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Sistema politico rappresentativo: scatta l’allarme rosso

Dopo le elezioni regionali una riflessione sulla crisi del sistema politico rappresentativo è d'obbligo. Quali scenari ci attendono? E perché siamo di fronte a un tale flop elettorale? 

Per il sistema politico-partecipativo italiano è scattato un allarme rosso. Con un tasso di astensione pari al 62% alle regionali in Emilia Romagna, non solo quello del non voto è diventato il primo partito della regione, ma ha surclassato tutti coloro che hanno deciso di esprimersi recandosi alle urne. Che succede? L’appeal dei partiti ai minimi termini o un crollo viscerale di senso civico? Probabilmente incidono entrambi i fattori, ma che la crisi dei partiti italiani sia ormai nera, appare evidente. Se, sempre per stare in Emilia Romagna, il Pd prende metà dei voti delle europee di sei mesi prima, significa che anche nella regione dove la sinistra ha instaurato una gestione di governo duratura, la presa della politica ormai, non è più salda. Finito l’effetto renzismo? Già le primarie per il candidato presidente erano state un flop colossale; le dimissioni di Errani, le inchieste sui consiglieri regionali, la crisi economica, hanno rappresentato un deterrente per la fiducia dei cittadini emiliani. Eppure il desiderio di cambiamento non si è concretizzato nel sostegno a forze alternative, visto che il Movimento Cinque Stelle ha segnato una brutta battuta d’arresto e la Lega, pur altissima nelle precentuali, si è fatta interprete di una coalizione che si ferma venti punti sotto, con Forza Italia a risultati risibili.

Che succede? Succede probabilmente che il sistema partecipativo si è avviluppato su sé stesso, che i cittadini hanno perso fiducia in tutto, che la politica di vertice è sempre più lontana, e presenta un divario sempre più incolmabile. Gli stessi cittadini non scelgono più il voto come forma di protesta, non sfruttano l’onda mediatico tecnologica e si lasciano andare a un clima di pessimismo e sfiducia che rischia di diventare cronico. Lo scenario non è roseo. La scossa è fondamentale e va data presto, se vogliamo risuscitare un quasi morto. Ma come? Credo che nella crisi delle istituzioni, forse solo le istituzioni più vicine ai cittadini potranno contribuire a ricostruire fiducia e che i partiti dovranno trovare nuovi strumenti di coinvolgimento e di partecipazione. O ci si riesce o si corre un rischio enorme: se il partito di maggioranza assoluta (il non voto) da silenzioso, comincerà ad alzare la voce, ci sarà davvero da preoccuparsi. Qualsiasi sforzo produca, sarà sicuramente la catastrofe per la politica italiana, ma non necessariamente per il paese. 

 

 

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