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Sistema giudiziario ed handicap

L’ultima proposta in tema di riforma del sistema giudiziario è stata avanzata dall’Associazione di categoria degli avvocati e consiste nella netta ed integrale separazione fra magistratura giudicante e magistratura inquirente, sino a presupporre due diversi e distinti C.S.M..

Insomma, sembra acclarato che abbiamo attualmente un C.S.M. che mal funziona e si vorrebbe farne due, sia pure con nuova e diversa formazione. La cosa lascia un poco perplessi, almeno per andarsene con fratello Guglielmo da Ockam, il quale ammoniva i suoi studenti di Oxford “entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem” , ossia “gli enti non devono essere moltiplicati oltre necessità”.

Insomma, forse, così facendo, risolveremo ben poco i problemi del nostro sistema giudiziario.

Prendiamo ad esempio un caso concreto, quello dei parcheggi dei disabili nelle zone a traffico limitato, le Z.T.L., dove è necessario pagare una somma per poter parcheggiare.

Orbene, la normativa sulla disabilità, venendo incontro all’esigenza di favorire la mobilità delle persone disabili, ha previsto che una percentuale dei parcheggi delle Z.T.L. sia gratuitamente destinata ai disabili. Successivi interventi esplicativi della norma hanno portato a consentire l’utilizzo gratuito dei parcheggi a pagamento della Z.T.L. al disabile che trovasse occupato il posto specificatamente previsto per i portatori di handicap.

Oggi le cose non stanno più così perché la Cassazione, con sentenza n.21271/09, ha stabilito che, invece, il disabile che trova occupato lo stallo per disabili e si parcheggia affianco, deve pagare l’odioso balzello. Il motivo portato a sostengo di questa decisione è che, secondo legge, l’ente proprietario della strada può o vietare o limitare o subordinare al pagamento di una somma il parcheggio.


Dunque può consentire il parcheggio ai disabili negli appositi stalli non vietandolo, ma nelle aree a pagamento contigue il pagamento deve sempre avvenire come deciso dall’Ente, anche se il disabile ci si è parcheggiato perché ha trovato già occupato lo stallo specificatamente e gratuitamente dedicato alla sua categoria di appartenenza: dura lex sed lex !

A noi cittadini disabili questa interpretazione della legge poco convince, perché fra le cose che conosciamo della Costituzione vi è l’articolo 3, quello che dice che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge, da cui consegue che il diritto alla mobilità deve valere egualmente per tutti i disabili, e non in maniera diversa per quelli che arrivano prima rispetto a quelli che arrivano dopo.
Al limite si facciano pagare tutti, anche i disabili parcheggiati negli stalli a loro destinati, perché così, giusto o sbagliato che sia, la legge sarebbe eguale per tutti.

Vi è. poi. il caso in cui guidatore e disabile sono la stessa persona ; ad esempio se il disabile cammina con un ausilio meccanico tipo girello e guida una autovettura modificata con la frizione portata al volante. Non parliamo di casi teorici, ma di soggetti in carne ed ossa che raggiungono così la sede dell’Associazione "Senza Barriere" di Messina.
In questo caso, quello che è riportato nel testo della legge come "pagare una somma", diventa raggiungere il più vicino tabacchino, acquistare un gratta-e-sosta e ritornare alla macchina. Nella generalità dei casi la cosa è più difficile per chi ha problemi di mobilità piuttosto che per chi non ne ha. Nella degradata realtà urbana del profondo Sud, poi, la cosa può diventare impossibile per il disabile per uno dei seguenti motivi :
a) Il tabacchino è in un locale non accessibile a causa di due bei gradini davanti la porta ;
b) Il percorso esterno dall’autovettura al tabacchino non è accessibile perchè gli scivoli agli angoli dei marciapiedi sono occupati da autovetture, che non hanno trovato posto altrove ;
c) idem come sopra perchè così non si paga il balzello delle ZTL, tanto se parcheggio ad angolo gli ausiliari del traffico non possono farmi nulla ed i vigili, nelle zone battute dagli ausiliari del traffico, sono ormai un lontano ricordo.
Certamente applicare nel concreto una norma, astratta di per se, non sempre è facile. Per questo motivo l’Associazione "Senza Barriere" ha fatto suo il motto "non di noi senza di noi".

E tutto questo, direte voi, cosa c’azzecca con il doppio C.S.M.? Appunto.

Commenti all'articolo

  • Di nino fiannacca (---.---.---.12) 27 ottobre 2009 11:24

    bene Bernardo, ma non so che efficacia possa avere un articolo oltre a quello di una denuncia del caso.
    Sarebbe più opportuno sollevare il caso agli organi competenti, ed in particolare alla Corte Costituzionale.

  • Di Marco (---.---.---.101) 28 ottobre 2009 17:20

    Questo articolo è spazzatura di chi si arrampica sui vetri per confutare l’inconfutabile, ossia che la magistratura deve seguire 2 carriere rigorosamente separate. Altro che citare nell’articolo Guglielmo da Ockam, il quale ammoniva i suoi studenti di Oxford “entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem”. Peccato che poi nel sistema anglosassone le 2 carriere siano RIGOROSAMENTE separate. Quindi la citazione latina, fuori luogo, è più da azzeccagarbugli nostrano.
    Per non parlare poi dell’esempio dei parcheggi riservati. Madonna santa che argomentazioni argute...

    • Di Bernardo Aiello (---.---.---.80) 30 ottobre 2009 09:03

      Egregio signor Marco,
      le due carriere in Inghilterra non sono separate per il semplice motivo che la Magistratura Inquirente, in quel Paese, non esiste.
      Il loro sistema giudiziario, detto di "common law", è molto diverso da quello continentale, detto di "civil law", al punto che non è affatto facile confrontarli.
      Riguardo la critica alla parte dell’articolo sui parcheggi per disabili, ne riconosco la sua fondatezza. In effetti la sentenza della Cassazione, più che ledere il primo comma dell’art. 3 della Costituzione, ne lede il secondo, quello che dice che " E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana etc.". Insomma non si può mandare un disabile guidatore ad acquistare il gratta-e-sosta se gli spazi esterni urbani interessati e gli esercizi preposti alla loro vendita non sono accessibili.
      Però, posto rimedio a questo, fermi restando gli stalli dedicati ai disabili, non avedo perchè anche questi non debbano pagare il gratta-e-sosta come gli altri : i disabili hanno bisogno di aver riconosciuti i loro diritti, e primo di tutti quello all’integrazione, non hanno bisogno di elemosine.
      Invece i cittadini, indifferentemente se disabili o normodotati, hanno bisogno di un sistema giudiziario che abbia come finalità la loro Umanità, e non il contrario, come è adesso. A riprova l’attuale sistema è inefficente in maniera vergognosa ed inaccettabile. E’ questa la rivoluzione copernicana necessaria : fare due, tre o cento C.S.M. non serve a nulla, come ci insegna Ockam.
       
      Cordialità
      Bernardo Aiello

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