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Sick City, il film di Kathmandu

Bel film sulla nuova Kathmandu, sulla gente che corre per accumalare denaro, sui vuoti di legge e potere riempiti dalla criminalità. Immagini fredde, grigie anche delle antiche pagode, dei templi dorati. Si entra nella realtà.

L’inglese Kerr Murray ha fatto tutto lui, regia e produzione e ha fatto un bel film, nuovo, coinvolgente e appassionato. Uno straniero che è entrato nella vita dura della nuova Kathmandu, una 'Città Malata' (Birami Sahar) come è il titolo, centrato, del film.

Facce dure, serie, stanche come quelle dei contadini del Nepal quelle dei risciò men che in una scena bellissima si cofrontono con il nuovo nepalese, vestito come un povero occidentale, perso nei facili guadagni. Il film fa entrare in una Kathmandu diversa in cui le immagini fredde di Thamel, Asan Tole, Basantapur, sostituiscono quelle abituali di affascinanti luoghi di turismo e storia. Si racconta la realtà che è di vite difficili, dure.

I giornali nepalesi ne parlano un gran bene: "In Bollywood, it was Danny Boyle’s “Slumdog Millionaire” that brought out the gritty images of Mumbai’s slums to the audience; in Nepal, we now have Murray Kerr’s “Sick City.” The film is even more grounded. No star is mocked in the film, and it has no fairytale ending". Non hanno torto, è uno dei primi film, realistici, sul nuovo Nepal. La musica, un mix fra Nepal e occidente, di un amico Shyam Nepali, della casta bassa de suonatori che, grazie a lavoro e capacità, è diventato una star. Una bella storia.

La malattia della città (e del resto del paese) non è curata. Si discute da mesi per il nuovo governo ed è previsto per il 3 fabbraio una nuova sessione dell’Assemblea Costituente, i partiti si frantumano al loro intreno rendendo più difficili le soluzioni. Qualche spiraglio ogni tanto s’apre (è di queste ore l’accettazione dell’UML di un governo a giuda maoista) verso l’unica sponda possibile e saggia: un governo d’unità nazionale a guida maoista, per finire la nuova Costituzione ed indire elezioni

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