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Sul Partito (non) Democratico

Ho scritto questa nota solo perché ho avvertito "un vuoto" di rappresentanza delle molte moltissime voci che chiedono una politica "pulita" da misere ambizioni ed interessi che stanno portando il PD alla dissoluzione. Al PD, quello di Veltroni e di Franceschini (è sempre lo stesso) ormai credono solo i padri fondatori. Noi l’abbiamo subìto. Avevamo poche alternative e ubbidienti lo abbiamo sostenuto. Loro si sono dimostrati incapaci di tutto, anche solo di scriverne delle regole decenti, ma andiamo oltre.

Berlusconi viene travolto da una tempesta giudiziaria e scandalistica che avrebbe spazzato chiunque ma i nostri, sia pur fortemente sollecitati, non sono nemmeno stati capaci di concordare un’azione parlamentare degna di tal nome che potesse, almeno, rimanere agli atti delle Camere. Dopo il tracollo delle elezioni europee sentono l’esigenza di un Congresso che non dovrà essere una resa dei conti, promettono. Certo. Vogliono che tutto resti come prima: ognuno a comandare la sua correntina, la sua fondazioncina, la sua tv reddina o webbina.

E noi? Qualche sfogo sarà ammesso, ovvio, giusto per la statistica e per dire che c’è il dissenso: siamo democratici, no? O democretini? Rivolgo un invito a tutti coloro (come li capisco!) che non vorranno mai aderire al PD. Volenti o no, al destino di questo partito sono, nel bene o nel male, legate le sorti di tutta la sinistra italiana. Contribuire ad orientarne la politica, anche solo con movimenti di opinione è importante, utile e sano per tutti.

Anche perché bisognerà ritrovarsi per condurre insieme le grandi battaglie politiche e civili come l’antimafia, l’anticorruzione, per l’ambiente ed il lavoro che l’intero Paese (o almeno la parte che tutti i giorni fatica per vivere) ci chiede.

Riporto qui le mie riflessioni sul Partito (non) Democratico. Vengono da molto lontano, trattenute per anni e riposte nel cassetto ogni volta che veniva promessa una svolta. Che non è mai venuta. Tutti avvertiamo come il PD, nato per inseminazione artificiale, sembri destinato a passare direttamente dalla precoce pubertà ad una lenta agonia. Troppi medici si affannano al suo capezzale intenti alla propria carriera più che alla guarigione del grande malato che, dell’inefficacia delle cure, se ne avvede e tace impotente. La nascita del PD ha allontanato molti bravi compagni.

Chi credeva che bastasse una robusta dose di web per poter "governare" un passaggio così difficile, non ha considerato che il web è un’arma a doppio taglio che non perdona. Le notizie, in rete, circolano veloci ed il consenso non è più addomesticabile tantomeno da chi può mettere in campo solo antica autorevolezza o presunta tale. Le reazioni alle incredibili valutazioni positive sul risultato ballottaggi ne sono la prova.

Da dove deve partire il PD per ricostruire, per rinascere, per esistere nella scena politica italiana? Sembrerà banale, ma non lo è affatto, ma il PD deve ripartire dalla questione morale. Sì proprio quella invocata -invano- da Enrico Berlinguer.

So bene che molti, ed anche qualche amico, storceranno il naso alla sola parola "morale" e qualcuno si affannerà subito a spiegarci che "il problema è un altro". Ma si sbagliano. Con la ricerca delle soluzioni all’altro problema abbiamo perso di vista i punti cardinali che regolano la vita pacifica degli uomini: tra questi l’onestà nelle relazioni umane che, nella società moderna, equivale al rispetto della legge. "Il furto è l’anima del commercio" diceva Nietzsche, ed ora è diventato anche l’anima della politica.

Non solo il furto di beni dello Stato. E’ anche il furto di idee, di legalità (detta alla Pannella), di futuro. A questo furto sta partecipando tutta la politica italiana. Il berlusconismo ha esteso (dopo il craxismo) a tutta la pletora politica, la facoltà di dilapidare, ove possibile, le risorse pubbliche: ognuno arraffa ciò che può.

A sinistra ci hanno illuso di esserne esenti. Mai convinzione fu così fallace e mai, di bugia, fu pagato così pesante debito. Tutti i militanti del PD hanno estremo bisogno di risentire vivo nel partito quello spirito di "pulizia" che per tanti anni era stato il nostro punto di forza, il legame, che univa l’impegno e la militanza per una causa politica che anteponeva l’interesse comune ad ogni aspettativa e carriera individuale.

I militanti di base, appunto. Non i dirigenti o almeno non tutti i dirigenti che, per le loro personali ambizioni hanno compromesso la credibilità e l’integrità morale di tutto un grande movimento. L’azione distruttrice di idealità sociale iniziata da Craxi sta per essere compiuta da coloro che oggi, anche da posizioni di retroguardia, gestiscono accordi, strategie, indecenti alleanze -pur non avendo più nulla di utile da dire- al solo fine di conservare il proprio scranno.

Molti, troppi, se se sono andati dai DS ed ora dal PD, schifati nel vedere l’ascesa politica di personaggi che potrebbero ben figurare anche nel PDL o in altri partiti iscritti, se non nel casellario giudiziario, sicuramente negli annali.

Ma voglio essere concreto.

Walter Veltroni ha avuto un’occasione storica, irripetibile, per gettare basi solide al PD dopo la sua acclamazione alla guida del partito. Occasione persa clamorosamente e senza alibi. Anzi se di alibi ve ne fosse uno solo, sarebbe quello genetico: è stata la sua acclamazione, farlocca, artificiale, svuotata di qualsiasi potere, con una sovranità limitata, concessa da un establishment (e ci siamo capiti) incapace di presentarsi in prima fila. Devo fornire una prova? Eccola: si chiama Antonio Bassolino.

Chiunque, anche un inesperto, avrebbe capito che in Campania si stava preparando uno tsunami politico. Bastava solo girare per le strade e vedere che la stessa spazzatura stazionava da mesi nonostante l’esercito di spazzini. Che fa, un nuovo Segretario che si avventura nell’impresa di guidare un nuovo Partito?

Scuote il tavolo, sgombra il campo degli amministratori consunti che nulla hanno più da dire e da fare oltre al già detto ed al non fatto. L’avevo scritto, timidamente, sia a Veltroni che a Bassolino: "Date un primo segno di cambiamento, vero!".

Bassolino ha fallito. 15 anni, forse più, di pieni poteri in Campania mentre sotto ai suoi occhi si consumava il disastro; e non solo il suo, ma soprattutto il nostro. Il disastro della sua incapacità di gestire processi difficili, di compromessi inaccettabili per chi dice di stare a sinistra. Chi è "di sinistra" ed ha un minimo di dignità e coerenza, o spacca tutto o se ne va. Non fa la guardia alla camorra che gestisce le discariche abusive e terrorizza i netturbini che vogliono lavorare. Non sta chiuso nel Palazzo. Esce, va a guardare che succede. Denuncia, se c’è da denunciare. Certamente non tace, non si limita a governare per mantenere il suo "orticello".

E’ esattamente quello che sta succedendo da mesi, da anni, a Roma. Mai il Partito è stato così lontano dalla periferia. Tolti Chiamparino, Cacciari, Vendola, Domenici (creatura!) Loiero (aiuto!) Errani, Illy (esiste ancora?) cosa c’è di "regionale" nel PD? Calearo? Proprio quando sbandiera il "federalismo" come sua battaglia, il PD ha gestito le primarie e la costituente con regole peggiori del porcellum.

Chi scrive avrebbe voluto poter dire la sua, non dico a livello nazionale (e quando mai), regionale (ma dove?) provinciale (che roba è?) ma neppure a livello di comune. Per le nomine dei direttivi è venuto il coordinatore provinciale a fingere di illustrare le varie mozioni. Si è votato su liste blindatissime e allineate (ovviamente su persone, non certo su mozioni) su che cosa nessuno lo ha capito. Alla fine abbiamo visto eletti gli stessi dirigenti di prima, soddisfatti della nomina "democratica".

Le recenti liste elettorali (europee e locali) hanno subìto la medesima procedura. Se non ci fosse stato il fenomeno Serracchiani (Dio la benedica!) cosa sarebbe successo di nuovo? Ah, dimenticavo, Renzi a Firenze che ha battuto un semi-tiratore di calci.

Ragioni di lavoro mi portano ad osservare decine di situazioni locali ed il panorama delle lotte intestine che hanno aperto le porte al centrodestra è la dimostrazione dell’incapacità del Partito di aver quella sensibilità per cogliere le vere pulsioni della base.



I burocrati impongono le loro decisioni suicide che il "nazionale" non può che avvallare, slegato com’è dalla vita vera della sua gente. Troppe sono state le persone capaci, allontanate solo perché liberi pensatori, per far posto ai più classici obbedienti burocrati di partito. E i risultati si vedono e darne la colpa a Berlusconi è davvero un insulto all’intelligenza dei liberi pensatori superstiti.

E qualche umorista, che ha chiamato queste nostre nomine "democratiche", vorrebbe utilizzarle per celebrare il primo Congresso? Un funerale, sarà, altro che Congresso.

Mentre l’economia brucia risorse, la nostra politica finge di correre, ma dorme. Molto del consenso perso, anche a livello locale, è dovuto all’impreparazione di molti amministratori, lasciati soli, incapaci di formulare programmi innovativi, adeguati al momento di crisi, che hanno continuato a dispensare incarichi e appalti agli amici, o ai compagni. Da quanti anni non si svolgono seminari, corsi di aggiornamento sul buon amministrare "da sinistra" i nostri enti locali? A destra non hanno questo problema: basta dare la caccia all’immigrato e concessioni edilizie alle imprese amiche ed il consenso arriva.

C’è qualcuno, dei candidati alla guida del PD, che ha alzato la voce per dire: abbiamo una Giustizia che fa schifo, è incapace di riparare i torti subiti dai cittadini onesti? Il risanamento del Paese, della sua economia, deve iniziare da una giustizia, civile e penale, che deve risolvere un caso in due anni. Altrimenti, alla morte del diritto, corrisponde la morte della civiltà. Eppure le risorse ci sono, e le professionalità anche. Sono sprecate da una politica, anche dalla nostra parte, che ha tutto l’interesse ad avere una giustizia lenta e perciò inutile. Non vi tedio con alcune proposte fattibili ed efficaci per rimettere in sesto una situazione, per chi la vive dal di dentro, che definire tragica è un eufemismo.

Per poter chiedere al Paese un impegno epocale per risanare l’economia, dobbiamo cominciare con una seria lotta all’evasione. Dando per primi il buon esempio. Fuori i compagni con alto reddito dalle case popolari a canone sociale. Dimezziamo noi i gettoni degli amministratori dei CDA delle municipalizzate, anzi, facciamoli uscire di loro sponte. Tanto non servono a nulla se non a chiedere quote di appalti per le coop. Per gli appalti ci sono le gare. Pretendiamo siano corrette e se siamo bravi otteniamo onestamente le aggiudicazioni. Questa è la moralità del nuovo Partito Democratico. Chi ci sta, bene; gli altri, fuori.

Sono milioni i titolari di partita iva e di micro attività che sono alla disperazione. Seriamente. Le spinte al suicidio vengono dall’angoscia di non vedere la minima attenzione da parte delle Istituzioni verso chi ha speso tutta la sua vita per creare un’impresa oggi schiacciata da tributi obbligatori anche in assenza di reddito. Il dover licenziare chi ha collaborato per anni in una ditta è la più grande sconfitta per chi credeva nel proprio lavoro.

Qualcuno, per esempio, sa che il rispetto del patto di stabilità sta uccidendo migliaia di fornitori degli enti locali? Cosa ha detto il PD in proposito? Se i nostri cervelloni avessero detto, in campagna elettorale, che avrebbero lottato per la sospensione di questo vincolo, non ci sarebbe stato il totale abbandono dei già pochi imprenditori di sinistra.

E poi, le banche. Possibile che sia solo Tremonti a ergersi (lui?) paladino dei risparmiatori? Che vincoli ha il PD ( o la sua dirigenza?) con Banca Intesa, Unicredit & C. che gli impediscono di muovere una politica di vera liberalizzazione sui costi dei conti, l’indecente spread, che serve a camuffare tassi al limite dell’usura anche oggi che il denaro alle banche costa quasi zero?

La gestione dei fondi al Mezzogiorno. Siamo sicuri di avere tutte le mani pulite? Posso testimoniare di situazioni indecenti, toccate con mano, invano segnalate anche al presidente Vendola, di come sono stati gestiti milioni di stanziamenti della CE spartiti in mille rivoli senza lasciare alcuna traccia di ricaduta positiva nel territorio. Se quello che ho visto è la milionesima parte del tutto, sono seriamente preoccupato. L’omertà con la quale vengono coperte certe zozzerie talvolta assume i tipici connotati

Conosco decine di amministrazioni di centro sinistra (e posso fare tanto di nomi e CAP) nelle quali l’applicazione della 241/90 (la legge sulla trasparenza) è un autentico mistero. Quasi meglio quelle della Lega, e non scherzo.

Mi fermo. Torno all’accezione iniziale. Chiudo con una riflessione che sottopongo a tutti i pazienti lettori di questa mia nota.

Tutto il mondo si chiede: come è possibile che l’opposizione in Italia, nonostante il suo notevole peso complessivo, non sia riuscita finora, e nemmeno riesca ora, ad allontanare Berlusconi dalla guida del Paese, in presenza di inammissibili conflitti d’interessi, comprovate evasioni fiscali, accertate corruzioni messe in atto dalle sue aziende, comportamenti oltre la decenza?

Come è possibile che la sinistra non riesca a pretendere con autorevolezza il rispetto di un’etica sufficiente a ricoprire di umana vergogna chi ne ha violato pesantemente il dettato? Non è una domanda capziosa. Nella sua risposta c’è la soluzione alla crisi del PD.

Berlusconi se la ride. Sa che nessuno, ormai, è in grado di scagliare la prima pietra. Il PD ha allontanato dall’area della dirigenza, tutti i difensori, quelli seri (di quelli finti sono pieni) della moralità pubblica, lasciando solo l’ingombrante Di Pietro ad assumere il ruolo del giustizialista. Parola funesta, anche a dire di alcuni dei nostri, quelli per esempio toccati dalle intercettazioni del PM Forleo.

Sappiate, caro Franceschini, caro Bersani, caro D’Alema, che non potrete, in nome di un pragmatismo della politica estraneo alla gente del PD, mai seppellire la questione morale perché, se non risolta -e voi dimostrate di non volerla risolvere- sarà questa che vi, e ci, seppellirà.

Inutile il dibattito, inutile il Congresso se non ritiriamo la patente, da tempo scaduta, agli attuali conducenti. Ma nessuno sembra avere la possibilità o il coraggio di chiederlo?

Commenti all'articolo

  • Di Giorgio Floris (---.---.---.132) 25 luglio 2009 07:45

    Questo articolo lo vorrei leggere su Repubblica!

  • Di luciana garzi (---.---.---.83) 20 agosto 2009 00:31

    il precedente commento chiede di veder pubblicato il tuo "articolo "su Repubblica , io aggiungo l’Unità e antefatto o il fatto quotidiano quando uscirà.Concordo con tutto , cresce lo sgomento , il senso d’impotenza , la rabbia !
    FB è assolutamente insufficiente a divulgare quello hai scritto che ti assicuro è condiviso da molti , la rete è insufficiente ...........ma dove trovare un riferimento che raccolga e veicoli questo sentire comune a molti???

    Grazie , ti saluto bravo ragazzo , Luciana Garzi

    • Di Roberta Lerici (---.---.---.230) 20 agosto 2009 03:51

      Concordo con il contenuto della nota.E la domanda che ci facciamo tutti, e cioè come mai il PD non sia riuscito ad opporsi a nulla, è la stessa che qualche mese fa si faceva una vecchia militante radicale, "Sono tanti deputati, ma è come se non ne avessero neppure uno". Riguardo all’uso del web, posso dire con una certa cognizione di causa, che il PD ha assoldato prima gli esperti di Clinton, poi gli esperti di Obama, senza premurarsi di cercare qualcuno che avesse le idee come le avevano Clinton e Obama.Usare un metodo vincente, se non hai un cavallo da corsa, non porta a nulla.Inoltre, i consigli degli esperti di Obama devono essersi limitati ad utilizzare in modo massiccio gli annunci di google adsense (adwords, per l’esattezza), ma anche quelli, pur suscitando delle riflessioni, non enunciavano idee, programmi, fatti.Per il resto, se cercavi i candidati del PD, non c’era alcun sito del PD che apparisse nella prima pagina di Google. Immagino che gli esperti di comunicazione del PD, non abbiano comunicato agli esperti di Obama, quali erano le cose da comunicare.
      La questione morale è l’unica cosa che ci potrà salvare dal disastro, anche se ritengo che i danni occorsi in quest’ultimo anno, non saranno riparabili a breve, a prescindere da tutto il resto.

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