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Referendum. Ultimi giorni per seppellire il “porcellum” o “legge porcata”

Manca meno di una settimana alla conclusione della raccolta firme per il referendum che intende abrogare la legge elettorale in vigore, meglio conosciuta con il nome di “porcellum” o “legge porcata”. Ricordiamo che il termine “porcellum” fu utilizzato il 15 marzo del 2006 in un intervento durante la trasmissione televisiva Matrix dal promotore del diabolico meccanismo, il parlamentare della Lega, Roberto Calderoli.

Dal 2005, questa legge ha realizzato quanto di peggio sia in grado di esprimere una democrazia, esautorando di fatto i cittadini elettori del diritto di scegliere il proprio rappresentante al parlamento. I danni di questo sistema sono sotto gli occhi di tutti, perché le nomine dei candidati, e soprattutto la possibilità di successo, sono saldamente nelle mani dei vertici dei partiti e non degli elettori.

I partiti sono quindi in grado, più di prima, di condizionare le decisioni di ciascun parlamentare, a prescindere dai reali interessi degli elettori, formando una cricca di fedelissimi al “capo partito”, ovviamente ricattabil nei modi più diversi.

E questo fenomeno dilagante, unito a una calo della tensione morale, sta ridimensionando verso il basso anche la qualità stessa del lavoro dei parlamentari, sempre meno legati al territorio, lontani come non mai dalle esigenze della popolazione, dalle gravi esigenze del paese, proiettati, almeno alcuni, verso accordi sottobanco con cui, ad esempio, si trattano le richieste di autorizzazione a procedere, da parte dei magistrati nei confronti di parlamentari finiti nelle inchieste giudiziarie.

Ed ecco quindi uno strumento che sembra essere ritornato nel gradimento degli italiani: il referendum. Due quesiti sono presentati dai promotori, il professore Andrea Morrone, docente di Diritto costituzionale a Bologna, e Arturo Parisi, professore universitario a Bologna, già ministro della difesa e amico di Romano Prodi.

Ma senza entrare nel merito delle due opzioni, che si differenziano per alcuni aspetti “tecnici”, osserviamo che entrambi i quesiti “non si limitano solamente ad abrogare la disciplina elettorale introdotta con legge n. 270/2005”, perché la Corte costituzionale eccepirebbe la costituzionalità dei Referendum . Infatti con l’abrogazione della “legge Calderoli” si intende ottenere la “reviviscenza” delle norme precedenti, detto in parole povere, la ripresa dell’efficacia della legge precedentemente in vigore.

Se quindi il Referendum avesse successo, le due Camere tornerebbero ad essere elette attraverso i meccanismi della legge del 1993, nota come “mattarellum”, dal suo proponente l’onorevole Mattarella.

Come ricordano i promotori dei quesiti referendari, uniti sotto la sigla Firmo Voto Scelgo - sostenuti da IDV, i Democratici, PLI, SEL, Rete dei Referendum e Unione Popolare - la legge Mattarella, prevedeva “una quota di seggi attribuiti con metodo proporzionale, assicurando così una legittima rappresentanza anche alle forze politiche più piccole”, contemplando però una soglia di sbarramento del 4%.

Naturalmente sia Morrone che Parisi puntano diritti al voto referendario, ma la strada non è priva di ostacoli, perché, come osserva Pierluigi Castagnetti, “per non andare a votare con una legge diversa dall’attuale, la maggioranza opterà per lo scioglimento del Parlamento per anticipare il voto rispetto al referendum”. Tuttavia, aggiunge sempre Castagnetti, anche questo caso è “politicamente utile al Paese perché vorrebbe dire che il governo Berlusconi si toglie di mezzo”.

A sinistra, invece si registra una voce critica verso la raccolta firme per questo referendum, ed è quella di Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista per il quale: “E’ il sistema maggioritario che ha regalato a Berlusconi maggioranze parlamentari che non avrebbe mai avuto in un sistema proporzionale ed è il bipolarismo che ha trasformato la politica in Italia in una specie di tifo calcistico in cui la forza delle urla copriva l’assenza di contenuti alternativi. Per questo riteniamo che il referendum proposto per ripristinare il “mattarellum” rappresenti la volontà di cambiare tutto affinché nulla cambi”.

Insomma Ferrero vorrebbe un ritorno ad un sistema proporzionale abbandonando il bipolarismo. E anche questa è un'opinione rispettabile, considerato che il bipolarismo non solo non ha limitato la crescita di partitini, spesso "personali", non ha neanche risolto la crisi sistemica del paese e ha determinato un'ulteriore perdita di credibilità dell'Italia all'estero, dimostrando anche un'incapacità nell'arginare la crisi economica dilagante.

Comunque sia, la raccolta firme prosegue spedita, ma non si sa bene se la gente corra a firmare per protestare contro “il sistema” in generale, oppure perché davvero creda che il sistema elettorale sia all'origine dei mali italiani.

Commenti all'articolo

  • Di enza (---.---.---.40) 27 settembre 2011 17:15

    A me piacerebbe sinceramente capirci qualcosa in più.
    il 5 settembre in una nota inviata a molti giornali, Passigli (nell’articolo non lo citi ma è l’altro promotore dell’altro referendum sulla legge elettorale passato sotto silenzio) attacca e critica il referendum "avversario" nella forma e nei contenuti:
    http://altracitta.org/blog/2011/09/05/sorpresa-e-tornato-il-referendum-passigli-le-ragioni-del-promotore/
    il 22 settembre lo stesso Passigli fa una clamorosa marcia indietro:
    http://firmovotoscelgo.wordpress.com/2011/09/22/ansa-referendum-passigli-cede-il-passo-a-iniziativa-parisi/
    Ma che gioco è?

  • Di pv21 (---.---.---.249) 27 settembre 2011 19:48

    Rappresentanza >

    Berlusconi ora è sicuro di fare le riforme, in programma dal 1994, riguardanti la giustizia, il fisco e l’architettura istituzionale dello stato.
    Perché non le ha fatte prima?
    Perché gli italiani non gli hanno mai dato il 51% dei voti e perché nelle coalizioni che l’hanno portato a Palazzo Chigi “ci sono sempre state persone che si sono sempre opposte”.
    C’è da chiedersi su quale “patto di coalizione” ha ottenuto milioni di voti.
    Ora cosa è cambiato?
    Berlusconi si è procacciato dentro al Parlamento una maggioranza “purchessia” disposta a “tutto tranne elezioni”.
    Una maggioranza che ha bisogno anche del pugno di voti legati al Ministro Romano.
    La storia insegna che la Febbre del Tribuno non conosce limiti o rinunce fino a …

    • Di Giorgio Zintu (---.---.---.87) 27 settembre 2011 20:00
      Giorgio Zintu

      Ecco perché, nonostante nulla in questo paese sia veramente risolutivo, è necessario cambiare la legge elettorale. Tuttavia sia quella proporzionale in vigore con la Repubblica, sia il mattarellum sia il porcellum, hanno prodotto cattivi risultati. Il proporzionale con lo sbarramento minimo al 4% potrebbe essere preferibile per gli italiani.

  • Di Giorgio Zintu (---.---.---.87) 27 settembre 2011 19:54
    Giorgio Zintu

    Enza, da quanto ho capito sia il Referendum di Passigli che quello di Parisi, vogliono abolire il porcellum ma quello di Parisi (di cui parlo nell’articolo) ripropone il mattarellum (sempre sistema maggioritario senato + camera, ma corretto da una parte rimanente di proporzionale al 4%). Passigli invece non voleva ritornare al sistema precedente, ma abrogando alcuni commi del porcellum in vigore, avrebbe ottenuto una legge proporzionale, senza premio di maggioranza (oggi anche con la maggioranza di un voto sull’altro schieramento ti prendi il 55% dei seggi).Sempre il referendum Passigli avrebbe eliminato l’obbligo di indicare un candidato premier, si sarebbe tornati alla scelta dei candidati in una lista. Anche in questo referendum la soglia minima è il 4% per ottenere la rappresentanza alla Camera, mentre al Senato ci sarebbero delle percentuali diverse. Più o meno è così. Comunque Passigli è schierato per un sistema proporzionale, Parisi & C. per il sistema maggioritario all’italiana. Il mattarellum ha un meccanismo fatto in parte di maggioritario e in parte di proporzionale ma sembra un guazzabuglio. Secondo me potrebbe funzionare un sistema proporzionale con sbarramento al 4%, accompagnato da qualche accorgimento per evitare di andare a votare tutti gli anni.

  • Di Mauro Miccolis (---.---.---.99) 2 ottobre 2011 10:20
    Mauro Miccolis
    QUESTO REFERENDUM è INUTILE L’UNICO SCOPO DI CHI LO HA PROPOSTO ERA QUELLO DI AFFOSSARE IL REFERENDUM DI PASSIGLI 

    un ritorno alla legge Mattarella è radicalmente negativo non risolve né il problema delle liste bloccate (i candidati nei collegi sono pur sempre scelti dalle segreterie di partito) né di evita che il Collegio uninominale a turno unico della Mattarella produca gli stessi effetti del Premio di maggioranza (e cioè coalizioni troppo ampie e disomogenee incapaci di governare).

    1. SOLO IL REFERENDUM PASSIGLI SARA’ AMMESSO DALLA CORTE COSTITUZIONALE (http://www.facebook.com/notes/cesar...)
    2. IL REFRERENDUM DI IDV+SEL PORTA AD UNA LEGGE ELETTORALE CON GLI STESSI DIFETTI DEL PORCELLUM ANCHE SE IN FORMA ATTENUATA.





    INOLTRE, non dimentichiamo che per i referendum è previsto un rimborso pari a 0,52 euro per ogni firma per un totale massimo di 500.000 firme (le minime previste dall’art. 75 Cost.) se viene raggiunto il quorum. Chi presenta le firme autenticate entro i 3 mesi di tempo previsti dalla legge attuativa del referendum (legge 352/70) e queste sono state ritenute valide ha diritto per legge a 260.000 euro per ogni quesito referendario presentato (0,52 x 500.000). Se i quesiti referendari sono 4 (come per il 12 - 13 giugno scorsi) il rimborso è pari a 260.000 x 4. Capito perché fanno tanti referendum ? Anziché uno solo con più quesiti ?

    • Di Giorgio Zintu (---.---.---.87) 2 ottobre 2011 13:39
      Giorgio Zintu

      Sono d’accordo che questo referendum risolve poco, ma, rispetto a quello Passigli, offre minori "perplessità" a livello di Corte Costituzionale. Il problema è purtroppo degli anni novanta quando fu scelto un maggioritario. Tradotto in italiano quel maggioritario non è servito né a garantire rappresentatività né stabilità né ad evitare il proliferare di partitini di peronaggi più che di valori.
      Questo referendum molto probabilmente non si farà perché qualcuno arriverà prima con elezioni o, peggio, con qualche accordo sottobanco.
      Comunque, non sarei così sicuro che i promotori di questo referendum volessero affondare intenzionalmente l’altro, quanto schierarsi per il sistema maggioritario che non vedo come tuteli gli stessi promotori.
      Poi che ci siano anche ritorni economici non è una novità.
      Alla fine della fiera, il tipo di sistema elettorale è fondamentale per l’organizzazione stessa del paese e spero che ci siano persone oneste in grado di non consentire a qualche riccone di investire soldi per essere facilmente eletto alla faccia di chi, pur rispettabile, non ha soldi per farlo. Ma ci sarà qualcuno...?

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