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Sboom immobiliare

La bolla immobiliare si sgonfia un po’ dappertutto e in Cina, dove gli investimenti nelle costruzioni hanno trainato la crescita boom, i dati gettano ulteriori ombre sul futuro. E’ quanto emerge dagli ultimi “Economist’s house-price indicators” che prendono in esame i prezzi delle case in venti Paesi.

A tirare la fila dei crolli gli Stati Uniti, che secondo l’indice Case-Shiller nel terzo trimestre 2008 hanno registrato un -16,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Non ci sono più soldi, le famiglie si sono indebitate e i valori immobiliari si svalutano rapidamente, anche se altri indicatori registrano “solo” un -4%.

A ruota ci sono i Paesi che al di qua dell’Atlantico hanno maggiormente imitato il modello Usa di forte indebitamento familiare: Gran Bretagna (-13,9) e Irlanda (-10,2).


Seguono Nuova Zelanda (-6,8), Danimarca (-4,0) e Giappone (-2,7).

La Cina, si diceva. Attualmente i prezzi sono più o meno al livello di un anno fa, una crescita zero che preoccupa. Ma nelle città il crollo sul breve periodo salta ulteriormente all’occhio e inquieta.

A Shanghai, tra luglio e settembre 2008, i prezzi delle case sono per esempio scesi del 19,5%, secondo Savills, società di consulenza immobiliare. Macquarie Securities stima in un -16,6% il crollo dei prezzi di case, uffici e strutture industriali nel solo mese di ottobre. L’agenzia di research & investing information prevede per il 2009 una contrazione del 30% nelle costruzioni, a fronte di un +9% nei primi nove mesi del 2008.

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