• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Le scuse dei Papi

Le scuse dei Papi

Alcuni Papi, nel corso degli ultimi anni, hanno sentito la necessità di chiedere scusa.

Hanno chiesto scusa ai protestanti per la strage degli Ugonotti e Giovanni Paolo II “ha implorato il perdono del Cielo per i cristiani colpevoli del mercato degli schiavi”. Fino alla "mancata difesa dei "diritti umani fondamentali". 

Inoltre “nel calderone di "mea culpa" sono state messe anche tante violazioni di diritti e violenze come le "guerre di religione" (che venivano molto spesso fomentate o benedette anche dai papi), l'Inquisizione (creazione dei papi) e altre persecuzioni e discriminazioni come quelle ai danni degli Ebrei (i papi ne furono spesso grandi protagonisti), di scienziati come Galileo Galilei (messo alle strette dal papa d'allora - Urbano VIII - e dai suoi "collaboratori"), di "streghe" ed "eretici" mandati al rogo (per volere anche dei papi), oltre alla realizzazione di forme di totalitarismo (volute dai papi), quali l'appoggio ai regimi fascisti o le colonizzazioni ed i massacri compiuti nel Nuovo Mondo sotto il vessillo della croce (anche questi con la "benedizione" spirituale e materiale dei pontefici)”.

Enumera queste papali richieste di perdono un articolo di una comunità evangelica che conclude “Wojtyla ha parlato qualche anno fa di "coraggio di riconoscere gli errori commessi", dicendo che in fondo la Chiesa cattolica è sì "santa" ma è anche una "comunità fatta di peccatori" (cito da La Repubblica del 16 aprile 1994, p. 23). Certo, nessuno è perfetto, tutti siamo peccatori ! Ma non tutti pretendiamo, come la gerarchia cattolica, di essere capi della Chiesa divinamente guidati dallo Spirito Santo! Di fronte a questi ed altri scempi, che ne è della presunta infallibilità del magistero cattolico? A che serve avere una guida di questo genere, se essa si può macchiare di tali colpe e trascinare - con le proprie enunciazioni, col proprio esempio, con le proprie iniziative e dottrine - intere generazioni di fedeli a partecipare direttamente o indirettamente a peccati gravissimi come l'omicidio, la violenza, la conquista sanguinosa, la persecuzione, l'odio razziale, la fedeltà cieca a regimi oppressivi e schiavizzanti, l'interpretazione errata delle Scritture (anche questo s'è ammesso a proposito del caso-Galileo)?! E come fidarsi di ciò che l'attuale papa dice e insegna?”

Ma, sia chiaro, le colpe non sono attribuite alla Chiesa - che così rimane artatamente “innocente” - bensì dei “figli della Chiesa”, definizione tanto generica quanto anonima; e, sia chiaro di nuovo, le scuse non sono rivolte alle vittime, ma a Dio.

Disse Amos Luzzatto della comunità ebraica: «non vi è contraddizione tra il pentimento espresso dalla Chiesa per quanto perpetrato contro gli ebrei nel passato e la beatificazione di Pio IX che ne fu uno dei perpetratori? […] Mi aspettavo un riconoscimento delle responsabilità politiche della Chiesa per le persecuzioni antiebraiche: ad esempio sull’istituzione dei ghetti per i quali la Chiesa ancora non ha praticamente detto mai nulla». E che pensare della revoca della scomunica concessa da Papa Ratzinger al vescovo negazionista Richard Williamson. Un bel modo di chiedere scusa agli ebrei.

Più recentemente Papa Francesco ha ritenuto di chiedere scusa per i preti pedofili, glissando bellamente sugli storici ostacoli che la Chiesa ha opposto all’indispensabile opera di pulizia da fare ad opera di magistrati e forze dell’ordine.

La formula canonica delle scuse ha la fantasmagorica forma della richiesta a Dio di perdono “per l’acquiescenza, specie in alcuni secoli, a metodi di intolleranza e persino di violenza nel servizio alla verità” (documento del Vaticano).

“Acquiescenza” sarebbe già termine da discutere visto il ruolo di protagonisti - non di acquiescenti comprimari - che i cristiani (appartenenti al clero o alle massime autorità degli Stati) hanno avuto in secoli di oppressione, persecuzione e sterminio qui e là nel mondo. Ma ancor più discutibile la caparbia arroganza di giustificare a se stessi il ruolo di aver sì ecceduto, ma pur sempre al “servizio della verità”.

Ti massacro - e ti chiedo scusa per questo - ma avevo pur sempre ragione io.

In seguito Wojtila chiese ancora scusa “ai popoli oppressi, alle donne, alle altre religioni”.

In pratica a chiunque: bambini violentati, schiavi, donne, ebrei, protestanti, omosessuali, rom, popoli oppressi, altre religioni. E ancora intellettuali e scienziati, rei di aver messo in dubbio le verità scritturali.

Ma non sono ancora arrivate le scuse per aver appoggiato apertamente e pubblicamente i più sanguinari regimi del mondo contemporaneo: da quello di Francisco Franco in Spagna, a Mussolini, Hitler, Ante Pavelic, capo degli ustascia croati, ai vari regimi sudamericani – indimenticabile la coppia Wojtila-Pinochet benedicenti dal balcone del palazzo in cui fu massacrato Allende, fino al dittatore argentino Jorge Videla, che Bergoglio dovrebbe aver conosciuto bene (e su questa conoscenza lo storico Horacio Verbitsky ha avanzato insinuazioni ben pesanti).

Vogliamo dircela tutta? Hanno massacrato, perseguitato, oppresso, violentato, sterminato per duemila anni. Ed hanno anche mentito per duemila anni: prima convincendo e terrorizzando l’umanità intera che Cristo era morto sulla croce per redimerla dalla sua stessa colpa originaria e poi dicendo che in realtà quella colpa originaria non è mai esistita; era una interpretazione errata della storia biblica.

Ma nonostante l’evidenza, dalla kermesse delle scuse chi ne esce trionfante? Proprio quella comunità di cristiani che così si autoincensa, si autoglorifica, si autoassolve, si autoinnalza agli altari della cronaca e - perché no? - della storia.

Ripulita dagli orrori del passato può così tornare a dettare legge con l’arroganza di sempre: niente diritti civili per gli omosessuali, giusto un po’ di misericordina alle donne che hanno abortito, ai divorziati e ai conviventi (che sono “peggio degli assassini”, si lascia scappare un parroco, ma subito arrivano le scuse del vescovo). Insomma è sempre la solita pretesa di avere la verità in tasca perché la Chiesa sarebbe guidata dallo Spirito Santo, che nessuno sa bene cosa sia (provare per credere).

Ma basta leggere testi come “Il libro segreto dei papi” o “La storia criminale del cristianesimo” (dieci volumi zeppi di fatti dettagliati) o, ancora il documentatissimo “Chiesa e pedofilia” per sapere di più delle verità sottaciute per secoli.

Resta la domanda: ma se hanno chiesto scusa a tutti, non è questa la prova provata che mai, nella storia, hanno avuto la verità fra le mani (e tantomeno sulle labbra e nel cuore)?

Ma, ciononostante, l'Avvenire (il quotidiano dei vescovi italiani così spesso "acquiescenti" con il potere) curiosamente si scandalizza se qualcuno vede la presenza invadente dei cattolici nel mondo dell'informazione come sabbia negli occhi.

Foto: Baskystreet

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.245) 25 giugno 2014 19:26

    BASTA una parola di ... >

    Lo scorso 24 aprile in Val Camonica un giovane 21enne di Lovere (abitante in v. Giovanni XXIII) è rimasto vittima del crollo improvviso di un’imponente croce votiva legata al ricordo di Giovanni Paolo II. Un tragico evento dal tratto “sconcertante” che i media hanno “liquidato” in 24 ore.

    Appena 2 giorni dopo, in S.Pietro, proprio i due Papi (Rocalli e Wojtyla) venivano proclamati Santi anche in forza delle miracolose guarigioni avvenute per loro intercessione.

    Sono passati 2 mesi. NON abbiamo alcuna notizia di una telefonata (tra le tante) di Papa FRANCESCO alla famiglia del giovane “caduto”. Una semplice telefonata di “attenzione e vicinanza”.

    Dobbiamo forse dedurne che tocchi ai suoi genitori “importunare” il Papa per avere almeno una parola di “luce” e guida? E’ risaputo che la vita “accosta” momenti di dolore e di gaudio. Il difficile è vivere una Fede, senza miracoli

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità