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Santoro, Gabanelli e adesso Fazio. Ma non sarà che…?

Santoro, Gabanelli e adesso Fazio. Ma non sarà che…?

Diavolo di un Masi! Il direttore generale della Rai ha il riflesso condizionato. Puntualmente alla vigilia della messa in onda della trasmissione di Michele Santoro, di Milena Gabanelli e di Fabio Fazio (sabato prossimo), si fa sentire con voce recriminante, per lo più censoria.

Ma quello che succede va oltre le intenzioni. Così Santoro può travestirsi da vittima, una parte che gli riesce benissimo e produce effetti moltiplicatori di pubblico; Gabanelli con l’attacco dell’avvocato del premier Nicolò Ghedini contro la messa in onda della puntata sulla villa di Antigua, raddoppia gli ascolti di Report. Sarà così anche per Fabio Fazio che insieme con Roberto Saviano ha preparato il programma “Vieni via con me” del quale si sono già visti gli spot pubblicitari?

Per ora le avvisaglie di censura ci sono tutte, ma non è una censura vera e propria, è più che altro una specie di mobbing, boicottaggio o qualcosa del genere, mascherati da solerzia di un’azienda risparmiosa che giudica troppo costosi i compensi degli ospiti.

Non volendo contare sullo stuolo dei sostenitori agguerriti del programma di Fabio Fazio che già denunciano la censura, ce la sentiamo di dire quasi certi di non sbagliare, che anche stavolta il programma andrà in onda e potremo godercelo tutto dall’inizio alla fine.

Tanta convinzione viene dall’idea che le proteste del direttore generale Masi siano quasi funzionali all’azienda Rai perché altro non fanno che aumentare la suspense (si farà o non si farà quel programma) e di conseguenza l’audience. Con il risultato che mai strumento così a buon mercato si è rivelato finora tanto proficuo e conveniente

 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.135) 22 ottobre 2010 23:08

    Cara Virginia


    Messo in burla magari e’ proprio come dici tu . Ossia il rapporto tra causa ed effetto puo’ essere proprio quello di produrre un formidabile spot alle trasmissioni " di sinistra" che tu citi .
    Analizzato seriamente e’ un brutto , bruttissimo segno . Significherebbe che il gradimento dei programmi e’ stimolato dalle estemporanee iniziative di questo pseudo presidente e non dalla serieta’ ,giornalisticamente parlando , dei temi trattati .
    E’ un po’ come dire che proibire l’alcol invita a bere .
    Nel caso Gabbanelli c’e’ poi un risvolto di natura legale , calato come l’asso di cuori dal nostro beneamato Silvio , che poco ha a che fare sia con l’ironia che con gli spot .

    paolo

    • Di Virginia Visani (---.---.---.249) 23 ottobre 2010 10:02
      Virginia Visani

      Grazie del commento. E’ quasi una regola mediatica: quanto più si parla, anche molto criticamente di un fatto, tanto più si crea interesse e, nel nostro caso, audience.
      Lo sa bene la pubblicità che non guarda tanto al merito di una notizia, quanto allo scalpore che essa suscita. Ed è anche, come dici, deprimente il fatto che il gradimento dei programmi vada ben oltre la serietà degli stessi.
      Io avrei un’idea: smettiamola di recriminare e proibire, ma solo nell’ambito dell’informazione.O meglio parliamone il meno possibile risolvendo senza troppo clamore i casi che si vuole redarguire. O forse sbaglio?

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