palazzo Vecchio.

L’associazione deposita quindi in settanta pagine esplosive una nuova Osservazione alla Variante che destina a turistico-commerciale due ex conventi medievali e rinascimentali lungo Costa San Giorgio, a ridosso dei giardini medicei di Boboli, del Forte Belvedere, di Palazzo Pitti e della Chiesa di Santa Felicita (qui una sua sintesi).

Frutto di una collaborazione intessuta tra Parigi, Parma e Firenze, che ha impegnato - assieme ai responsabili dell’associazione - il prof. Paolo Ventura (docente ai corsi di studio di Architettura, Rigenerazione Sostenibilità e del Master Europeo di Rigenerazione Urbana, ordinario a r. di Tecnica e Pianificazione Urbanistica al Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma) e il prof. Giovanni Fanelli (ordinario a r. di Storia dell’architettura all’ateneo fiorentino e illustre riferimento degli studiosi della struttura urbana col suo “Firenze, architettura e città”), l’Osservazione è il risultato dell’analisi puntigliosa dell’intera documentazione, a cominciare dall’atto di compravendita fra Cassa Depositi e Prestiti (destinataria della cessione da parte del Demanio) e un soggetto privato. In tale atto sono riportate le prescrizioni dettate dalla Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Toscana, che però inspiegabilmente la Scheda norma della Variante adottata a giugno dello scorso anno ha omesso, senza considerare forse una circostanza cruciale: il mancato rispetto delle prescrizioni potrebbe comportare la risoluzione dell'atto di alienazione.

Tra le sollecitazioni di aggiornamento del testo della Scheda norma della Variante contenute nell’Osservazione depositata presso la Direzione Urbanistica del Comune di Firenze, Idra annovera in particolare la richiesta che vengano puntualmente e integralmente riportate le prescrizioni che il Ministero dei Beni e delle attività culturali aveva doverosamente stabilito a salvaguardia della conservazione del complesso monumentale e a garanzia della fruizione pubblica delle sue parti più significative.

Idra sottolinea inoltre che ogni operazione edilizia in questo contesto debba essere impostata nella prospettiva di un intervento complessivo di “restauro”, anziché di “ristrutturazione edilizia”. Dall’esame degli atti si evince con chiarezza che la procedura concorsuale è stata adottata come espediente alternativo alla strada maestra della redazione di una procedura di Valutazione Ambientale Strategica, e risulta di natura privata.

La vistosa sottostima degli effetti sulla mobilità, e la natura obsoleta di gran parte dei dati per la fattibilità idraulica, geologica e sismica, pongono l’esigenza di radicali approfondimenti nell’ambito delle prescrizioni specifiche e dello studio degli aspetti ambientali.

L’associazione confida nella sensibilità urbanistica e culturale della nuova Proprietà del complesso, e nella sua disponibilità a far emergere le potenzialità che l’area è in grado di esprimere a beneficio di tutti i soggetti portatori di interessi, dalla popolazione alle attività economiche del Quartiere e della città, dall’universo dell’arte alle istituzioni di formazione nazionale e internazionale.

A questo scopo Idra chiede che, seguendo la via maestra che si sarebbe dovuto imboccare fin dall’inizio, l’Amministrazione Comunale adotti finalmente la procedura più idonea allo scopo, quella del piano urbanistico attuativo, che riservi comunque il 30% dell’area a funzioni culturali pubbliche.

Idra confida anche nella lungimiranza della Proprietà, che ha obiettivamente interesse a condividere con la cittadinanza la radicale rivisitazione del progetto una volta che il Consiglio comunale abbia recuperato – come l’Osservazione invita a fare - tutte le indicazioni a tutela del Bene già emerse nell’istruttoria tecnica degli enti pubblici competenti.

Sia le prescrizioni comprese nell’Atto di compravendita sia i pareri espressi dalle Direzioni dei servizi comunali impongono a rigore di rivedere dalle radici il progetto prospettato nella fase iniziale. Tanto più che sempre più numerose risultano essere le esperienze internazionali in cui processi di condivisione in interventi urbanistici su aree altrettanto significative, scevri da pregiudizi e prevenzioni fra i soggetti coinvolti (Proprietà, cittadinanza, tecnici, amministrazioni pubbliche), portano a risultati soddisfacenti sia nell’immediato che nel lungo periodo.

L’associazione, mentre formalizza dunque con l’Osservazione depositata il 27 settembre scorso l’esigenza che la Scheda norma di Variante urbanistica ribadisca espressamente e nei dettagli il vincolo del rispetto degli indirizzi e delle misure progettuali a tutela del Bene stabiliti dal MIBACT e trascritti nell’atto di compravendita pena il rischio di annullamento dell’atto, si riserva - in caso di mancato accoglimento - di avanzare al riguardo opportuna istanza di verifica.

 

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