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Remembering PD

Nel solco di quanto sto testimoniando con la "Coerenza di Sistema", di cui al mio primo articolo su AgoraVox, riporto, dopo quella relativa all’IDV torinese, l’altra esperienza a proposito della quale ho poi tirato qualche somma in www.agoravox.it/Doublefacebook-Un-impolitico.html 

Vedremo se, dopo l"onore" dichiarato dalla Debora nazionale, al quale non ha ancora fatto seguito l’amicizia su fb, alle prossime regionali ’maturerà’ un qualche riscontro.

Da: [email protected]
Oggetto: Siate il cambiamento...
Data: 18 maggio 2008 15:17:58 GMT+02:00
A: [email protected]

Cara Rita,

dopo Chianciano, sto contribuendo a diffondere quanto in quella amena sede è stato discusso. In merito ho già anche aperto i primi approcci interlocutori con Marco Pannella, Maurizio Turco e Khaled Allam e sono in attesa degli eventuali specifici riscontri. Qualora ti interessi, ti farò avere il testo delle mail loro inviate.

Con te vorrei riprendere il nucleo strategico del mio discorso e, poiché domenica 4 maggio, all’iscrizione a parlare all’assemblea generale, non ha potuto seguire il mio lntervento ’di presentazione’, provo a tracciare qui le linee guida che lo avrebbero caratterizzato. Al riguardo, tralascio la retorica di complemento e gli scarni riferimenti alla mia inesistente storia politica, sui quali ho già scritto a Pannella. A breve, conto di dare piena visibilità ai miei approcci anche su Fainotizia, dove sarà possibile a chiunque seguire lo storico del mio ’radicale divenire’. Intanto ti confermo l’adesione al Partito RadicaleTransnazionale (etc), anche nella sua specifica veste svizzero/francese caldeggiatami da Marco.

Ma ora, visto che hai sollevato dubbi sulla coscienza del mio obiettivo, vengo al punto che per me resta cruciale.

L’identità radicale, anch’essa del resto per sua stessa natura nomade e dubbia come la mia, vogliamo che si allarghi dagli attuali duemila a duecentomila? Verygod, ma ritengo che per raggiungere l’ambizioso obiettivo, occorra mettere in campo catalizzatori forti che si facciano interpreti di questo auspicato allargamento e che, insieme agli attori, occorrano altresì un efficace copione ed un ’regista’ adeguati allo scopo. Provo a metter a fuoco il punto cruciale, richiamando la critica pannelliana al "terzismo veltroniano" ed a quello che altrettanto si pratica a suo avviso rispetto al problema del medio oriente. In materia, Pannella prospetta un


aut aut fra due alternative contrapposte ed evoca al contempo l’immagine di un radicale "essere centro". Ora, siccome di centri forti e del relativo immaginario collettivo di certo non manchiamo, per riuscire a dare maggiore corpo alle idee radicali, ritengo essenziale produrne qualcuna di particolarmente visibile ed efficace. Se, come precisa Pannella, un cantiere non s’ha da fare, ciò non toglie che sarebbe parecchio utile lavorare alla produzione di una qualche dissacrante icona ad hoc che, a quel nostro essere centro, dia una veste adatta. In caso contrario, il grosso della ’fede’ continuerà ad essere riposto a distanza di sicurezza dal laico ’manipolo’ dei radicali, come lo chiamano i più fedeli fra i democratici. (Una per tutti la bindiana senatrice Magistrelli ad esempio) E’ questo il senso di quel ’dio’ ipervirgolettato del quale ti accennavo a Chianciano. E deì relativi papi, laici o meno che si professino.

La questione è oltremodo semplice: in tempi di sartoriano homo videns, se vogliamo con-vincere i ’fedelissimi’, o siamo in grado di offrire un’alternativa credibile ed appetibile al loro abituale totem, ovvero siamo destinati a subirne
la schiacciante presenza. In materia sto elaborando il livello semiotico della questione che potrebbe caratterizzare il nuovo look virtuale radicale. La short-arT D’IO che ho dato al Presidente Prodi un attimo prima che lasciasse Chianciano,
va appunto in questa direzione, così come a questa laica istanza sono ispirate le altre cose che sto facendo. Ripeto, se il radicale manipolo ambisce ad allargare ampiamente il con-senso fra l’italico popolo, è necessario che il senso di quel ’con’ sia veicolato in modo opportuno; i duemila possono così anche divenire due milioni, a patto che si possano rispecchiare in un comune condiviso denominatore. Occorre dare la giusta veste al vuoto buddista.... o alla taoistica via e, una volta tessuto il vestito, lo si può indossare appunto dandogli corpo. In caso contrario, non possiamo lamentarci se le cose più ’divinamente’ democratiche restano appannaggio dei più. Tralasciare questo aspetto strategico simbolico dell’approccio, ritengo che sia il più grave errore concreto. Soltanto spiazzando
quell’imperante forma confessionale di cui Pannella ha sempre continuato a parlare, anche richiamando le ultime cose dette in materia dal ministro Amato, è possibile allargare su ampia scala il con-senso dei mille. Se CoSì non
facciamo, il manipolo resterà tale e i pdemocratici anche. E gli ordini resteranno quelli delle solite vecchie parrocchie.

Vogliamo dunque continuare a ’trattare’ insieme la strategica questione?
Infine, giacché apprendo che Veltroni sta facendo ’autocritica’ e che per le europee del 2009 si terrebbero a suo dire pdemocratiche primarie, mi potresti tenere aggiornato sui tempi e sui modi per proporre la mia PDemocratica radicale candidatura?

A presto
PD


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