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Rai: cacciati Fazio, Floris e Gabanelli?


 

Ne avevo parlato qualche settimana fa:

Urge un maquillage “mediatico”. E quindi ecco che entra in gioco la Rai. Viale Mazzini ha approvato i nuovi palinsesti per i prossimi mesi. Arrivano Vespa e Sgarbi in prima serata. Per di più il contratto di Fabio Fazio è in scadenza, quello di Serena Dandini è stato approvato in extremis lo scorso settembre e non è dato sapere la sua durata. Tra un anno dovrebbe scadere anche quello di Michele Santoro e di certo la Rai berlusconiana non cercherà di trattenerlo.

Ed ecco che puntualmente l’infausta previsione rischia di avverarsi:

ROMA – La politica strangola la Rai. Pur di penalizzare Rai3, rete poco amata dal premier, viale Mazzini non avvia le trattative per rinnovare i contratti a Fabio Fazio, Giovanni Floris e Milena Gabanelli: in scadenza tra i mesi di giugno e agosto. Mentre il direttore generale Mauro Masi apre corsie preferenziali per Giuliano Ferrara (ingaggio-blitz per “Radio Londra”) e Vittorio Sgarbi (da fine aprile con “Al di là del bene e del male”: 200 mila euro lorde a puntata a Sgarbi) per alcuni conduttori la Rai è matrigna (Michele Santoro viene “tollerato” per gli ascolti, ma pur sempre osteggiato)

Eppure i suddetti programmi fanno incassare molto a Mamma Rai:

I consiglieri di minoranza Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, dicono che i programmi di Rai3 sono convenienti per l’azienda: il costo di produzione di “Ballarò” (33 puntate) è di 3 milioni e 500 mila euro, ma ricava 8 milioni in pubblicità“Che tempo che fa” costa 10 milioni e 400 mila euro (66 puntate) e incassa 17 milioni e 600 mila euro“Report” costa 2 milioni e 200 mila euro (20 puntate) e attira spot pubblicitari per 4 milioni e 100 mila euro.

Gli ascolti li premiano:

Eppure Fazio ha una platea in crescita, la media degli spettatori è passata da 3 milioni 208mila (12.65% di share) a 3 milioni 426mila (12.93% di share), il Qualitel gli assegna 69 punti. Giovanni Floris, insieme al direttore di rete, Paolo Ruffini, chiede a Masi di non chiudere “Ballarò” a giugno, ma di proseguire fino a tutto luglio: risposta negativa. Eppure l’abbonato Rai ha gradito “Ballarò”: l’anno scorso aveva 3 milioni 961mila spettatori medi (15.54% di share) quest’anno l’audience media è di 4milioni 507mila fan (16.64% di share). Ed è in forte crescita il pubblico domenicale di “Report”: dai 2milioni 976mila spettatori dell’anno scorso (12.35% di share), Gabanelli è passata ai 3milioni 602mila (13.89% di share) di questa edizione.

Neanche questo fermerà la mannaia di Masi e del Premier. Eliminare i non allineati e riempire i palinsesti con programmi “fedeli” alla linea della maggioranza.

E Rai3 inizia già a scricchiolare, se pensate che da questa settimana sarà in programmazione Desperate Housewife, un telefilm di certo poco consono alla storia della terza rete.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.162) 11 aprile 2011 11:06

    Dal 1° aprile è stata chiusa, dopo 11 anni, la trasmissione di Radio Uno "Ho perso il trend" di Ernesto Bassignano ed Ezio Luzzi. Era uno spazio di satira intelligente, mai asservita, che faceva buoni ascolti.

    Il copione che è stato attuato è proprio quello minacciato da questo articolo: contratti arrivati a scadenza e non rinnovati.

  • Di (---.---.---.230) 11 aprile 2011 12:13

    Se ce nefosse ancora bisogno è chiaro che il progetto P2 si sta realizzando e consolidando. Dobbiamo ammetterlo che nessun tentativo è stato fatto per contrastarlo. Quindi godiamoci i Ferrara, gli Sgarbi (nome nomen) e i Masi che può far fare a costoro quello che il Caimano, il Cainano o come suol definirsi ha comandato. Buona fortuna Italia(ni). 

  • Di Mr. Hubbert (---.---.---.2) 11 aprile 2011 13:37

    ahahaha quei mentecatti dei berlusconiani manco si rendono conto che il loro capo è il piu’ comunista dei comunisti...beata ignoranza!

  • Di Vindice (---.---.---.105) 11 aprile 2011 19:38

    Il presidente del Consiglio ha deciso non di farsi processare come un qualunque cittadino,ma di spettacolizzare i processi che lo riguardano,per sbeffeggiare la magistratura.Se poi un così abnorme comportamento diventa oggetto di approfondimento sulla stampa e in televisione,allora non va bene,perchè la pretesa è che si parli una sola lingua,quella di chi ritiene di essere il dominus assoluto.E’evidente che denunciare in televisione fatti colpevolmente taciuti produca forte irritazione,non solo perchè la pubblica opinione non deve sapere,ma più ancora perchè ciò di cui si viene a conoscenza è l’esatto contrario di ciò che si vuol far credere.Il che spiega pure la insofferenza alla satira che seppure impietosa nasce comunque dalla realtà,come è giusto che sia,perchè poter denunciare,anche in chiave ridanciana,è il connotato inequivocabile della libertà.Certo,se si evitasse di apparire in pubblico per recitare stantii monologhi,se la signora Santanchè avesse maggior rispetto se non della propria immagine almeno della carica che riveste,se il tg1 smettesse di essere una dipendenza di Arcore,se insomma si capisse che a certe favole non credono più neppure i bambini,allora Santoro, Floris,Fazio,Gramellini,la Dandini e la Gabanelli si occuperebbero di altro,e Vauro,Ellekappa,Giannelli e tutti gli altri umoristi rimarrebbero a corto di spunti satirici. Non ha senso quindi pretendere la cancellazione di qualche scomodo palinsesto televisivo se poi la cruda realtà resta ugualmente sotto gli occhi di tutti.Piuttosto meglio sarebbe rendersi conto che l’onnipotenza non è nelle umane possibilità.

  • Di (---.---.---.230) 11 aprile 2011 21:13

    questo paese fa vomitare

  • Di pv21 (---.---.---.191) 17 aprile 2011 18:04

    Deriva >

    Una società civile è contraddistinta dal generale rispetto delle comuni regole di convivenza. E’ fatta, per definizione, di cittadini “incensurati”. Essere cittadino “incensurato” è una condizione normale, oltre che dovuta.
    Da qui il compito della giustizia di scoprire e condannare chi commette un reato.

    La prescrizione del reato segna il limite temporale dell’azione giudiziaria. E’ commisurata alla gravità del reato e non tiene conto delle attenuanti. L’imputato che punta all’assoluzione piena può rinunciare alla prescrizione.
    Come previsto in altri sistemi giudiziari, si potrebbe tutt’al più distinguere la fase d’indagine e rinvio a processo dal decorso dei vari gradi di giudizio.

    Se essere incensurato non è uno status meritevole di speciali attenzioni, abbreviare la prescrizione al cittadino incensurato è sancire un “privilegio” non motivato.
    Rappresenta altresì una chiara “discriminante” a vantaggio di una singola posizione giudiziaria. Infatti, a parità di reato, “essere” incensurato costituirebbe ragione valida e sufficiente per “restare” incensurato.

    La giustizia, come la democrazia, rischia sovente la deriva con una casta di Primi Super Cives attenta a privilegi ed immunità …

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