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I falò più belli del mondo, a Rocca San Casciano (FC)

Un paese della Romagna-Toscana, più Toscana che Romagna, come cultura e tradizioni è Rocca San Casciano in provincia di Forlì/Cesena, qui da qualche giorno, il paese è in piena animazione per l’inizio del taglio degli spini.

Rocca San Casciano - Un rito che si rinnova ad ogni anno, quello della raccolte dei rovi e delle ginestre, lungo i fossati delle campagne circostanti. "Un lavoro che ha avuto inizio nella giornata di San Valentino e che vede diversi gruppi di ragazzi dirigersi verso le campagne e nei boschi ad individuare dove sono ben comode da tagliare, queste piante infestanti", ci dice Luciano Palotti, che del Rione Mercato ne è presidente. L’altro rione è quello del Borgo, di cui parleremo in seguito.

"Un lavoro di ripulitura delle campagne, da queste piante in certi casi invasive verso terreni coltivabili,rendendoli così maggiomente fertili" ci dice il sig. Neni, uno tra gli anziani di questo rione e che ne ha visti di tagli di rovi e ginestre..mentre i giovani tagliano con machete (i marazzi) i rovi, gli anziani legano questi cumuli a corde di canapa e li trainano fino alla strada più vicina, dove con pale meccaniche vengono caricati sui camion (vedi foto), appositamente attrezzati.

Questo lavoro, dura fino al tramonto di ogni sabato e domenica, e si protrae fino all’ultimo sabato di marzo, giornata in cui vengono accesi i falò in onore di San Giuseppe. I camion, pian piano scendono dalle colline con questi enormi carichi, preceduti da una lunga carovana di auto, tra suoni continui di clacson e musiche irradiate a tutto volume da impianti stereo, montati per l’occasione ai lati di alcune autovetture.


Scene di allegria che portano questi giovani, pur affaticati per il duro lavoro tutti assieme fino al ponte Vecchio, dove i voluminosi carichi vengono di volta in volta riversati nella riva del fiume sottostante, mentre un esperto "pagliarino", il signor Gianè Cangini, inizia a delineare il pagliaio, che pian piano viene eretto a forza di mazzi di rovi ed al basamento e tutto all’esterno, viene rivestito di ginestre, più facili da bruciare al momento dell’accensione, che quest’anno avverrà la sera di sabato 28 marzo.

Una tradizione millenaria che sa più di pagano, pare infatti che abbia origini celtiche, ma che raduna nella cittadina migliaia di persone, provenienti da tutta la regione e dalla vicina Toscana.




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