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Regione Sicilia, scoppia la rivolta contro le bibite gassate. "Favoriscono l’obesità"

Una rivolta vera e propria, quella scoppiata nella Regione Sicilia, nei confronti delle bevande con le bollicine, ovverosia le bibite gassate...

Una rivolta vera e propria, quella scoppiata nella Regione Sicilia, nei confronti delle bevande con le bollicine, ovverosia le bibite gassate. Infatti, dopo il provvedimento messo in atto dal Governo francese, che ha inserito nella manovra contro il deficit una tassa sulle bevande gassate e con aggiunta di zuccheri, adesso, invece, è proprio la Regione siciliana ad istituire una norma per la valorizzazione dei prodotti agricoli locali, tipo arance e limoni, ai danni delle bibite con bollicine. L’emendamento in questione è stato inserito nella legge di sviluppo dell’agricoltura votata dall’Assemblea Regionale Siciliana, con il preciso obiettivo di valorizzare la produzione ortofrutticola regionale e di prevenire le problematiche relative all’obesità nelle fasce giovani della popolazione.

L’idea di questa norma è stata concepita dal capogruppo del Partito Democratico presso la Regione Sicilia, Antonello Cracolici, il quale ha fatto in modo che venga vietata la somministrazione di bevande gassate di qualunque tipo in tutte le scuole siciliane, dando, invece, spazio ai prodotti tipici della Sicilia, autorizzando così la somministrazione, attraverso distributori automatici, di spremute d’arance fresche, confezioni di frutta fresca già tagliata e di tutte le produzioni ortofrutticole siciliane. In sostanza, sarebbe una presa di posizione contro le multinazionali che producono bibite gassate, e a favore, invece, dell’ “agricoltura targata Sicilia”.

Questa iniziativa dell’esponente del PDsegue a distanza di pochi mesi l’installazione di distributori automatici di spremute fresche negli uffici della Regione Sicilia, ed è un’idea che è stata accolta favorevolmente pure dall’Assessore Regionale per l’Istruzione e la formazione Professionale, Mario Centorrino, il quale ha speso parole positive per il provvedimento. Difatti, dietro questa novità apportata dalla Regione Sicilia, vi sarebbe una duplice motivazione: fare educazione alimentare nelle scuole, suggerendo agli studenti di ingerire prodotti prevalentemente più naturali come le spremute fresche di arance e limoni, piuttosto che bevande gassate che cavalcano, purtroppo, il fastidioso problema dell’obesità, favorendolo e facendolo diventare un grosso rischio per la salute.

Inoltre, così facendo si aiuta il settore dell’agricoltura, infinitamente importante per l’economia siciliana. Per di più, secondo recenti statistiche si è arrivati alla triste conclusione che i giovani italiani, in particolar modo quelli del Sud, sono in testa alle classifiche europee in tema di sovrappeso e obesità, un primato davvero sconfortante, per cui gli Enti Pubblici sono costretti a creare validi provvedimenti in merito a questa questione. Ma, come dicevamo all’inizio, è scoppiata una “rivolta”, nel senso che i produttori e i distributori di bibite gassate sono “sobbalzati in aria dalla sedia” non appena saputa la conferma dell’iniziativa regionale siciliana, che penalizza fortemente il loro settore, che è stato sempre un formidabile portatore di introiti economici.

Dal canto loro, i produttori di bevande gassate si difendono con le unghie e con i denti, dicendo che questa scelta operata dalla Regione Sicilia, sarebbe tuttavia inefficace contro l’obesità, nonché discriminatoria nei confronti di tutte quelle aziende, anche locali, che rappresentano un prestigio e che “tengono a galla” centinaia di posti di lavoro. In sostegno alla posizione assunta dai produttori delle bibite, arriva il parere della “AssoBibe”, l’Associazione Nazionale dei produttori di bevande analcoliche, che si dice “stupita e perplessa”, in quanto, “non esistono cibi buoni e cibi cattivi”, per cui si direbbe vittima di una scorretta operazione discriminatoria. Come finirà la “spinosa” vicenda?

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