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Santa Maria La Fossa: sensibilizzazione all’ambiente in terra di camorra

Santa Maria La Fossa. Per molto tempo questo nome è stato associato, a seconda di quale lato lo si guardasse, al termovalorizzatore da costruire assolutamente e alla discarica esistente o, di contro, alla lotta contro la prepotenza dei boss dei rifiuti. Più nota ai magistrati e ai cronisti locali per la lotta che attorno ad essa si è fatto, coinvolgendo nomi di boss, politici e imprenditori, che per i suoi pescheti e i suoi prodotti tipici. Finché un paio di mesi fa è arrivata la conferma che a Ferrandelle, la località di S. M. La Fossa in cui doveva sorgere, il termovalorizzatore non si farà e così un paese e un popolo martoriati e segnati da anni di lotta hanno potuto cantare vittoria. “Il prossimo obiettivo – dichiarava al Corriere del Mezzogiorno, l’Assessore comunale all’Ambiente Franco Cepparulo - sarà lo svuotamento di Ferrandelle e la riappropriazione del nostro territorio”.

Una riappropriazione che, nonostante le difficoltà che le ferite di anni portano con sé, il Comune e le associazioni locali cercano di portare avanti; tra le tante idee c'è un progetto, dal nome esplicativo “Ricominciamo dalla natura”, che l’Amministrazione comunale porta avanti con l’Associazione Agenda 21 e che mette al centro dell’attenzione “lo sviluppo sostenibile e gli aspetti ambientali in generale”, puntando stando alle intenzioni dei protagonisti a una gestione più qualificata degli spazi verdi e per la valorizzazione delle aree attigue ai corsi d'acqua, tutelando la biodiversità e favorendo scelte urbanistiche sostenibili.
 
Insomma l’idea è quella di chiudere con un passato tormentato e troppo decente e puntare a un cambiamento totale, soprattutto, rispetto a una tematica, quella dell’ambiente, che in quelle zone fa troppo spesso rima con camorra.
 
Recuperare le bellezze delle valle a frutteti, di un fiume bistrattato come il Volturno e dei prodotti tipici locali, come la tanto amata mozzarella di bufala, il cui commercio, nel 2008, subì un pesante rallentamento a causa dell’effetto diossina dovuto alla crisi rifiuti; rallentamento dovuto anche ad alcuni articoli usciti su giornali nazionali ed internazionali (il NYTimes titolò “Italy’s Mozzarella Makers Fight Dioxin Scare”). Una crisi che pian piano, però, si è ridimensionata.
 
E oltre al recupero delle bellezze del territorio (ultimo esempio gli 8000 pioppi piantati a Ferrandelle su terreni confiscati alla camorra) i fari sono puntati anche sulla raccolta differenziata, incrementata in questi ultimi mesi.
 
Ed è proprio sul fattore ambiente che il Sindaco Antonio Papa punta sin dall’inizio della propria avventura a capo del paese casertano. Per questo che ha voluto affidare a un gruppo di giovani videomaker, fotografi e antropologi napoletani uno spot “cinematografico” girato da Diego D’Ambrosio e prodotto da JAMMITOKI FILM in collaborazione con Antrocom Onlus Campania e D77Fotografi, dal titolo “Principio Inverso” che ha proprio lo scopo di promuovere le politiche ambientali e territoriali del Comune.
 

Un breve video che punta sulle suddette bellezze locali, sul riciclaggio e sulla Balzana, ovvero una struttura di circa 14000 mq in cui una volta vivevano gli ex dipendenti della Cirio e riconducibile al clan dei Casalesi, confiscata un anno e mezzo fa e inizialmente “affidata (...) dall’‘agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata’, alla locale amministrazione comunale”, prima che i vecchi proprietari reimpugnassero la causa. Una struttura in stato di abbandono, che il Comune vorrebbe riutilizzare e mettere a pèosto per dare più spinta al cambiamento. Ed è lì che il protagonista di questo video si nasconde, dopo essere fuggito da una città che non sentiva più propria, e ricicla e riutilizza i rifiuti prodotti dal paese.

L’impegno, insomma, è quello di sensibilizzare la popolazione e i giovani, in particolare, alle tematiche dell’ambiente, quelle, insomma, che hanno rischiato di far morire una terra ricca. Gli stessi giovani a cui ora tocca riappropriarsene e non farsela sfuggire più dalle mani.
 
Nelle foto: la Balzana a Santa Maria La Fossa (credits: Altocasertano.wordpress.com)

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