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“Un errore la guerra al terrorismo", il Ministro inglese si smarca da Bush

 

Mentre il Ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni in un’intervista concessa ieri al settimanale tedesco Der Spiegel dichiara: che non si vuole distruggere Hamas bensì scoraggiarlo dal continuare gli attacchi a Israele; che questa “non è una guerra che si possa risolvere con un trattato di pace”; che è un errore il tentativo del Ministro della Difesa israeliano Barak di negoziare una tregua con Hamas, il Ministro degli Esteri britannico David Milliband dichiara al quotidiano inglese The Guardian che è un errore parlare di “guerra al terrorismo” come ha sempre detto il presidente uscente Bush.


E’ la prima volta che un Ministro inglese si smarca dalla strategia di guerra come è stata concepita dagli USA. Il discorso contro la politica anti-terrorismo finora tenuta da Bush e i suoi alleati, è pronunciato da Milliband a Mumbai, proprio il luogo che fu teatro del più recente e più sanguinoso attacco terroristico dopo l’11 settembre.
“Sarà la storia a confermare che finora quello che è stato fatto per contrastare il terrorismo ha prodotto più male che bene”, ha sottolineato il Ministro britannico esprimendo la personale opinione che la strategia finora adottata è servita soltanto a compattare le schiere del terrorismo.”
 
Finché si continuerà a parlare di buoni e cattivi, ha dichiarato Milliband, di moderati ed estremisti, non sortiremo alcun altro effetto se non quello di costringere la controparte a enfatizzare le proprie ragioni servendosi di bugie altrettanto colossali come quella di cui ci siamo serviti noi per dare inizio alla guerra.
 
La “guerra al terrorismo” così come è stata concepita da Bush, suggerisce ancora Milliband, implicava l’idea che la corretta risposta da dare fosse quella militare. Mentre invece, e qui cita il generale americano David Petraeus, la coalizione occidentale in Irak “non avrebbe certo potuto fare piazza pulita di tutti i problemi creati dall’insurrezione della popolazione civile”.
 
Secondo il Ministro inglese, l’amministrazione Bush dopo l’11 settembre ha rappresentato la minaccia di una carneficina globale come giustificazione di una preventiva azione militare, un tipo di prigionia a lungo termine senza diritto al processo e con tecniche di interrogatorio crudeli e torture , proprio come sono state più volte denunciate dalle organizzazioni per i diritti umani.
 
Per tutto questo, osserva ancora Milliband, si auspica che Obama bandisca nelle parole e nei fatti l’espressione “guerra al terrorismo”e contro la minaccia globale adotti un approccio più multilaterale e meno militarizzato.

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