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WikiLeaks: Julian Assange sarà arrestato dagli USA e l’Islanda diventa il Nuovo Paradiso dei Media

WikiLeaks: Julian Assange sarà arrestato dagli USA e l'Islanda diventa il Nuovo Paradiso dei Media

La notizia è di ieri sera. Una fonte federale del magazine statunitense 2600 afferma che “Julian Assange sarà arrestato senza fornire spiegazioni non appena varcherà il suolo statunitense” (fonte).
 
L’uomo a cui il Pentangono dà la caccia è il Fondatore di WikiLeaks. Dal maggio di quest’anno il Governo USA ha moltiplicato gli sforzi per mettere le mani sull’uomo che possiede i 260 mila documenti inviatigli dall’analista dell’esercito USA Bradley Manning. Questi era dislocato a Baghdad e aveva inviato una mail a Adrian Lamo, un ex hacker che aveva conosciuto online, nella quale raccontava di aver passato al sito d’informazione anche altri due documenti riservati: un video di un raid aereo in Afganistan e un rapporto del Pentagono sulla minaccia WikiLeaks.
 
Storie d’informazione ma anche di hacker e di spionaggio. Da quel maggio tutto è cambiato, Julian Assange ha accentuato la sua accortezza nelle comunicazioni. E’diventato ancor più sospettoso e sfuggente ma cerca, comunque, di comunicare con la sua rete di sostenitori.
 
Per alcuni giorni è stato irragiungibile ed è tornato, dopo giorni di silenzio, attraverso una mail indirizzata a tutti i sostenitori di WikiLeaks nella quale spiegava come il Pentangono temesse la pubblicazione delle 260 mila comunicazioni tra diplomatici che, per il controspionaggio USA, potrebbero mettere a rischio la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e i rapporti con alcuni paesi esteri.
 
Nella lettera, Assange, oltre a fare il punto sull’arresto di Manning, annuncia la pubblicazione del video sul massacro di Garani: “Manning è accusato di aver consapevolmente fornito a noi il video Collateral Murder e il video di un massacro avvenuto in Afghanistan lo scorso anno a Garani. Nel massacro di Garani, sul quale stiamo ancora lavorando, sono morte oltre 100 persone, molte delle quali erano bambini”.
 
Lancia, inoltre, un appello ai sostenitori di WikiLeaks affinché siano creati tanti gruppi di “Amici di Wikileaks”, trasformando così il portale in una risorsa maggiormente distribuita e pervasiva, utile per coprire più notizie ed eventi mantenendo un buon livello di indipendenza.
 
L’appello sembra dare i primi frutti. Nella giornata di ieri, come detto, 2600 ha dato il suo contributo annunciando che l’FBI cerca Assange per arrestarlo e, nella stessa giornata, il parlamento islandese ha votato, con 50 voti a favore, 0 contrari e un astenuto, la proposta di legge che, di fatto, tramuterà l’Islanda nel “nuovo paradiso dei media” (new media heaven). La scelta nasce dalla crisi finanziaria che nel 2009 ha colpito il paese nord europeo e ha costretto tre delle sue principali banche alla chiusura.
 
L’Icelandic Modern Media Initiative (IMMI) si basa provvedimenti che tutelano la libertà di espressione nel resto del mondo: dalla protezione totale per gli informatori (Belgio) ad un segreto professionale rafforzato per i giornalisti (sull’esempio della Svezia); ma anche maggiori garanzie per i fornitori di connettività che non si vedranno costretti a rivelare l’identità dei propri utenti dietro richiesta della magistratura (fermo restando che la legge islandese protegge solo la libertà di espressione, tutti gli altri reati online continueranno ad essere perseguibili).
 
WikiLeaks is under attack, scriveva Assange qualche giorno fa. Solo un fronte unito può salvarla.
 

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