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Usa: primo giorno senza tripla A mentre Italia e Spagna necessitano aiuto

Quello che il bruco chiama “fine del mondo” il resto del Mondo lo chiama “farfalla”.

Sulle due sponde dell’Atlantico da oggi siamo in una nuova dimensione: gli USA vivono il loro primo giorno di mercato senza il rating AAA (vedi anche “La grande mietitura“), mentre in Europa dopo gli aiuti stanziati a Grecia, Irlanda e Portogallo, altri due Paesi entrano nel club di chi necessita di sostegno istituzionale: Spagna ed Italia.

La mattinata è trascorsa abbastanza morbida, all’insegna dell’entusiasmo per Italia e Spagna, beneficiarie degli aiuti. Crescite del 4,5% per i loro indici, poi via via l’entusiasmo è scemato, anche perché i mercati azionari sono quelli più liquidi ed è dunque si di essi che si sfogano i dubbi degli operatori.

Mentre si cerca di minimizzare con le parole le conseguenze di questi due avvenimenti, ci si attiva con i fatti per preservare lo status quo. Esempi? eccovene qualcuno:

  • Il capo del dipartimento del Tesoro, Tim Geithner, sostiene che l’EFSF vada ampliato per rassicurare i mercati sulla capacità di acquisto di bond dei Paesi periferici. Va da sé che quanto più lo si estende e tanto maggiore è la quota che ciascun Paese deve versare. L’italia ad esempio “pesa” circa un quarto dell’UE, significa che estendere -ad esempio- l’EFSF di 200 mld € vuol dire chiedere all’Italia di versare 50 mld€, ovvero di far inserire l’Italia nei Paesi da sostenere… ehm scusate, in realtà è già così
  • Gli emittenti corporate americani si preparano al downgrading inevitabile che li colpirà dopo quello giunto sui titoli governativi. Salgono dunque i CDS di Bank of America, Goldman, Citigroup…
  • Un G-7 straordinario viene convocato per calmare gli investitori
  • La BOJ e la BNS (le banche centrali giapponese e svizzera) cercano di impedire la rivalutazione delle loro monete, che gli investitori comprano per coprirsi dal nuovo rischio dollaro

Forse però sopra ogni altra meritano di stare due notizie, una per ogni sponda dell’Atlantico:

la prima è che S&P sottolinea come, pur avendo portato a AA+ con outlook negativo il rating di lungo termine degli USA, abbia lasciato inalterato quello di breve, riconfermando la AAA. Come ricorderete dal Mese Alieno di Marzo 2011 “Repricing” il debito USA è prevalentemente di breve termine, il che rende particolarmente efficace questa precisazione nel frenare la necessità alla vendita.

Dall’Europa invece la notizia è che cominciano a circolare le prime stime di quanto denaro bisognerà investire in bond italiani e spagnoli per fermare l’allargamento degli spread: si tratta della banale cifra di 850 miliardi di €

Questo enorme esercizio di esborso finanziario non sarà facile da realizzare e creerà un elevato rischio di crollo politico” Dice il capo economista europeo di RBS, Jacques Cailloux “Ma questo potrebbe essere il necessario passo richiesto per intraprendere il cammino della creazione di uno strumento di debito comune, il cui qui pro quo consiste nella cessione della sovranità fiscale.”

Secondo me qualcuno ha tradotto per gli amici di RBS ampi stralci de “L’approdo finale“…

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