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 Home page > Tribuna Libera > Salvate il soldato Manning

Salvate il soldato Manning

L’Occidente che "esporta" la democrazia negli stati "canaglia" a suon di guerre (con annessi milioni di morti) ha ancora un disperato bisogno di eroi e martiri. Per capire che la democrazia è un traguardo lontano anche per noi.

Ricordate il primo enorme scandalo causato de Julian Assange e dai file a dir poco imbarazzanti pubblicati dal suo Wikileaks? Era stato colpito duramente anche l’attuale governo italiano e ne era seguito un polverone mediatico e diplomatico mica da ridere.

Di quella fuga di notizie era stato accusato il militare statunitense 22enne Bradley Manning, che per questo motivo è stato detenuto per due mesi in un carcere militare in Kuwait e, dal 29 luglio 2010, presso quello statunitense di Quantico, in Virginia, dove è recluso tuttora in condizioni inumane.
 
Manning non ha mai subito un regolare processo, non è mai stato condannato per quel reato, né per qualsiasi altro crimine, ma il governo degli Stati Uniti, quella che è considerata la più grande democrazia al mondo, lo costringe in queste condizioni (cito testualmente l’elenco dall’articolo di Fabio Chiusi):

- in isolamento per 23 ore al giorno

- senza poter avere accesso a notizie dal mondo esterno nell’ora restante

- senza poter fare più di un’ora di esercizio fisico al giorno

- senza poter dormire tra le cinque del mattino e le otto di sera

- con le guardie che ogni cinque minuti devono verificare le sue condizioni di salute con tanto di domanda di rito (stai bene?) e attesa di risposta altrettanto di rito (sto bene)

- con le guardie che se, verificando il suo stato di salute di notte, lo trovano raggomitolato sotto le coperte o contro la parete, o si rende non identificabile per qualunque altro motivo lo devono svegliare e ripetere la procedura di cui sopra

- senza poter consumare i suoi pasti che in cella

- senza poter disporre di alcun oggetto personale, nemmeno un cuscino, che è tutt’uno col materasso

- in condizioni di rapido deterioramento psico-fisico

Manning, inoltre, rischia la pena di morte per “collusione col nemico”. 

In questi giorni gli occhi di tutto il mondo sono puntati, a ragione, sulla Libia e sui crimini disumani che sta commettendo un dittatore sanguinario qual è Gheddafi. USA ed Europa si indignano e pensano all’uso della forza per far cessare quella mattanza.

Ma quando impareremo ad indignarci per quello che succede fra le mura “candide” delle nostre democrazie occidentali?

Quella democrazia che tanto ci “impegniamo” ad esportare in tutto il mondo. Anzi, non proprio tutto tutto… diciamo che per ora ci siamo soffermati in quelle zone che interessano alle nostre multinazionali…

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