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 Home page > Attualità > Cultura > Solo una sana e consapevole industria culturale ci salverà

Solo una sana e consapevole industria culturale ci salverà

I dati sulla disoccupazione giovanile (che dovrebbe intendersi più nella fascia 15-24) dell’Istat sono preoccupanti ma li conoscevamo già: il tasso degli under 35 che non hanno lavoro, solo nel secondo trimestre, è salito al 10,5%, registrando la più alta disoccupazione dal 1999 ad oggi. Gli occupati nella classe d’età tra i 55 e i 64 anni invece sono aumentati del 26% in 5 anni.

Nessuno scontro generazionale: in un momento del genere sono in tantissimi ad essere in difficoltà. E se non si è fatto nulla in questi ultimi 10 anni per la produttività oraria bisogna almeno puntare sulla qualità e sull’innovazione.

Qualche giorno fa Repubblica ha segnalato i dati di Unioncamere, Symbola e ministero del Lavoro sui posti di lavoro creati dalla Cultura in Italia: cresciuta del 0,8% annuo, tra il 2007 e il 2011 nell’industria culturale ci sono stati 55 mila nuovi posti di lavoro. E nel 2012 sono previste 32250 nuove assunzioni.

Le imprese culturali (ma anche in altri settori) ovviamente hanno bisogno di lavoratori sia con alta esperienza che competenza. E in un Paese che è sempre più difficile per gli studenti (figurarsi poi per quelli che sono studenti-lavoratori) diventa fondamentale per tutti, in qualsiasi fascia d’età, investire sulla Cultura e non smettere mai di studiare e apprendere.

La classe politica e spesso anche i media si fermano al famoso made in Italy e parlano più facilmente di cultura e creatività solo per quelle espressioni manufatturiere come il design e la moda. La generazione 1 euro non potrà uscire dalla crisi – dall’impasse che la vede ferma a causa della perdita di molti diritti ed opporutunità – se non userà la cultura.

Al di fuori dei bit, nelle nostre città ci sono già realtà che hanno fatto della cultura un bene comune e che resistono perchè hanno capito che può e deve essere una risorsa importante per farci ripartire.

Dobbiamo chiederci e quindi chiedere ai politici: come si può produrre valore attraverso la Cultura? Chi non è interessato a rispondere o non ha soluzioni a questa domanda non potrà governare l’Italia.

 

Italia Che Verra’ 2012 by Symbola Unioncamere Regione Marche – Industria Culturale

Questo articolo è stato pubblicato qui

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