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Scandalo Ruby: manca un progetto alternativo al berlusconismo

Si intravvedono ormai tali e tanti i segni di autocrazia di stampo levantino, indegna di uno Stato di democrazia occidentale. Necessario un governo di salute pubblica che abbia il compito di arrestare questa china verso il regime

Quanto ulteriormente emerge dalle carte processuali correlate al Rubygate è di una tale dirompenza, da non potere essere annoverato nel mero contesto della sub-cultura gossippara, almeno da chi conservi ancora un minimo di onestà intellettuale e di un barlume di senso della misura oltre che, me lo si lasci dire, di senso dell’onore.

Non bastava quanto già risultante in ordine alla nota telefonata alla Questura di Milano, alla menzogna circa la parentela di Ruby con Mubarak, bugia che il Premier Berlusconi (B) avrebbe raccolto dalle labbra di Ruby e che, nonostante la sua ostentata essenza di uomo di mondo e nonostante l’apparato di intelligence di cui dispone, chissà perché si sarebbe bevuto senza chiedere riscontro ufficiale alcuno.

Non bastavano i piccanti risvolti di stampo boccaccesco che hanno contraddistinto le frequentazioni di B e dei suoi compagni di cene che gli ineffabili nostri hanno tentato di spacciare per semplici riunioni conviviali, con finalità anche intellettuali a base di proiezioni cinematografiche di spessore, come Baaria, a cui avrebbero potuto accostare una versione rimasterizzata, perché no, della corazzata Potiemkin e, a quel punto, l’atmosfera simil-fantozziana sarebbe stata perfetta!

Emergono ora gli sfoghi telefonici della “Signora" Minetti, la quale, dall’alto della sua cultura tanto lodata da B nel corso della sua telefonata/agguato a “L’infedele“ di Lerner, avrebbe gratificato il suo caro leader di accostamenti di stampo fecale, con “dotta“ descrizione anche della non proprio tonicità del suo fondo schiena, il tutto condito di accenti minatori che dovrebbero indurre il Premier all’incontinenza sempre di carattere fecale.

Emerge, poi, che lo stabile di Via Olgettina sarebbe servito da ricovero, oltre che dell’harem del sultano, anche di considerevoli quantitativi di droga che un’altra “signora", in combutta con il suo partner, avrebbe custodito probabilmente per esperimenti medico/scientifici a vantaggio dell’umanità, nell’ambito di quella generosa ed altruistica attività tanto magnificata!

Perfino il Prefetto di Milano pare abbia soggiaciuto al fascino tutt’altro che discreto, se non delle grazie muliebri di una delle tante amiche di B, della sola evocazione del nome del Premier per concedere scorciatoie, altrimenti non dovute, nel disbrigo del rilascio di un passaporto.

Ebbene, perché ci si domanda in casa nostra ma molto di più all’estero, gli italiani sembrano sopportare tutto questo, soprattutto divisi fra coloro che comunque danno il loro appoggio a B e fra quelli che ormai coltivano una desolata e sconsolata rassegnazione?

E’ interessante, a questo riguardo, leggere quanto riportato dal NYTimes on line il quale, intervistando alcuni osservatori italiani, si sofferma soprattutto sul poter mediatico, economico e, ovviamente, politico di B per fornire la chiave di lettura al fenomeno ed ai motivi del suo essere, nonostante tutto, incrollabile, godendo di un aiuto non da poco anche dalle cosiddette elite economiche, politiche e sociali (leggi imprenditoria, Lega e autorità ecclesiastica).

Tutto vero, ma... il dramma nel dramma è dato dall’aiuto che gli arriva dall’assenza di un’opposizione che sappia elaborare un credibile progetto alternativo al “regime“ berlusconiano. Non basta, infatti, chiedere la sfiducia ora del Governo ora di un suo esponente, sapendo poi in partenza che i numeri saranno, comunque, dalla parte del Cavaliere e, soprattutto, ignorando cosa fare dopo. Occorrerebbe, per l’appunto, che a latere vi fosse un efficace e coerente programma di governo alternativo, con la chiara indicazione degli obiettivi ed un’altrettanto chiara indicazione dei soggetti politici disposti a sostenere tale programma.

Dirò di più. La situazione è di una gravità enorme, dal punto di vista politico, economico e sociale, in quanto tutto lo scandalo di cui si dibatte da settimane dimostra lo spregio più totale per tutte le istituzioni del nostro Paese, Presidenza della Repubblica, Presidenza della Camera, Corte Costituzionale, Magistratura, Copasir, oltre a tutta la stampa e la TV non asservite, istituzioni tutte che di volta in volta sono state messe in discussione se non addirittura vilipese da B e dai suoi sodali. Si intravvedono ormai tali e tanti i segni di autocrazia di stampo levantino, indegno di uno Stato di democrazia occidentale, da rendersi a mio avviso necessario un governo di salute pubblica che abbia il compito di arrestare questa china verso il regime e quella sorta di “cupio dissolvi“, tipica dei despoti che si sentono accerchiati e che pare affliggere B, con il rischio di trascinare con sé l'intera Paese.

Occorrerebbe, quindi, che tutte le opposizioni fossero realmente consapevoli di tale pericolo e che si facessero carico di questo fardello, superando divisioni, comprese quelle intestine, nell’interesse veramente, in questo caso, del superiore interesse nazionale, conducendo l’Italia fuori da questa umiliante fase di squallore che sta impedendo al nostro Paese di (ri)costruire il proprio futuro e di stare degnamente a fianco delle altre grandi nazioni.

Un governo di unità nazionale o come lo si voglia chiamare, per fare poche cose, come provvedimenti a breve termine a sostegno delle imprese e del rilancio dell’occupazione specie giovanile e la riforma elettorale per ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri candidati per poi andare a nuove elezioni Ma un governo siffatto dovrebbe soprattutto ridare all’Italia il valore inestimabile della propria dignità e della propria immagine di Paese serio ed affidabile agli occhi del mondo intero.

Sono convinto che un discorso chiaro, forte e coerente di tale natura potrebbe essere compreso dalla parte sana del nostro popolo il quale avrebbe finalmente una meta verso la quale indirizzare la propria ansia di cambiamento, le proprie speranze di un’Italia migliore, il proprio desiderio di avere un Paese dove veramente il lavoro, il merito, l’onestà nei comportamenti e nelle idee siano gli elementi portanti del proprio sviluppo materiale e morale.

Sapranno le opposizioni ed il PD in particolare, dilaniato ora dalla triste vicenda delle primarie napoletane, avere la lucidità e la volontà per pensare ed attuare un disegno di questo tipo? O preferiscono aspettare che B arrivi progressivamente alla consunzione, lasciando che anche il Paese intero si logori in quell’attesa?

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