• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Sentenza Dell’Utri, altra scossa sismica nel PdL

Sentenza Dell’Utri, altra scossa sismica nel PdL

Sentenza Dell'Utri, altra scossa sismica nel PdL

Nel giorno in cui Dell’Utri viene riconosciuto dal tribunale d’appello uomo di mafia (la parte "scontata" per il suo ruolo di collegamento tra la mafia e Belusconi è, però, sempre sotto indagine a Palermo) e nello stesso giorno in cui il senatore mafioso Dell’Utri inneggia al compare assassino Mangano, anche i giovani pidiellini alzano la voce:

"Oggi più che mai sentiamo l’esigenza di avviare una profonda riflessione all’interno del partito dopo questa condanna che rimane gravissima soprattutto per un uomo impegnato in politica. Non ci uniremo al solito coro di solidarietà già tristemente visto negli anni scorsi per i politici condannati. Il nostro movimento giovanile non può rimanere in silenzio davanti a fatti che minano la credibilità di un intero partiti".

Ma, nonostante il coro osannante dei berluscones, anche altri giovani di centrodestra, quelli di Azione universitaria, affemano:

"Mentre Dell’Utri continua a definire un eroe il mafioso Vittorio Mangano, noi affermiamo con orgoglio che gli eroi dei giovani siciliani sono persone come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino".

Fa loro eco la componente finiana del PdL:

"E fanno bene, questi ragazzi “di destra” a dire che non ci stanno. Ma non ci stiamo neanche noi, senatore Dell’Utri. Questo paese ha bisogno di eroi, forse. E ha sicuramente bisogno di onorare con più onestà, più convinzione e più forza tutti gli eroi che ha avuto. Comprese le tante, troppe vittime (più o meno illustri) uccise dal cancro mafioso. Sì, l’Italia ha bisogno di eroi. Ma certamente di eroi come il suo, senatore Dell’Utri, non sa che farsene".

Cosa sta succedendo nel partito dell’amore?

Dopo lo "scambio di vedute" in direzione nazionale tra i cofondatori del partito, Berlusconi si illudeva che una mano di calcestruzzo bastasse a saldare la crepa che Fini aveva prodotto nel muro di gomma. La spallata, invece, ha avuto l’effetto domino sulle menti meno compromesse dello schieramento. Certo il capo ci ha messo abbondantemente del suo - vedi affare Brancher, non ancora chiuso - sorretto dai suoi che tra cricca e mazzette stanno riportando il Paese indietro di vent’anni.

Nel caso di Berlusconi - afferma Sofia Ventura sul finiano FareFuturo - questo è accaduto solo in parte: alla rottura con la “vecchia politica” della Prima Repubblica è seguita la promessa di una Italia più libera e liberale, ma questa promessa ha stentato a prendere forma e soprattutto negli ultimi anni si è persa in un partito e in una politica sempre più timorosi delle sfide del nuovo, restii ad affrontare le radicali innovazioni necessarie a questo paese (dal welfare alle professioni, dal fisco all’istruzione, all’insegnamento universitario e alla ricerca, per fare solo alcun esempi), sempre meno liberali sul piano etico, sociale ed economico, talvolta tentati da atteggiamenti reazionari.

Tante scosse di avvertimento. Prima o poi arriva anche il Big One. La popolazione è avvisata.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares