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 Home page > Tribuna Libera > Un premier imbarazzato. Ed imbarazzante

Un premier imbarazzato. Ed imbarazzante

Imprescindibili considerazioni natalizie del nostro premier, ieri mattina a RTL 102.5. Dove si conferma che le idee sono molte, e tutte confuse e pericolose.

Renzi, come ogni rivoluzionario che si rispetti, ha deciso che il cambiamento deve essere pervasivo:

«Vanno cambiate anche le regole del gioco nelle banche. Non è possibile che non ci sia un cambio strutturale anche nelle regole delle banche mentre noi cambiamo le regole del gioco»

Cosa ciò significhi, non è chiaro. Forse che le banche devono prestare a viva forza, a vista, ad ogni richiedente? “Mi manda Renzi, aprite!”. Vai a saperlo. Di certo, visti i cambiamenti epocali che il premier sta imprimendo al paese, anche le banche dovranno fare la loro parte. Lo dicevano già Tremonti e Berlusconi, illo tempore. Ed anche Maduro e la Kirchner, se la memoria non ci inganna.

Che altro serve? Ah, si:

«Serve anche semplificazione burocratica, altrimenti è un gatto che si morde la coda (…) servono degli strumenti finanziari, dei fondi che aiutino il giovane a portare avanti la propria idea»

Beh, si, al momento i “giovani” e meno giovani li aiutiamo con il nuovo regime dei minimi, con la promessa che verrà cambiato. Almeno, così disse il premier, quello che promette burro cannoni e cannoli ma, esattamente come Fonzie non riusciva a dire “scusa”, non riesce a dire “abbiamo fatto una caxxata imperiale“. E quindi,attendete fiduciosi.

E comunque, Renzi ha un chiodo fisso in testa:

Parlando più in generale dei dati economici, il presidente del Consiglio torna sulla cifra “imbarazzante” dei “400 miliardi” di risparmi privati degli italiani: «L’Italia mette da parte i soldi perché ha paura. Ci sono più soldi fermi [sic] nel risparmio degli italiani che nel piano Juncker. Il Paese è rannicchiato ma deve riprendere a correre» (Ansa)

Capite, neghittosi italiani? I vostri risparmi sono imbarazzanti. E Renzi proprio non riesce a capire che quei risparmi non sono fermi sotto il materasso, né in contanti nelle cassette di sicurezza o sepolti nel bosco, ma sono investiti in attività produttive: depositi bancari, azioni, obbligazioni societarie. Tutti produttivi tranne quelli messi in titoli di stato. Eppure questi ultimi hanno la tassazione agevolata al 12,50%, mentre gli investimenti in attività produttive sono “rendite finanziarie pure”, e come tali vanno massacrati di tasse al magico 26%. Produttivi, vero?

Ed anche il concetto di risparmio precauzionale sfugge completamente a Renzi. Abbiamo un paese che si sta spappolando ma è solo irrazionale paura, perché ora abbiamo al comando l’uomo che farà rifiorire l’Italia. Non lo sapevate? E quindi, svelti: scendete in strada e consumate, altrimenti Renzi vi tasserà per punirvi di aver risparmiato.

E buon 2015 a tutti. Sarà l’anno in cui proseguirà l’assalto ai vostri risparmi. Perché siete “rannicchiati”. E, visto che il piano Juncker (con cui Renzi e le sue majorettes ci hanno frantumato i cabbasisi per un anno), semplicemente non esiste, sappiate che i vostri risparmi potranno tornare utili.

Preparatevi. Nel 2015, su questi schermi, lo scontro finale tra Matteo Renzi e la Realtà. Uno dei due soccomberà, in modo drammatico.

Secondo voi, chi? Ma non chiedetelo a Fabio Fazio, mi raccomando.

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.183) 24 dicembre 2014 15:43

    Tra dicembre 2013 e febbraio 2014 la BCE ha messo a disposizione delle banche italiane 60 mld di euro al tasso dell’1%.
    http://www.ilsole24ore.com/art/econ...

    Questi capitali, più la raccolta, le banche li hanno impiegati per 2/3 nell’acquisto di BTP (al 3-4% di rendimento) e in trading finanziario. Ad alimentare il credito per famiglie e sistema produttivo è andato circa 1/3 dei capitali erogati dalla Banca Centrale Europea.

    E’ arduo sostenere che, a parità di capitale impiegato, il finanziamento allo Stato produca altrettanta ricchezza reale di quanta ne produca il sistema delle imprese. Oltre al fatto che il rendimento dei titoli di stato viene remunerato con ulteriore debito pubblico, non con valore corrispondente a ricchezza prodotta.

    In pratica lo Stato fa concorrenza sleale alle imprese attirando i 2/3 dei capitali finanziari per impieghi largamente improduttivi, le imprese deperiscono, il gettito fiscale diminuisce, lo Stato è costretto ad aumentare il sebito in misura corrispondente.

    E’ chiaro che se questo ciclo non venisse interrotto, in fondo al tunnel non vi sarà la ripresa ma il default conclamato dell’intero sistema.

    Default che, benché non dichiarato, di fatto già esiste, dal momento che lo Stato non è in grado oggi di fare fronte al suo debito.

    Per tentare almeno di rallentare la frana lo Stato dovrebbe agire in via prioritaria sul fronte della spesa pubblica, eliminando gli sprechi, aumentando l’efficienza della PA, diminuendo progressivamente la quota di indebitamento, in modo da ridurre sia l’ammontare complessivo del debito sia il tasso di interesse da corrispondere ai finanziatori.

    Questo naturalmente non significa licenziare qualche milione di dipendenti pubblici, significa che almeno a parità di prestazioni il costo della PA deve diminuire.

    Il risparmio di spesa dovrebbe andare a compensare la diminuzione del gettito fiscale dovuto alla crisi e anche la diminuzione della pressione fiscale sul lavoro.

    Tuttavia, poiché l’inefficienza della spesa pubblica genera risorse che la partitocrazia al governo impiega per finanziare le clientele che gli garantiscono la permanenza al potere, è ovvio che questo obiettivo non solo non è al primo posto delle sue priorità: è proprio in fondo, visto come il condannato a morte può vedere il capestro.

    Di conseguenza gli occhi di Renzi si poggiano con cupidigia sull’ultima risorsa che può almeno temporaneamente allontanare l’amaro calice: i risparmi degli italiani. I quali, come giustamente fa rilevare lei, non stanno ad ammuffire sotto una mattonella: circolano nel mercato dei capitali.

    E poiché i signori che ci governano non hanno nessuna vergogna o ritegno quando si tratta di salvaguardare il loro tenore di vita, quello dei loro sponsor, il loro potere, inventano ogni possibile espediente per giustificare il trasferimento di maggiori risorse dal risparmio alla spesa pubblica.

    In conclusione: con questa classe politica di governo il nostro destino è segnato. Eppure c’è ancora chi continua a votarla.

    • Di (---.---.---.145) 26 dicembre 2014 01:02

      Sarebbe interessante capire perché quei 60 MIL non potevano essere dati direttamente allo Stato, alle stesse condizioni, invece di consegnarli alle banche, cioè a soggetti privati che poi li hanno investiti secondo criteri che nulla hanno a che vedere con l’interesse dei cittadini.

      E purtroppo, sic stantibus rebus, servirà a poco cambiare questa classe politica, seppure con una più onesta, se non si cambia questo sistema, cosa praticamente impossibile con questa Europa: ecco perché sarebbe necessario uscire dall’euro. Non tanto, o non solo, per poter fare manovre valutarie che consentano di fare sani investimenti e aumentare la competitività dei nostri prodotti, quanto per abbattere davvero questo perverso sistema di indebitamento


    • Di (---.---.---.183) 26 dicembre 2014 15:36

       Sarebbe interessante capire perché quei 60 MIL non potevano essere dati direttamente allo Stato, alle stesse condizioni, invece di consegnarli alle banche, cioè a soggetti privati che poi li hanno investiti secondo criteri che nulla hanno a che vedere con l’interesse dei cittadini. -

      Dunque lei suggerisce che la BCE adotti il cosiddetto Quantitative Easing: l’acquisto diretto dei titoli di debito dello stato da parte della banca centrale. In pratica si tratterebbe di creare nuova moneta per finanziare il debito sovrano che alcuni stati europei, i cosiddetti PIGS, non solo non riescono a ridurre ma continuano ad ampliare. La Germania e i suoi satelliti sono contrari, ma può darsi che alla fine ci si arrivi per evitare danni peggiori.

      Sono contrari con ragione, a mio parere, dal momento che la via maestra per rientrare del debito è quella di ridurre la spesa pubblica con interventi strutturali. Offrire una tale scappatoia alle classi politiche di governo dei PIGS, che finora hanno pagato l’inefficienza e il clientelismo facendo debito, significa disincentivare il loro impegno in tal senso. Significa anche accollare a quei paesi che le loro riforme le hanno fatte già da anni parte del debito di quelli che non le hanno fatte e non vogliono farle. Come si fa a dare torto a Germania & C?

      Quanto alle banche che non fanno l’interesse dei cittadini: non è quello il loro scopo statutario. Come ogni altra impresa privata in economia di mercato, le banche hanno il solo imperativo etico di garantire l’interesse degli azionisti remunerando il loro investimento. Fare l’interesse generale dei cittadini compete alla politica e allo stato.
      Se lo stato emette titoli di debito ad un tasso di interesse maggiore e più sicuro rispetto a qualsiasi altro titolo privato, come potrebbe la banca giustificare agli azionisti il rifiuto di acquistarne?
      A non fare il loro dovere sono i governanti, che continuano a rastrellare ingenti risorse finanziarie dal mercato offrendo alti tassi di interesse e sottraendole al sistema produttivo e alle famiglie.

      - E purtroppo, sic stantibus rebus, servirà a poco cambiare questa classe politica, seppure con una più onesta, se non si cambia questo sistema, cosa praticamente impossibile con questa Europa: ecco perché sarebbe necessario uscire dall’euro. Non tanto, o non solo, per poter fare manovre valutarie che consentano di fare sani investimenti e aumentare la competitività dei nostri prodotti, quanto per abbattere davvero questo perverso sistema di indebitamento -

      E lei crede che, una volta liberata dai vincoli di bilancio imposti dall’Europa, questa classe politica non tornerebbe ad espandere il debito pubblico per finanziare clientele ed inefficienza svalutando a manetta la moneta, dunque a spese dei redditi più bassi?

      Può essere una immagine brutale quella che le presento, ma lei immagini che l’istinto primario che fa agire questa classe politica è simile a quello che anima una colonia di afidi su una rosa: prosperare e moltiplicarsi.
      Lei crede che gli afidi si preoccupino del fatto che il loro prosperare e moltiplicarsi potrebbe uccidere la rosa e dunque anche loro stessi? No, da che mondo è mondo.

    • Di (---.---.---.145) 26 dicembre 2014 17:31

      Non ho mica detto che basta uscire dall’euro per risolvere tutti i problemi!  Ovviamente è condizione necessaria, ma non sufficiente: l’altra condizione è quella di una classe politica onesta, volenterosa e competente (lasciandogli magari anche un po’ di tempo per imparare, visto che nessuno nasce imparato).  Ma, altrettanto ovviamente, bisogna crederci e chi ha un atteggiamento nichilista apre gli occhi solo quando è buio e vede tutti i gatti bigi, per citare un noto detto. 

      Per inciso, anche l’affermazione ormai data per assodata per cui una classe politica è lo specchio del popolo che rappresenta (o che dovrebbe rappresentare), è un’altra di quelle aberrazioni che ci hanno fatto ingoiare negli ultimi vent’anni. Bisognerebbe ricordare che, così come accade o dovrebbe accadere in una famiglia, anche chi è alla guida del governo di un Paese ha maggiori responsabilità e deve essere di esempio.

      Quanto al sistema di finanziamento, io non so di Quantitative Easing, non sono un economista; semplicemente, applico i criteri del cosiddetto buon padre di famiglia che, secondo il codice civile, è:

      "la diligenza, cioè l’impegno nel soddisfacimento dell’interesse del creditore, tipica dell’uomo ’medio’, il buon padre di famiglia appunto, che va valutata in relazione alla specifica obbligazione che il debitore deve eseguire".
      Quindi, ragionando come un comune uomo della strada, qual sono, il fatto di farsi prestare il denaro da qualcuno ad un tasso maggiore di quello che potrebbe essere pagato, comunque lo si chiami, mi pare una sciocchezza.
      E nel caso specifico la parola sciocchezza è un eufemismo.
  • Di (---.---.---.146) 24 dicembre 2014 19:31

    Giusto, 183. Ringrazio nuovamente tutti quelli hanno votato per il PD.

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