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Pace fiscale: nuova denominazione, vecchia politica

Nel Paese del Gattopardo dove tutto deve cambiare perché tutto rimanga come prima, un esercizio cui con grande piacevolezza si dedicano da sempre i nostri governanti è quello del cambio lessicale. Così gli spazzini divennero "operatori ecologici ", i bidelli "collaboratori scolastici ", i vigli urbani "polizia locale" e via arzigogolando con le denominazioni più fantasiose.

Fermo restando che per la gente gli spazzini sono rimasti spazzini, i bidelli bidelli e i poliziotti locali vigili. Ebbene, lo stesso credo si possa dire, senza ombra di smentita, per la "pace fiscale" che altro non è, nei contenuti e nei proponimenti, che il caro, vecchio italico condono.

Gli evasori e i lavoratori in nero avranno un altro buon motivo per assicurare prossimamente il loro voto alle attuali forze di governo, Lega in primis.

Quelli come me, che da sempre pagano le tasse fino all'ultimo centesimo, avranno di contro un motivo in più per manifestare la loro repulsione nei confronti di un governo che di cambiamento, guarda un po', ha solo il nome ma che, nella sostanza, odora tanto di vecchia, marcescente politica d'antan. E questo al netto delle politiche xenofobe ed anti europee che stano portando il nostro Paese verso una condizione di isolamento che non potremmo e non dovremmo permetterci in ragione delle molte debolezze strutturali di cui soffriamo.

I miliardi destinati al reddito di cittadinanza, poi, sono denari sottratti ad una vera politica d'investimenti, rappresentando nient'altro che la messa all'incasso della cambiale elettorale del 4 marzo ed una grossa, enorme mancia pre-elettorale in vista delle europee del 2019.

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