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6° edizione del Laura Film Festival

Il comune di Levanto e la famiglia di Morando Morandini, il noto critico cinematografico, si prendono per mano ancora una volta per non lasciare che il tempo assottigli i fili del ricordo di Laura Tartaglia Morandini, la moglie di origini levantesi di Morando.

I fili s’intrecciano rammendando il fascino di un evento nato per soffiare nella città, polvere di cultura cinematografica. L’associazione “Laura Morandini” eredita finalità e progetti dal circolo “Amici del cinema” fondato dalla donna nel 2000.

Mercoledì 15 luglio 2009 partirà la 6° edizione del Laura Film Festival che si concluderà il 19 luglio dopo aver ricevuto un ospite d’eccezione: Colin Firth, protagonista di “Genova”, ultimo film di Winterbottom. 

Tra gli invitati: Kasia Smutniak, protagonista di “Tutta colpa di Giuda” e Alessio Boni che presenterà il film “Complici del silenzio”. Nel primo, il carcere diventa un perfetto catalizzatore per una storia intellettual-filosofica che ripensa a quella di Gesù. Cosa sarebbe successo se Giuda non l’avesse tradito?

Nel secondo, un giornalista sportivo e il suo fotoreporter approdano a Buenos Aires per i Mundial di calcio del 1978. L’evento sarà l’occasione per la Giunta militare di Videla di far cadere in sordina le gravissime violazioni dei diritti umani. La vicenda dei desaparecidos messa a tacere da un evento calcistico.

Questi saranno soltanto alcuni dei tanti film che svaporeranno come incensieri, insieme ai cortometraggi, presso il “Cinema Nuovo Roma” e l’ "Auditorium Ospitalia del mare". Nel giardino di casa Morandini, in piazzetta della Compera, nel giardino di Villa Agnelli si svolgeranno invece gli incontri con gli autori e registi

Dal 2005 il Festival ha anche un concorso dedicato ai cortometraggi. Il vincitore si aggiudicherà una gassa d’amante, un nodo che fonde simbolicamente realtà diverse. Autori del premio: Renzo Bighetti ed un gruppo di ragazze cambogiane. Lo scultore italiano è stato impegnato in un progetto sociale che ha coinvolto le fanciulle, figlie di una terra che stenta a dimenticare gli anni dei Khmer rossi e non ha un’economia in grado di offrire opportunità di lavoro ai più giovani. In città le ragazze finiscono spesso nel racket del sesso. Di qui la necessità di trovare nuove strategie per aiutarle, insegnando loro a realizzare oggetti interessanti sul mercato globale.

Rivolgiamo ora qualche domanda ad uno dei direttori del Festival, Amedeo Fago, pietra miliare del cinema italiano.

1 – Quest’anno l’edizione si discosterà un po’ dalle precedenti: dall’ambito più privato e personale virerete verso quello più politico e sociale. Secondo Lei in Italia quali sono gli agenti patogeni di questo tessuto?

E’ una domanda piuttosto impegnativa! Lei parla in maniera appropriata di agenti patogeni e questa sua affermazione mi fa pensare che, in effetti, il corpo sociale ha comportamenti simili a quelli dell’organismo vivente dei singoli individui. La differenza fondamentale sta nel fatto che i comportamenti sociali sono determinati dalla realtà psichica degli individui che compongono quel certo gruppo sociale e quindi dal tipo di rapporto che essi stabiliscono con gli altri individui. E sulla realtà psichica umana c’è ancora, purtroppo, una grande confusione: pensiamo ad esempio al concetto di identità, che è l’elemento fondante di quasi tutte le aggregazioni sociali. Ognuno di noi ha più identità a cui, per diversi aspetti, fa riferimento: c’è un’identità legata al luogo di nascita che è linguistica e nazionale, c’è un’identità, per chi ce l’ha, religiosa, c’è un’identità professionale, c’è un’identità politica e così via fino all’identità di appartenenza ad una certa tifoseria calcistica. Ognuna di queste identità che, messe insieme, compongono l’identità sociale di un individuo, rischia di diventare agente patogeno, in quanto fonte di violenza, se prescinde da quella che dovrebbe essere, e che nella maggior parte degli esseri umani è, l’identità fondamentale nel rapporto con gli altri: l’identità umana. Lei mi dirà: che cos’è l’identità umana? Vede, io ritengo che un neonato afgano è uguale ad un neonato americano o a qualsiasi neonato in qualsiasi parte del mondo. Non ci sono differenze culturali nella nascita di un essere umano; ci sono differenze genetiche, somatiche, morfologiche che rendono ogni essere umano irripetibile nella sua complessità biologica; e c’è l’esperienza stessa della nascita, con la sua dinamica pulsionale e di fantasia, che rende ogni essere umano diverso da qualsiasi altro essere umano, nelle sue potenzialità psichiche. Questa è l’identità umana, che fa della differenza l’elemento di uguaglianza. Sembra una contraddizione ma non lo è. Solo attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze può scaturire un tessuto sociale sano; in Italia oggi ci sono spinte di arroccamento identitario molto pericolose.

2 – Da una prima edizione quasi fatta in casa ad un’edizione in cui ospiterete un attore di spicco come Colin Firth. Che effetto Le fa?

Va bene, torniamo alla quotidianità. Questo è il sesto anno che facciamo il Laurafilmfestival, che continua ad essere un festival familiare, anche con la presenza di Colin Firth. Ci teniamo molto a questa dimensione amichevole con cui vogliamo avvicinare il cinema alla gente e non allontanarla come avviene nei festival dei tappeti rossi e del glamour…

3– Nella sezione "Omaggio ad un maestro" conquista il terreno Dino Risi. Cosa Le ha insegnato da un punto di vista prettamente cinematografico?

Due anni fa, nel corso di cinema che tenevo alla facoltà di architettura Valle Giulia di Roma, ho sviluppato con gli studenti una ricerca sull’immagine di Roma nei film di Dino Risi che, come lei sa, era un milanese. E’ stata un occasione per rivedere e analizzare molti film di Risi riscoprendone lo straordinario talento di autore.

4– Secondo alcuni critici, un sistema produttivo organizzato in base alle leggi del successo al botteghino provoca una scomparsa di forti personalità autoriali. Condivide?

Certamente se si pensa solo al botteghino non si fa molta strada. Il cinema è un mestiere che richiede passione, sia da parte di chi lo fa come autore che da parte di chi lo fa come produttore. Bisogna impegnarsi collettivamente per fare dei bei film, e a quel punto se i talenti ci sono vengono fuori, anche in un cinema industriale. Veda Dino Risi! Poi c’è tutto un settore di cinema di ricerca che oggi, grazie alle nuove tecnologie, ha grandi possibilità di espansione che non ha molto spazio. I festival come il nostro possono avere questa funzione: far emergere e, per quanto è possibile, valorizzare il “cinema diffuso” che è sicuramente una grande risorsa culturale.

Non ci resta che attendere l’apertura dell’evento. I cinefili invaderanno il Comune e il piccolo centro turistico si coccolerà tra le braccia di una famiglia che dal 2004 mette a disposizione un patrimonio di conoscenza e professionalità di grande livello qualitativo.

Per consultare il dépliant con il programma: www.laurafilmfestival.com/concorso2009.html

 

 

 

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