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Unicredit: Ghizzoni nuovo ad. Ho sbagliato pronostico

La corsa alla successione di profumo è finita. Con un inaspettato esito

Qualche giorno fa, parlando della rimozione di Alessandro Profumo dal ruolo di CEO di Unicredit, mi ero lanciato in un pronostico: Claudio Costamagna. Una scelta forte, un uomo di spessore, e un uomo che esprimeva chiaramente un rafforzamento di un fronte. Costamagna è infatti molto vicino a Bazoli, presidente di Banca Intesa. Mi ero fatto un mio film “giallo”. Ma ho sbagliato il pronostico. Il successore scelto è Federico Ghizzoni. Leggiamo dal sito di Unicredit: “Federico Ghizzoni è nato a Piacenza (Italia) il 14 ottobre 1955. Laureatosi in legge all’università di Parma, ha iniziato la sua carriera nel 1980 come Customer Relations Manager in una filiale di Piacenza del Credito Italiano.” In linguaggio corrente, questa roba in pomposo “bancariese” significa che Federico era un impiegato che nella filiale di Piacenza vendeva polizze e bancomat, non c’è niente di cui vergognarsi, non sto dileggiando nessuno. E’ un inizio di carriera dignitoso per un 25enne neolaureato, probabilmente un LAP (laureati alto potenziale, li chiamano). Ma riprendiamo la lettura in bancariese: “Dopo aver lavorato come responsabile Credit & Marketing nella filiale di Piacenza, Ghizzoni ha poi ricoperto l’incarico di Direttore di filiale a Trieste dal 1988 al 1989.”

Dopo i bancomat e i fondi comuni a Federico viene mostrato l’altro lato della Banca, e lo mettono a fare fidi. L’alto potenziale si concretizza: dopo soli 8 anni di banca Federico è direttore di filiale. Oltretutto dimostra una buona disponibilità al trasferimento: da Piacenza a Trieste. Queste cose sono molto apprezzate dall’azienda, che è zeppa di lavoratori che desiderano solo lavorare vicino a casa.

Parte la svolta: a Federico viene proposto un percorso di carriera rapido all’interno non solo della banca, ma anche delle società del Gruppo, ma con le valigie costantemente in mano: “Successivamente è stato Direttore di filiale a Seriate dal 1990 al 1992, e quindi Vice Direttore Generale dell’ufficio di Londra del Credito Italiano. Dopo essere stato nominato nel 1995 Direttore Generale dell’ufficio di Singapore del Credito Italiano, tra il 2000 e il 2002 è stato Direttore Esecutivo responsabile del Corporate and International Banking di Bank Pekao S.A (in Polonia, ndBA), controllata da UniCredit. Nel 2003 ha iniziato a lavorare in Koç Financial Services, una joint venture paritetica tra Koç Holding e il Gruppo UniCredit. Come membro dell’Executive Board di Koç Financial Services e di tutte le sue affiliate, Ghizzoni è entrato a far parte del Top Management come responsabile di auditing, risk management, planning and control. In seguito all’acquisizione da parte di Koç Financial Services di Yapi ve Kredi Bankasi e le sue affiliate è diventato COO e Executive Board Member di Koç Financial Services, nonché COO e Vice Chairman di Yapi ve Kredi Bankasi. Nel luglio del 2007 è nominato Responsabile della Divisione Poland’s Markets di UniCredit, Responsabile CEE Banking Operations e membro del Board responsabile della CEE Banking Division di Bank Austria AG. Dall’aprile 2009 è Membro dell’Executive Management Committee di UniCredit. Nell’agosto 2010 ha assunto la posizione di Deputy CEO e Deputy General Manager di UniCredit. Dal 30 settembre 2010 è Amministratore Delegato di UniCredit.” Un percorso onorevole, Londra, Singapore, Varsavia… ma, oggettivamente, tutto all’interno di mamma Credito Italiano. E qui nasce il dubbio se sia una scelta volutamente “debole” quella di mettere a capo della più importante banca commerciale italiana un uomo senza un passato ‘forte’ nel mondo interbancario; oppure se sia una scelta ombrosamente “forte”, quella di mettere a capo della più chiaccherata fra le grandi banche italiane un uomo che ha maturato una grande esperienza di auditing e di risk management e che ha visto da vicino le società del gruppo dislocate in Est-Europa. Il suo ruolo sarà quello di guida debole all’interno di equilibri in movimento nel “salotto buono” italiano, oppure di uomo forte nel riordino dei buchi che il Gruppo avrebbe in giro per l’Europa e non sa più come nascondere? Il giallo continua…

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.158) 2 ottobre 2010 11:40
    Damiano Mazzotti


    Gran parte delle banche sono piene di buchi... In Inghilterra si affidano alla liquidità araba e russa per salvare la baracca.... E anche a fondi derivanti da attività illecite come lo smercio di droga, ecc... I libici sono preziosi per la liquidità, dato che i tedeschi fanno i furbi: è vero che lì l’economia funziona meglio, ma è anche vero che sono pieni di titoli di stato che valgono poco e niente...

    Fra qualche mese dovremo decidere se salvare queste banche o questi stati... Tutto qui...

    Io non salverei nessuno di questi e mettere dei giovani con le mani e la coscienza pulita...

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