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Vino, nuovo status symbol del cinese ricco

Tra le tante “diavolerie” occidentali, i cinesi ricchi hanno scoperto la seduzione del vino. Una bevanda che era praticamente sconosciuta ad 1,4 miliardi di cinesi, oggi conta circa 10 milioni di venditori, su un mercato potenziale che si aggirerebbe sui 200 milioni, tanti quanti sono i cinesi classificabili a medio termine come classe media e alta.

Il consuntivo export del 2012 dice che la Cina ha importato vino per soli 400 milioni di euro, nulla per un mercato che ragiona a miliardi sui prodotti di massa.

Quindi, per ora, il vino d’importazione è principalmente uno status symbol. Neanche caro, in fondo. Le etichette occidentali più prestigiose non sono utilizzate in casa, ma per dare tono ad incontri d’affari e per rendere più disponibili i burocrati (che in Cina devono solo timbrare e mai firmare nulla).

I buyer locali riferiscono come sia del tutto irrilevante che le bottiglie eccellenti siano effettivamente "capite" e apprezzate: ciò che conta è regalarle o riceverle, come segno di “bien vivre”.

Naturalmente, il vino occidentale come status symbol sta diffondendosi rapidamente fra i giovani ricchi: si beve al ristorante, al bar, nelle discoteche, nei night-club. Ma in questo caso è per far colpo su belle ragazze.

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