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Vanessa e Greta: calma e gesso prima dei commenti sui social network. Ma è sufficiente?

In questi giorni sono stati analizzati i tweet, i commenti sui social network, riferiti alla liberazione di Greta e Vanessa, le due volontarie italiane rapite in Siria. Ed è stato rilevato che molti sono stati i commenti decisamente critici, spesso dei veri e propri insulti, circa il comportamento delle due giovaani.

Il più delle volte tali commenti sono stati valutati esaminando il merito della questione, tentando di dimostrare l’infondatezza di questi commenti anche “feroci”. A mio avviso, il punto non è questo. Sui social network, frequentemente, su vicende le più disparate, ed anche molto diverse da quelle che hanno interessato Greta e Vanessa, fioriscono commenti molto pesanti, veri e propri insulti.

Purtroppo è così.La colpa è degli strumenti, cioè delle caratteristiche specifiche dei social network?

In parte sì, nel senso che essi si prestano ad accogliere valutazioni improvvisate e inseribili nella Rete con poche e rapide battute su una tastiera di un Pc o di un tablet o di uno smartphone.

In parte la responsabilità è di chi utilizza questi strumenti, in maggioranza giovani, generalmente più impulsivi e meno abituati a riflettere rispetto agli adulti.

Ma nel ricercare le cause di un tale fenomeno non ci si può limitare a queste considerazioni, a mio parere.

Avete mai avuto modo di ascoltare le affermazioni in un bar, in un treno o su un autobus, a proposito, ad esempio, degli immigrati extracomunitari? Anche in quelle sedi si possono ascoltare spesso affermazioni molto forti, veri e propri insulti anche in questi casi, affermazioni peraltro del tutto infondate.

E allora? Dove voglio arrivare?

Secondo me, nel corso degli anni, si è proceduto a grandi passi verso un reale imbarbarimento della società italiana, dove, ad esempio, si è sempre più diffusa la tendenza a tutelare esclusivamente i propri interessi, senza preoccuparsi dei metodi utilizzati, ed anche ad essere sempre più violenti e aggressivi, per fortuna nella maggior parte dei casi, solo verbalmente.

E le responsabilità di chi ricopre incarichi politici non sono piccole: è sufficiente da un lato osservare la loro azione, molto spesso finalizzata solo a perseguire interessi personali, ed anche il loro comportamento, soprattutto nell’ambito dei mass media televisivi, molto spesso contraddistinto, anch’esso, da una forte aggressività e da un frequente utilizzo del turpiloquio.

Ma i cattivi esempi e i cattivi maestri non ci rendono irresponsabili dei nostri comportamenti, perché influenzati da quelli adottati da coloro che hanno decisamente un potere maggiore del nostro.

Peraltro anche il Papa, recentemente, ha compiuto un evidente errore, quando, riferendosi alle critiche nei confronti delle religioni espresse da chi fa satira, ha detto che, in qualche modo, costoro potevano anche essere presi a pugni.

Quindi, certamente, prima di scrivere qualche tweet e prima di scrivere qualche commento su facebook, occorre essere più attenti e riflettere almeno un po’. Nella consapevolezza però che il problema è molto più grande di quanto possa apparire, analizzandolo, anche in questo caso, in un modo decisamente troppo frettoloso.

 

Foto: Nate Bolt/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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