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 Home page > Tribuna Libera > Finale di partita? Parte prima

Finale di partita? Parte prima

 Rieccoci dunque a volo di più o meno contraddittorio alpino gabbiano... A due anni dall'ultimo 'mio datato' 17  e a due giorni (mentre inoltro la richiesta di pubblicazione), da quello, guarda 'caso', relativo all'uscita ufficiale dell'ultimo libro di Emanuele Severino, uscita prontamente segnalatomi dal suo 'meno titolato' esegeta, nonché unico autentico 'cor-rettore', il giovane 'rigorosissimo' filosofo Marco Pellegrino ai cui testi è possibile accedere partendo da qui per seguirne a ritroso il 'pesante' quanto ferreo impianto concettuale. Di cosa andiamo nuovamente farneticando, cercheremo di anticiparlo in questa prima parte del trittico previsto, da pubblicarsi auspicabilmente questo giovedì 17 gennaio, in parallela convergenza col citato testo dell'italico presunto filosofico Maestro di cui a questo link 

Non ci sbilanciamo poi per ora più di tanto su quanto, nell'area rooseveltiana della quale dicevo nei miei articoli fruibili a partire da qui, si sta D-scorrendo a proposito della carenza di un qualche italico statista... Un mio cenno di transalpino assenso al post rilanciato dalla instancabile amica Gabriella Toma lo si trova qui 

Tanto per iniziare il discorso, comincerei col richiamare l'attenzione sulla pro-vocatoria nota che, dopo averne invano chiesto la pubblicazione sul gruppo facebook Filosofia Italia (di cui alle relative sezioni Piemonte e Valle d'Aosta, Marche e Svizzera che mi vedono fra gli amministratori), ho pubblicato sul mio diario ed è poi stato benevolmente accolto da Bruno Abrami qui.

Preso dovuto atto del mio spa(r)lare qui e , e ricordato al volo che, nel succitato filosofico ambiente presentavo la mia poco filosofica Sinsofia (cfr. quanto ne sintetizza l''incorrotto' Spirito qui), nel 2010 ad Assisi in occasione del primo convegno nazionale di Filosofia on line, diamo già fin d'ora essenziale indicazione di dove si intende andare a parare. 

Dove pariamo, dunque? Intanto in quella Roma città eterna nella quale il prossimo 25 aprile, manco a dirlo il giorno prima dell'inizio di un incontro al (non) vertice fra antroposofi doc, mi sono fatto 'carico' di veicolare l'ormai abituale edizione dei miei liberatori eventi, all'ultimo dei quali si può ancora esprimere una qualche anche solo simbolica forma di adesione qui.

Invero, chi abbia orecchio per intedere (Enzo Jannacci diceva - anzi con Bruno Abrami precisiamo forse meglio cantava - che "bisogna averne tanto, anzi parecchio"), credo abbia già colto l'intento in 'oggetto', peraltro già espresso in nuce sia nel titolo di questo articolo, che nella forse ancor più 'decisa' sentenza sinsoficamente emessa come è ormai 'tradizione' in apertura del nuovo anno; sentenza che non lascia più troppo spazio ai fraintendimenti tanto cari a certi noti politicanti...

L'adeguata coniugazione in unum del pacchetto di eventi che hanno preceduto quello previsto per il prossimo 25 aprile di cui ai commenti a questa immagine, unitamente allo 'spiritoso' heideggeriano 'divino' senso di quest'ultimo (e magari una rispolverata all'insieme dei miei articoli su AgoraVox), credo possano intanto bastare da soli a fugare ogni primo dubbio circa l'esigenza ormai indefettibile di ri-vedere, da un lato le ultralogore categorie interpretative appannaggio degli stantii primi attori sulla scena mediatica e dall'altro a rilanciare un quadro, come dirci, e Travaglio dell'epoca permettendo, degno di una qualche anche svizzera nota...

Se son rose, confidiamo che Ben intanto inizino a (ri)fiorire... Anche qui  

A seguire la parte seconda

Questo articolo è stato pubblicato qui

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