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Maria Elena Boschi contro i Professori

Questa è una democrazia vera checché se ne dica, da noi tutti possono dire la loro, ma proprio tutti, anche Maria Elena Boschi.

Il ministro per i rapporti col parlamento si inserisce di sguincio nel dibattito istituzionale e mostra i denti contro i professori e gli intellettuali: “In trent’anni non ci sono state le riforme proprio perché sono stati i professori ad opporsi”, dichiara con serafica, ma decisa, innocenza il ministro. 

La Boschi è stata imbeccata bene, mica può esser sempre Renzi a far la figura dell’ignorantello? Ogni tanto deve pur esporsi qualcun altro per regalarci l’oramai quotidiana perla di saggezza made in #lavoltabuona.

La Boschi, che in teoria sarebbe un ministro e fa politica anche da un bel po’, dovrebbe sapere che mai come in questo periodo la Costituzione è stata ritoccata e brutalizzata a dovere.

Solo nel 2001 ci fu la “sostanziale” e “profonda” riforma del Titolo V (quello che Renzi ora vuole modificare senza mai dire il perché). Questa riforma avrebbe dovuto rafforzare le autonomie locali in vista di un futuro impianto federale del paese, ma col tempo si è trasformata in una generosissima cassa continua per le varie spese pazze degli amministratori locali.

Ricordo inoltre al nostro aggiornatissimo ministro che tale riforma fu confermata addirittura con un referendum – all’epoca la volontà popolare contava ancora qualcosina.

Ora Renzi se la prende con il Titolo V solo perché, nel frattempo, le autonomie locali hanno racimolato un bel po’ di beni e società da svendere in giro per rimpinguare le casse dello stato, ma è stata una modifica costituzionale notevole, anche se è finita a tarallucci e vino come sempre.

Come possiamo non citare anche la riforma della legge elettorale? Il porcellum è stato l’acme dello scempio! La sua bocciatura da parte della Consulta ha delegittimato ben tre legislature, un vero capolavoro! Ma con l’Italicum siamo sicuri che toccheremo nuove vette. Era difficile, quasi impossibile a dire il vero, ma Matteo e Silvio si sono davvero superati!

Ricordo sempre al ministro Boschi che ci fu anche il tentativo, nel 2005, di trasformare la repubblica parlamentare in un premierato criminoso alla Berlusconi, ringraziando iddio un referendum abbatté il mostro nel 2006, ma ahinoi non lo scienziato pazzo che lo creò!

E anche in quel caso si tentò di esautorare il senato dal voto di fiducia cercando di trasformarlo proprio in una camera delle autonomie (guarda un po’!). Come il ministro Boschi può dunque facilmente notare, Renzi non dice nulla di nuovo, anzi si rifà fedelmente a papi Silvio.

Quindi, se proprio vogliamo dirla tutta, il rivoluzionario esecutivo del fare dovrebbe tenere conto di quell’esito referendario - caduto misteriosamente nel dimenticatoio -, che escluse per volontà popolare lo stesso tipo di riforma del Senato che ora Renzi definisce un’assoluta novità.

La Boschi deve farsene una ragione, la giovincella lavora per Berlusconi… e anche molto male.

Va inoltre rammentata la modifica dell’articolo 138, che prevede il principio di pareggio di Bilancio, resa effettiva proprio da quest’anno: una restrizione sulle politiche di bilancio che rende ancora più rigido il ricorso all’indebitamento pubblico; ma di ciò che risulta scomodo per la propaganda è meglio non parlare - ammesso per beneficio d’inventario che ve ne sia coscienza nella squadra di governo - altrimenti Renzi come può fare promesse totalmente assurde?

Ma il governo Renzi tace anche sul “Comitato parlamentare per le riforme costituzionali” , un organismo ancora in cantiere – e che con ogni probabilità non vedrà mai la luce – composto da 42 parlamentari, 20 senatori e 20 deputati, più due presidenti di commissione, che dovrebbe avere due compiti primari: innanzitutto esaminare tutti i progetti di riforma riguardanti i primi cinque titoli e la seconda parte della Costituzione e in seconda istanza coinvolgere le autonomie locali nel processo delle riforme.

E’ abbastanza palese che ora come ora un comitato del genere sarebbe solo d’intralcio per le “mirabolanti e frenetiche innovazioni di Renzusconi”, dunque possiamo star certi che finirà nel limbo sovrappopolato dei disegni di legge abbandonati.

Contrariamente a quanto dichiara l’informatissima Maria Elena Boschi, negli ultimi anni la Costituzione italiana è stata più volte sedotta, violentata e abbandonata: ha subito ritocchi ad personam, lifting mostruosi e tutti irrimediabilmente dannosi. E’ stata continuamente stravolta con un sadismo efferato e con un’incompetenza senza pari, e mai, mai nessun costituzionalista, professore o intellettuale degno di nota è stato veramente coinvolto.

Che dire, i professori sono il male per le riforme alla finocchiona? Forse sì, ma solo perché avrebbero dovuto bocciare un po’ di più agli esami di Diritto Costituzionale!

Questo articolo è stato pubblicato qui

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