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Sporting Locri: Chiuso per dignità

"Chiuso per dignità" E' la frase che campeggia sul sito della Società Sporting di Locri. Stiamo parlando di una squadra femminile di calcio a cinque, con atlete che si sono distinte nel campionato di calcio di “serie A” e che per sopraggiunte minacce, rischiano di non disputare la partita del 10 gennaio 2016.

A buttare la spugna il presidente del club Fernando Armeni che dopo le intimidazioni dei giorni scorsi, anche nei confronti della figlia, è deciso a chiudere la società e cederla anche gratis a chi si farà avanti per acquisirla. Tutto il mondo dello Sport si è mobilitato per stare a fianco delle atlete, compreso il prefetto Claudio Sammartino, che ha messo sottoprotezione il Palazzetto dello Sport dove le ragazze si allenano. Seppur Tavecchio presidente della Fgic, abbia annunciato che la squadra il prossimo gennaio deve scendere in campo, per il momento Armeni non cede e non fa nessun passo indietro. Plausibile la reazione del dirigente sportivo.

La situazione è davvero umiliante, se lo sport femminile deve vivere i suoi allenamenti tra ansie e preoccupazioni, per cui prevale il senso di mollare tutto. Certo è che minacciare una squadra femminile non è il massimo; segno che per quanto se ne dica siamo rimasti ai tempi che Berta filava e se fare le cose più semplici ci si deve complicare la vita, cosa fai? “Ndrangheta.” Si è parlato di minacce in stile mafioso, ma la mafia da queste parti è retaggio mentale, modus vivendi e non aggiungiamo nulla di nuovo quando diciamo, che in Calabria l’immobilismo ha messo radici ed il delitto paga.

Quanto si sta verificando a Locri non è che una causa del malaffare che ha permeato le istituzioni, tanto che gli uomini sono sempre gli stessi a fare la spola tra un partito ed un altro, pur di negare ciò che si dovrebbe difendere. La Nostra è una terra d’anarchia. Non ci sono regole e la parola giustizia è un concetto troppo complicato, specie alla luce di quanto succede ovunque, con magistrati ligi nell’applicare le norme con chi è figlio di nessuno, elastici nell’interpretare una legge a favore dei più forti.

Si fa presto a dire “Solidarietà”, quando poi trascorsi i primi momenti le telecamere si spengono e tutto ritorna appannaggio degli uomini re, contro i quali è impossibile rivoltarsi, poiché i meccanismi sono così ben congegnati da non permettere che la macchina si intoppi. A farne le spese ovviamente le atlete di una squadra di calcio; donne che stanno già imparando sulla loro pelle quanto sia impossibile far trionfare i principi. Saint-Juste diceva: fuori dalla legge tutto è sterile e morto e senza la virtù vizio e corruzione prendono il sopravvento, tant’è che ogni corruzione morale è anche corruzione politica. Viviamo in un società all’interno della quale si esercita un abuso di potere, la legge è violata ed a prevalere è soltanto la logica degli affari e delle mazzette a buon mercato. L’episodio di Locri è la dimostrazione pratica che a comandare sono fazioni, per cui chi critica è un traditore ed a prevalere è solo l’ingiustizia. Più che solidarietà ci sarebbe bisogno di bonificare il territorio dalle scorie nocive che inquinano il vivere civile.

(Foto: Sporting Locri/Facebook)

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